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Berlusconi

Alessia, Burioni e le burinate

Il corsivo di Paola Sacchi

 

Alessia la conosco solo su Twitter. È una mia follower, corrisposta. È dolcissima, gentile, di buone letture. Ci parla su Tw delle sue giornate, con semplicità che non è semplicismo, ci fa il diario della sua vita con grande naturalezza, senza esibire il proprio “io, io”, quella specie di “so tutto io” di cui i social sono pieni. Ci mostra le sue colazioni, i suoi libri, anche quello dal titolo “autostima”, che ha letto da piccola. Ci parla dei suoi sogni e aspirazioni: fare le vacanze, l’Università, trovare un lavoro, come tutti gli altri.

Alessia è una ragazza trentenne disabile, come lei stessa ricorda. Twitter, dove lei esprime le sue idee, senza mai offendere nessuno, è importante per tutti, ma lo è in particolare per lei, che trascorre le sue giornate di solito in casa. Sui social incontra gli amici, chi l’apprezza, la stima e le vuole bene.

Ieri Alessia è balzata sotto i riflettori dei media perché presa di mira da un uomo famoso, che sta spesso in Tv, sulla Rai, il virologo Roberto Burioni. Il quale a un tweet di Alessia ha risposto con l’immagine della ragazza e un “capisco” di evidente derisione. Lei stava difendendo il deputato della Lega Alex Bazzaro, attaccato dallo stesso Burioni che lo ha messo in contrapposizione con colleghi di partito.

Alessia è leghista, in un suo scritto molto bello ricorda che lo diventò dopo aver conosciuto l’ex deputato Gianluca Buonanno, morto ancora giovane in un incidente stradale. Da inviato di politica parlamentare anche sulla Lega, “Gianluca” lo ho conosciuto anche io. Era un bravo amministratore della sua città, un appassionato militante e anche un uomo di innocue gag dal significato politico a Montecitorio. Anche i commessi a “Gianluca”, lontano parente di Ridolini, come mi disse in una intervista, volevano bene. E quanto si divertivano. Ecco, ieri, invece, non ci siamo divertiti per niente.

A stigmatizzare con fermezza il comportamento di Burioni è stato il deputato leghista Claudio Borghi. È intervenuto, Borghi, a spada tratta a difesa di Alessia chiedendo innanzitutto al sevizio pubblico Rai di riprendere in considerazione le ospitate di chi si comporta così. E contro il comportamento del noto virologo è sceso in campo lo stesso leader della Lega Matteo Salvini. Con lui molti altri parlamentari. Solidarietà dalla presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Decine e decine e non solo leghisti i messaggi di solidarietà a Alessia e di protesta con Burioni (che ha poi rimosso il tweet-commento). Daniele Capezzone ha raccomandato “commenti british, dimostrate di essere diversi da chi offende così”, non tutti tra i naviganti meno conosciuti hanno seguito, purtroppo, il saggio consiglio dell’editorialista della Verità e ex parlamentare.

Nessuna solidarietà, almeno fino a ieri sera molto tardi, dalla sinistra, sempre prontissima a difendere i suoi. Peggio: da un sostenitore di Burioni il deputato Bazzaro si è beccato anche un insulto del tipo “chi vota per la Lega è antropologacamente diverso dal resto della razza umana”. Da un giornalone Alessia è descritta come una “di idee no vax”. Un’importante agenzia di stampa ha dato la notizia senza dire che Alessia è disabile, risultato: si capiva un tubo.

Ecco, a noi non interessa come la pensi Alessia su questo e onestamente, pur essendo pro-vax, tante discussioni sulla pandemia etc. non ci interessano molto. Ma abbiamo sempre ritenuto davvero scorretto, disumano, se si può adoperare ancora questo termine, classificare l’umanità per etichette.

E se un medico deve, in generale (non mi riferisco a Alessia e l’on. Bazzaro), convincere le persone è un po’ dura che ci riesca con il metodo Burioni, detto con gran rispetto.

Ho fatto un tweet di solidarietà con Alessia, dove, per alleggerire, le ricordo che in fondo non tutto il male viene per nuocere. Seppur in contesti diversi, lei si trova in compagnia di un mito della storia del calcio, Gianni Rivera, il campione di Italia-Germania 4 a 3 dell’Azteca, gara simbolo di resistenza, lezione di carattere, che andò oltre il calcio e l’amore per la nostra squadra. L’Italia in quell’occasione per la prima volta scese in piazza con il tricolore. E i personaggi famosi forse non deridevano con tanta boria gli altri, tanto più se fragili, in tv e su Twitter che non c’era ancora.

E poi esser famosi è un conto, aver segnato la storia in qualsiasi campo e competenza del nostro Paese è un altro. Rivera è Rivera, si possono condividere o meno le sue idee. E Alessia è Alessia. Mitica anche lei, per la naturalezza con cui ci parla della sua vita di tutti i giorni, gente di tutti i giorni, diceva la canzone.

Riportandoci con i piedi per terra. Ci vuole tanto coraggio, profondità e grande intelligenza per saperlo fare.

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