75 testate si uniscono per combattere le fake news. 8 indicatori per giudicare un giornale
Lotta alle fake news. È questo l’obiettivo di The Trust Project, un consorzio di 75 testate giornalistiche americane ed europee, tra cui New York Times, The Economist, il Wall Street Journal, il Washington Post, Repubblica, La stampa, che hanno deciso di dire stop alle bufale su internet, provando a riabilitare l’informazione.

C’è da dire, però, che questa espressione negli ultimi mesi è stata svuotata del suo significato originale. Donald Trump, per esempio, l’ha utilizzata per diffamare il New York Times e il Washington Post, che non sono proprio due quotidiani conosciuti per i contenuti poco veritieri.
E’ così che le 75 testate hanno pensato di dare vita ad otto “Indicatori di fiducia”, in grado di consentire la valutazione della loro affidabilità. A capo del progetto la giornalista Sally Lehrman, a capo del programma di Etica del giornalismo al Markkula Center For Applied Ethics della Santa Clara University.
Questi gli indicatori:
1. Best practice. Standard, mission, impegni etici, finanziatori.
2. Competenze dell’autore. Saranno forniti dettagli sull’autore dell’articolo e link ad altri suoi pezzi.
3. Genere di articolo. Ogni articolo avrà un’etichetta che aiuti a distinguere tra articoli di opinione, analisi e contenuti promozionali o sponsorizzati.
4. Citazioni e riferimenti. Un maggiore accesso alle fonti delle inchieste e degli approfondimenti.
5. Metodi di lavoro.
6. Fonti.
7. Schieramento della testata.
8. I lettori possono dare il loro contributo?
La decisione di Facebook: no sponsorizzazioni a chi diffonde fake news
Anche i social sono imoegnati da mesi nella lotta alle fake news. Facebook ha annunciato che le pagine che pubblicheranno ripetutamente notizie bufala sul social network non potranno più comprare spazi pubblicitari sulla piattaforma. In pratica, non potranno sponsorizzarsi, e quindi di incrementare il numero di lettori e i ricavi correlati.

A fare il fact-checking delle notizie su Facebook sono realtà come l’Associated Press e Snopes. Una pagina scoperta a diffondere bufale da questi controllori, qualora smetta di veicolare fake news, potrà tornare a sponsorizzarsi.






