In genere quelli che si indignano per il fatto che la Weidel abbia usato il termine “comunismo” riferito a Hitler sono gli stessi davvero convinti che Musk sia un “tecnofascista”.
In quanto alla scelta lessicale, molto semplicistica certo (anche se non ha parlato di marxismo, la Weidel, attribuendolo a Hitler) ma d’effetto, la Weidel ha furbescamente usato comunista in luogo dei più reali “socialista” o collettivista perché stava comunque rivolgendosi a una platea americanocentrica ed è ben noto quanto negli USA sia diffuso il convincimento che il Terzo Reich sia stata una esperienza politica di sinistra e socialista (sul dibattito c’è il saggio riassuntivo di Rainer Zitelmann Was Hitler Really Right-Wing? o The Myth of “Nazi Capitalism di Chris Calton, senza contare il risalente saggio di Erik von Kuehnelt-Leddihn Leftism sulle radici socialiste del totalitarismo, assunto concettuale che Mises aveva sviluppato decenni prima in Planned Chaos).
E usando “comunista” il suo distanziamento da quella esperienza storica sarebbe risultato per quelle sensibilità ancora più radicale, in quanto devoluto a emendare la destra dalla etichetta di “fascismo” (o peggio ancora di “nazismo”).
D’altronde, in quanto a rigore politologico e precisione, viviamo in un mondo nel quale la sinistra per motivazioni di criminalizzazione dell’avversario definisce “fascista” letteralmente chiunque.
(tratto dall’account di Venanzoni su X)