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Barnier

Chi sbrocca in Europa per la svolta poco teutonica del francese Barnier

Il corsivo di Teo Dalavecuras

Michel Barnier ha gettato nello stagno di Bruxelles un macigno. Barnier è il politico francese di estrazione gollista con un importante passato di commissario europeo, che ha guidato con mano assai ferma le trattative per l’uscita del Regno Unito dalla Ue, riuscendo (non da solo, ovviamente) a tenere insieme i ventisette condomini e a evitare le consuete cacofonie che si registrano in Europa tutte le volte che il condominio deve affrontare problemi seri. Parlo di condominio non per il piacere di usare una scontata metafora ma perché l’Unione Europea è tecnicamente organizzata come un condominio, dove per effetto della sacralità del diritto di proprietà si richiede l’unanimità sulle decisioni cruciali, quelle che attengono alla proprietà appunto. Con la conseguenza che tutto quanto concerne la gestione quotidiana dell’immobile è concentrato nelle mani dell’amministratore. Nel caso dell’Ue si chiama “Commissione Europea”, ha un vertice che dura cinque anni (assai più della durata media dei governi italiani) è forte di decine di migliaia di burocrati molto ben pagati e si occupa ormai di quasi tutti gli aspetti della vita dei cittadini dell’Unione. Piccolo difetto: non è democraticamente legittimato.

Gli amministratori del condominio di Bruxelles sono fortemente irritati e forse addirittura preoccupati, perché Barnier, che vanta credenziali europee di prim’ordine, e ha deciso di correre per le presidenziali francesi del prossimo anno, ha fatto la scandalosa proposta di indire un referendum in Francia per creare uno “scudo costituzionale” che consenta di recuperare “libertà di manovra e di interpretazione”. E “per buon peso”, come si diceva una volta, ha aggiunto che la Francia deve recuperare influenza in Europa rispetto alla Germania. La proposta è circoscritta alla materia dell’immigrazione, in cui l’Ue ha dimostrato in tutti i modi l’impossibilità di andare d’accordo, ma che la Commissione non ha nessuna intenzione di vedersi sfuggire di mano, avendo appena varato una nuova più ricca “agenzia” dedicata (se ne è parlato in un precedente articolo di Startmag).

Stamani Brussels Playbook, il quotidiano online di Politico, (acquistato nei giorni scorsi da Springer Verlag) si è scatenato. La svolta “anti-europea” di Barnier è una tale enormità, scrive, che si è pensato a disinformazione dei russi, scrive. E poi cita, di un sottosegretario francese agli affari europei, Clément Beaune, uno “stupore” che peraltro non può stupire, visto il ruolo d Beaune. Di un certo Julien Hoez dei liberali europei riporta la seguente frase: “Michel Barnier insegna come distruggere la propria carriera e la propria credibilità nella speranza di sembrare votabile a un elettorato che lo detesta”. Rinfaccia a Barnier il cherry-picking (la pretesa cioè di restare nell’Unione senza riconoscere, in una determinata materia, in questo caso il controllo dell’immigrazione, le decisioni della Corte di Giustizia europea), che lo stesso Barnier aveva impedito di praticare – con successo, va detto – ai negoziatori britannici nel corso del lungo negoziato per l’uscita del Regno Unito dalla Ue.

L’iniziativa di Barnier è ovviamente anche finalizzata alla gara per l’Eliseo, ma è studiata con molta cura ed è per questo che la prima reazione della Commissione, attraverso Brussel Playbook, oggi tedesca, è addirittura rabbiosa: le solite fonti anonime “fanno sapere” che Barnier non ha rinunciatoalla propria “generosa” pensione della Ue.

Considerato lo spessore e la gravità del problema dell’immigrazione e il dato oggettivo della distanza incolmabile tra i diversi Stati membri in questa materia, pensare di fronteggiare un’iniziativa studiata come quella di Barnier con argomenti così miseri, da asilo Mariuccia”, oppure dando a un uomo con la storia di Barnier dell’antieuropeo, non sembrerebbe particolarmente intelligente. I fatti hanno dimostrato che questo problema non si risolve con i cavillosi e costosi espedienti, detti “compromessi”, della cui gestione la burocrazia di Bruxelles è maestra e sui quali ha costruito il proprio potere. Comunque sia sarà interessante vedere se e come si svilupperà questa polemica.

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