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Bonus Cultura: problemi, proposte e idee

Il post di Gianandrea Abbascià Un credito in tasca è Cultura? Sono stato perplesso sin da subito sulla sua reale e concreta utilità. Sento in queste ore dell’ipotesi che possa essere eliminato/abolito; passano le ore e leggo che il Consiglio di Stato blocca, o meglio, non ritiene sufficiente un Decreto ma è necessaria una norma…

Un credito in tasca è Cultura? Sono stato perplesso sin da subito sulla sua reale e concreta utilità. Sento in queste ore dell’ipotesi che possa essere eliminato/abolito; passano le ore e leggo che il Consiglio di Stato blocca, o meglio, non ritiene sufficiente un Decreto ma è necessaria una norma di “rango primario”, una legge vera e propria.

Le mie personali perplessità in primis nacquero proprio dalla sua “linearità economica”, se posso così definirla; 500€ indistintamente, a giovani le cui famiglie non riescono neppure a presentare una dichiarazione dei redditi e a giovani le cui famiglie hanno disponibilità milionarie non mi sembrava un concetto propriamente equo e corretto. Certo che, pensare di poter impostare una politica culturale con un’erogazione lineare mette anche in forte difficoltà il concetto stesso di Cultura.

Le mie perplessità si sono poi notevolmente appesantite quando ho sentito, da racconti vari, che questi bonus sono poi diventati in molti casi mero oggetto di scambio economico del tipo “ti vendo il mio bonus per xxx euro, mandando in soffitta quelle flebili ipotesi di poter generare Cultura. forse in un Paese ricco di Cultura come l’Italia, ricco di tradizioni gastronomiche, ricco di musei, ricco storia, ricco di una infinità di tradizioni, bisognerebbe provare a fare un sovrasforzo e puntare su qualcosa di più strutturato di un bonus/credito da poter spendere, seppur in diversificate modalità, specie se erogato in modo lineare.

Come si suol dire “la coperta è corta”, quindi in tempi di bassa marea sarebbe opportuno provare a gestire in maniera più articolata le limitate disponibilità economiche. Forse negli ultimi anni è mancata la capacità di focalizzarsi sul concetto di Investimento Strategico. Un investimento fatto a pioggia non credo possa essere ritenuto di per se strategico.

Perché non valutare, ad esempio, la possibilità di attuare una decontribuzione su assunzioni fatta in modo lineare? Si potrebbe comprendere come, così fatta, rischia di essere non pienamente efficiente andando a supportare aree e/o settori strategici che hanno comunque un soddisfacente livello di redditività.

Immaginiamo invece di poter puntare proprio su alcuni settori ritenuti strategici per il nostro Paese ma che non riescano a determinare un cambio di passo o puntare su alcune aree del Paese stesso, magari economicamente più in affanno, probabilmente tale decontribuzione renderebbe merito al sovrasforzo fatto e potrebbe a sua volta incentivare investimenti che possono generare maggior gettito fiscale, nonché un meccanismo di indotto ad esso correlato.

Tornando quindi al nostro bonus, si sarebbe potuto fare un ragionamento più ampio, a mio modesto parere, e magari puntare sulla valorizzazione di siti/beni/aree culturali, ad esempio, in modo da poter generare connessa occupazione e relativo indotto. Si sarebbe potuto, ma non è mai troppo tardi per farlo.

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