I ripetuti casi di violenza in Germania, enfatizzati capillarmente sui social media specie quando compiuti da cittadini immigrati, e la visibilità fornita dalla spregiudicatezza di Elon Musk alla leader di AfD Alice Weidel, con il colloquio in diretta sulla piattaforma X e i ripetuti messaggi di sostegno, mettono le ali all’estrema destra tedesca. L’ultimo sondaggio appena sfornato dall’istituto Insa per l’edizione domenicale della Bild e precedente al congresso che ha incoronato proprio Weidel come candidata alla cancelleria del partito, assegna ad AfD il 22%, circa tre punti percentuali in più rispetto alla precedente rivelazione. E riduce a 8 punti la distanza con il primo partito, l’Unione di Cdu e Csu data al 30%, a sua volta in calo di un paio di punti.
L’apertura di credito dell’imprenditore che ha impiantato a due passi da Berlino la più grande gigafactory europea della sua Tesla sta giovando al partito guidato da Weidel, che vive una sorta di sdoganamento mediatico dopo anni di ostentato ostracismo. Il cosiddetto muro anti incendio (Brandmauer) tiene a livello politico ma vacilla su quello mediatico, almeno quello non istituzionale. Grazie a internet e in particolare a Musk. Perché è ancora vero che, mentre ad esempio in Italia le cronache politiche dalla Germania sono in questi giorni monopolizzate da reportage su e intorno ad Afd, sul sito del telegiornale della prima rete televisiva Ard le notizie del turbolento congresso svoltosi a Riesa finiscono in fondo ai servizi sull’Spd, sulla Cdu e finanche su Bsw, il partito populista di sinistra di Sara Wagenknecht che fino a poco tempo fa sembrava l’unica forza politica in grado di sottrarre consenso a AfD. Oggi non più.
Sul fronte dei social media, il mondo politico tedesco era forse pronto a contrastare i tentativi nascosti della propaganda russa di influenzare campagna elettorale e voto, ma si è fatta trovare impreparata di fronte alle incursioni alla luce del sole di colui che dovrebbe anche avere un ruolo non secondario all’interno dell’amministrazione Trump.
E se il colloquio con Weidel non ha lasciato grandi strascichi di contenuto, piuttosto una polemica che ora impegna gli storici del paese sulla teoria della leader di estrema destra che Adolf Hitler fosse in sostanza un comunista perché nazionalizzò aziende private, impose tasse altissime e infatti il suo partito si chiamava nazional-socialista, il focus di Musk su Germania e AfD continua senza sosta. L’account X di Musk ha trasmesso in diretta il congresso del partito a Riesa e soprattutto ha dato eco alla dichiarazione dell’ex commissario europeo Thierry Breton, il quale ha minacciato un intervento di Bruxelles sul voto tedesco, qualora questo non fosse gradito ai vertici dell’Unione europea. Di più, Breton ha ammesso che un tale intervento è già stato compiuto recentemente in Romania, dove è stato annullato il risultato delle elezioni presidenziali con motivazioni non provate e che anche i più acerrimi nemici di Mosca considerano quantomeno dubbie. Si chiamerebbero ingerenze, anche quando a compierle è l’Unione europea.
Queste dichiarazioni, che Musk ha prontamente evidenziato e stigmatizzato su X nel quadro di una polemica ormai di lunga data che lo vede contrapposto all’ex commissario europeo, sono acqua al mulino di AfD, l’unico vero partito anti-europeista della Germania.
Nell’intervento congressuale che l’ha consacrata come candidata per la cancelleria, Weidel ha ribadito la sua visione critica della Germania attuale. A differenza del suo recente incontro con Musk, dove il tono era stato più cordiale, questa volta Weidel ha adottato uno stile più aggressivo e combattivo, dipingendo un quadro molto negativo del paese e invocando la necessità di un cambiamento radicale. Ha preso di mira in particolare la Cdu, che ora vede elettoralmente nel mirino, e il suo leader Friedrich Merz, definito il principale avversario politico e accusato di copiare le posizioni dell’AfD.
La sua agenda politica si è concentrata su alcuni punti chiave: ha sostenuto apertamente il concetto di “remigrazione” (che implica l’espulsione di persone con background migratorio, inclusi cittadini tedeschi), nonostante in passato avesse preso le distanze da questo termine. Ha inoltre proposto la chiusura totale delle frontiere tedesche.
Il programma di Weidel include anche l’eliminazione degli studi di genere dalle università, lo smantellamento delle turbine eoliche e il ritorno all’energia nucleare, oltre alla riattivazione del gasdotto russo Nordstream. Con questi provvedimenti, sostiene di avere un piano per rendere la Germania “forte, ricca e sicura”. Il suo discorso, caratterizzato da una retorica tagliente e gesti enfatici come il pugno alzato, è stato accolto con entusiasmo dai delegati presenti. La corsa è partita e questa volta il partito punta apertamente a diventare la seconda forza politica del paese. Le evoluzioni nella vicina Austria confermano una fase molto delicata della politica nell’Europa centrale di lingua tedesca, dove crisi politica, economica e dell’ordine pubblico si intrecciano in una miscela esplosiva.