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Salvini

Berlusconi e Meloni, dalla guerra alla pace

La nota di Paola Sacchi.

 

Come alcuni segnali facevano immaginare già sabato scorso, anche per il prevedibile effetto boomerang degli attacchi durissimi, un po’ inusuali per il galateo istituzionale, venuti da sinistra appena dopo il voto del parlamento per la seconda e terza carica dello Stato, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi sembrano andare verso l’accordo. Dopo una telefonata ieri sera, oggi pomeriggio sarà il leader azzurro, fondatore del centrodestra, a recarsi in Via della Scrofa a Roma, sede di FdI.

È la prima volta che Berlusconi si reca nella ex sede di An. I vertici della coalizione si erano sempre tenuti nelle sue residenze, ma era stata la stessa Meloni a chiedere di cambiare e tenerli anche in altri luoghi istituzionali o politici, come è accaduto per l’incontro svoltosi a Montecitorio che ha siglato a fine luglio il patto per la campagna elettorale a tre punte.

Che il disgelo fosse in arrivo si poteva già intuire nelle parole della stessa premier in pectore, che sui social ha lanciato il segnale da cui si evince che il governo di centrodestra si farà. Ha scritto Meloni su Facebook: “Gli attacchi scomposti della sinistra negli ultimi giorni rappresentano un vero e proprio insulto ai cittadini che hanno scelto da chi essere rappresentati. Capisco che per questi esponenti possa sembrare quantomeno anomalo vedere dei partiti che hanno la possibilità di governare con l’appoggio degli italiani ma, che piaccia loro o meno, questa è la democrazia”.

Poi, il passaggio chiave della presidente di FdI da cui si evince che la strada per l’accordo, per un esecutivo che dovrà affrontare tanti ostacoli dovuti alle emergenze, è in discesa: “Si mettano l’anima in pace: siamo qui per risollevare la nostra Nazione. Sarà un percorso pieno di ostacoli, ma daremo il massimo. Senza mai arrenderci”.

Matteo Salvini, che è stato ieri in contatto con gli alleati, esprime subito l'”estremo ottimismo” della Lega per l’incontro tra Meloni e Berlusconi. E aggiunge: “L’obiettivo comune di tutto il centrodestra dev’essere quello di rispondere alle aspettative degli italiani, con buonsenso, responsabilità e serietà”. Il vertice di oggi è frutto di un lavoro di mediazione, dopo i forti contrasti tra Berlusconi e la premier in pectore, da parte del leader leghista e secondo i rumors di Gianni Letta, dello stesso Ignazio La Russa, pur non votato da FI, ad eccezione di Berlusconi e Elisabetta Alberti Casellati, alla presidenza del Senato. Anche Marina Berlusconi sarebbe scesa in campo per il disgelo. E a sera c’è l’importante suggello di una nota della stessa senatrice Licia Ronzulli sul cui nome per la compagine di governo, nome non accettato da FdI, era nato il contrasto tra il Cav e Meloni. Giorgio Mulè, figura di peso del firmamento azzurro, ex sottosegretario alla Difesa, aveva già sottolineato nei giorni scorsi che il problema non era quello personale di un nome ma della richiesta di Berlusconi di veder affermato nel nuovo esecutivo “il rispetto delle sensibilità politiche e culturali di FI”.

Ronzulli afferma che il centrodestra si recherà unito al Colle e proporrà il nome di Meloni. Nella nota, la senatrice, stretta collaboratrice del Cav, sottolinea: “Il caso Ronzulli non è mai esistito, e comunque non esiste più. Io sono figlia di un Carabiniere, mio padre ha servito il Paese nell’Arma per tanti anni e mi ha insegnato che servire la Patria è il primo dovere di ogni cittadino e prima di tutto di chi ha responsabilità pubbliche”. Per cui, “L’Italia ha bisogno di avere un governo al più presto, con una squadra di alto profilo, sostenuta da una coalizione di centro-destra unita, coesa e compatta, così come ci hanno chiesto gli italiani”. Sul governo Ronzulli afferma: “Forza Italia dovrà svolgere il ruolo importante, sul piano dei contenuti e degli assetti, che le è stato conferito dal consenso degli elettori. Nei prossimi giorni il centrodestra si presenterà unito al Colle, per proporre al Presidente della Repubblica di conferire l’incarico all’on. Meloni, che ha il diritto-dovere di guidare il Paese per portarlo fuori dalla crisi”.

Ronzulli, infine, su quello che la riguarda sottolinea: “A dispetto delle ricostruzioni malevole, io ho sempre lavorato per questo, anche in occasione della votazione per il Presidente del Senato. Continuerò a farlo, da senatrice della Repubblica o in qualunque ruolo il Presidente Berlusconi ritenesse di indicarmi”. Quello di oggi, quindi, si annuncia come un vertice clou per imprimere una svolta nella ricerca della “quadra” sul nuovo esecutivo di centrodestra. Il toto-nomi ha ripreso a impazzare. Casellati, come aveva chiesto Berlusconi, potrebbe andare alla Giustizia? Oppure, all’Università? E questo sarebbe un elemento chiave per far decollare l’intesa, che vede sempre il vicesegretario leghista Giancarlo Giorgetti al Mef. Il Cav recandosi in Via della Scrofa dalla leader di FdI il partito ora traino del centrodestra riconosce anche sul piano plastico dell’immagine a Meloni il peso della sua vittoria che ha determinato quello di tutta la coalizione. Ma non è una capitolazione. Perché le vicende dei 28 anni di centrodestra stanno a dimostrare che, pur nelle alterne sorti elettorali, dal Cav non si prescinde.

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