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Cina Materie Prime

Cosa farà la Cina contro l’impennata delle materie prime

Il primo ministro della Cina, Li Keqiang, ha anticipato l'avvio di una serie di misure governative per stabilizzare i prezzi delle materie prime. A giorni ci sarà la prima vendita di petrolio dalle riserve. Ecco cosa sappiamo

Durante una visita nella provincia del Guangxi, nella Cina meridionale, il primo ministro Li Keqiang ha annunciato che il governo cinese ricorrerà a una serie di misure per stabilizzare i prezzi delle materie prime, cresciuti di molto negli ultimi mesi. La notizia è stata riportata dall’agenzia di stampa cinese Xinhua.

COSA HA DETTO IL PREMIER LI

Li ha spiegato che il governo di Pechino punterà in particolare sull’utilizzo degli strumenti di mercato, e che le politiche macroeconomiche andranno definite tenendo in considerazione le necessità delle aziende locali, specialmente in questi momenti di incertezza economica. Ha dichiarato poi che le riforme e l’apertura economica hanno giocato un ruolo chiave nello sviluppo cinese, e che il paese continuerà ad aprirsi per assicurarsi una “catena di approvvigionamento industriale più stabile”.

IL RUOLO DELLA RCEP…

La regione del Guangxi, sostiene Li, potrà sfruttare il suo apparato economico (colture agricole, minerali non ferrosi, automobili) e la sua posizione geografica (l’accesso al mare) per approfondire i legami commerciali con le altre nazioni asiatico-pacifiche del Partenariato economico globale regionale (RCEP), l’accordo che ha istituito la più vasta area di libero scambio al mondo. Ne fanno parte of Australia, Brunei, Cambogia, Cina, Corea del sud, Giappone, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Nuova Zelanda, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam.

… E QUELLO DEI PRIVATI

Li ha voluto sottolineare – probabilmente per rassicurare gli imprenditori dopo la stretta statale su una serie di settori – che il settore privato è indispensabile per avere un’economica dinamica, e che lo stato proseguirà con le riforme che miglioreranno il contesto operativo per le imprese.

COSA FARÀ LA CINA SUL PETROLIO

L’aumento dei prezzi delle materie prime, dall’alluminio al greggio, sta mettendo sotto pressione la produzione industriale e, conseguentemente, la ripresa economica attraverso l’aumento dell’inflazione.

Il greggio West Texas Intermediate (il riferimento del mercato americano) si scambia a 72,6 dollari al barile, il 90 per cento in più rispetto all’anno scorso; i prezzi dell’alluminio sono ai massimi da tredici anni. Mercoledì scorso l’indice Refinitiv/CoreCommodity CRB, che traccia i prezzi di tutte le varie materie prime, ha toccato il livello più alto da sei anni.

Per la prima volta nella storia, il governo cinese ha deciso che rilascerà sul mercato una parte delle sue riserve strategiche di petrolio: il prossimo 24 settembre verranno messi all’asta 7,38 milioni di barili. Non è ancora chiaro quali potranno essere le conseguenze di questa mossa sul mercato, visto che l’aumento del prezzo del greggio dipende principalmente dall’impatto della pandemia (le aperture, le chiusure) sui livelli di domanda e offerta. Non è detto insomma, scrive il Nikkei Asia, che il rilascio dei barili avrà dei benefici diretti per le medie imprese cinesi.

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