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Come finirà la guerra Usa alla Cina?

Le analisi di Mearsheimer, Walt e Friedman sulla guerra commerciale e geopolitica fra Usa e Cina nell'approfondimento di Daniela Coli

La campagna statunitense del 2020 è incentrata sulla Cina, il nemico di Trump e Biden, ma dai discorsi dei due non si capisce quali strategie adotteranno perché si rivolgono a bacini elettorali diversi e usano linguaggi diversi per conquistarli. Per capire cosa accadrà tra Cina e Stati Uniti è meglio rivolgersi agli strateghi, i veri decisori, insieme all’intelligence, delle guerre.

Per John Mearsheimer, Stephen Walt e George Friedman una guerra con la Cina è inevitabile. Mearsheimer, come Walt, è un realista offensivo: sostanzialmente è hobbesiano perché ritiene che le relazioni internazionali siano dominate dall’anarchia, dove ogni stato ha sempre paura degli altri e cerca di diventare più forte, mentre le grandi potenze vogliono sempre più potere. Mearsheimer si è opposto alle guerre in Medio Oriente ed è stato contrario alla politica di Kissinger sulla Cina, perché ha sempre ritenuto che se la Cina fosse diventata forte e ricca, inevitabilmente, come ogni altra potenza, sarebbe diventata un pericolo per gli Stati Uniti. Per Mearsheimer la guerra con la Cina è inevitabile e può diventare nucleare, come dichiara il 17 agosto nella lunga intervista al The Asahi Shinbun, uno dei più autorevoli quotidiani giapponesi. Per Walt la guerra con la Cina non è una guerra ideologica, è una guerra per il potere, e anche Mearsheimer non la caratterizza certo come un conflitto tra democrazia liberale e comunismo: l’ideologia la lascia alla propaganda.

Gli Usa per Mearsheimer non possono permettere alla Cina di diventare egemone in Asia, perché non l’hanno permesso neppure al Giappone. Gli Usa non possono condividere il potere con altre potenze equivalenti. È chiaro: “Abbiamo sconfitto la Germania imperiale, il Giappone imperiale, la Germania nazista, l’Unione Sovietica. Non possiamo condividere il potere con altre potenze”. Mearsheimer loda Trump perché ha tentato di indebolire economicamente la Cina con dazi, sanzioni, Hong Kong, gli Uiguri, e ha fatto pressioni su europei e asiatici per isolare la Cina: è riuscito a far bandire Huawei dal 5G in vari paesi europei, anche se in UK Huawei sarà bandito entro il 2027 ed entro il 2028 in Francia. Mearsheimer teme la Cina perché superiore tecnologicamente. “Gli Stati Uniti vorrebbero distruggere Huawei” afferma. Il Mar Cinese Meridionale e Taiwan possono essere teatri di guerra, i luoghi dove è possibile un “incidente” per l’esplosione del conflitto.

Per Mearsheimer Trump ha combattuto bene la Cina, ma Biden potrebbe ricucire alleanze in Europa e Asia per fare la guerra alla Cina, molto più pericolosa dell’Unione Sovietica perché tecnologicamente più avanzata degli Usa che non hanno il 5G. Mearsheimer è molto chiaro: gli Usa devono avere il potere sia nell’emisfero occidentale sia in quello orientale. Non possono permettere alla Cina di avvicinarsi all’Europa e se la Cina diventasse egemone in Asia sarebbe libera di entrare nell’emisfero occidentale e formare alleanze con Cuba e il Venezuela. La dottrina Monroe è un principio indiscutibile per ogni statunitense.

La strategia di Mearsheimer è però azzardata perché mira all’impero globale totale, senza rendersi conto che la tecnologia è fondamentale in guerra e anche un impero totale può essere vulnerabile se inferiore tecnologicamente. Trump ha bloccato le forniture e i servizi a Huawei (e ad altre 700 aziende), Google ha deciso di revocare la licenza per il sistema operativo Android sugli smartphone di Huawei, ma, come rivela il Financial Times, le restrizioni statunitensi non hanno indebolito Huawei che adesso è in grado di effettuare il decoupling tecnologico dagli Usa.

Né è mai esistito un impero eterno. L’impero americano nell’ansia di espansione ha, per certi versi, colonizzato tecnologicamente la Cina come l’impero britannico colonizzò l’America del Nord con l’immigrazione dalle isole britanniche, la scienza, la tecnica, la politica, ma i coloni americani si ribellarono alla madre patria, combatterono una guerra di indipendenza, fondarono gli Stati Uniti e finirono per sostituirsi all’impero britannico dopo il 1945.

Anche George Friedman vuole la guerra alla Cina, ma vuole anche disintegrare l’Europa e la Russia. In un articolo del 19 agosto 2020 su Geopolitical Futures afferma che la Polonia può far saltare Europa e Russia. La Polonia e i paesi baltici non accettano una Bielorussia filorussa e la Bielorussia è importante per la Russia, ma anche per la Cina – aggiungiamo – perché la Bielorussia collega l’Europa alla Cina con la BRI e ha un importante centro tecnologico cinese.  Per Friedman un segnale decisivo per la disintegrazione dell’Europa è il ringraziamento di Angela Merkel alla Lettonia per il sostegno ai manifestanti in Bielorussia. La Germania, continua Friedman, aveva cercato di migliorare i rapporti con la Russia con NordStream2 e la Russia aveva speranze nella Germania. Ma il ringraziamento di Merkel alla Lettonia pone la Germania in diretto conflitto con gli interessi russi, perché la Russia non può vivere senza il cuscinetto della Bielorussia. Per questo Friedman prevede un futuro radioso per gli States. La Russia non può perdere la Bielorussia dopo aver perso l’Ucraina, sarà costretta a intervenire e questo provocherà una guerra con la Germania, che oggi è militarmente debole come nel 1932, ma potrebbe ritornare velocemente una potenza militare perché è una potenza economica.

L’ebreo ungherese Friedman ripropone la stessa strategia usata dal polacco Brzezinski per creare un Vietnam all’Unione Sovietica in Afghanistan. Brezinski consigliò a Carter nel 1979 di firmare un ordine segreto per rovesciare il governo filosovietico di Kabul armando i mujaheddin e i sovietici caddero nella trappola.

Il conflitto tra Russia e Germania per Friedman potrebbe rimanere locale, ma potrebbe anche provocare una conflagrazione tale da distruggere l’Unione Europea e frammentare l’Europa. Secondo Friedman Xi sta perdendo potere in Cina e se in Cina se ci fosse una lotta per il potere, anche la Cina si frammenterebbe. L’obiettivo di Friedman è quindi distruggere l’Europa, la Russia e la Cina.

È possibile che le previsioni di Mearsheimer e Friedman si realizzino, anche se la storia, come si usa dire, ha sempre una gran fantasia.

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