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La Silicon Valley sarà uno stato indipendente?

Nella Silicon Valley, il miliardario e venture capitalist Timothy Draper ha un sogno: unire le sei Californie in una. E' lui il principale sostenitore di una proposta che avrebbe diviso lo stato più popolato del paese in sei parti, con la creazione dei nuovi stati di Jefferson, Nord California, California centrale, Sud California, West California e la Silicon Valley.

 

Ora il suo sogno è a un passo dal diventare realtà: una petizione per le “Six Californias” “ha raggiunto le 808.000 firme necessarie per ottenere un referendum sulla scheda elettorale nel 2016”, ha riportato il portavoce Roger Salazar a Reuters. Ma questo non significa che questo evento possa accadere presto e in qualunque momento: anche se la proposta è stata approvata dagli elettori, ci sarebbe ancora bisogno dell’approvazione da parte del Congresso per andare avanti, ma questo probabilmente, è il punto più difficile.

 

“Dividere la California in sei stati solleverebbe tutta una serie di preoccupazioni circa l’equilibrio partigiano del Senato,” ha detto Brendan Nyhan, assistente professore del Dartmouth College alla ABC. “Non posso immaginare che questo piano possa effettivamente realizzarsi.”

 Ma forse, la possibilità più allettante per il successo di questo piano politico è l’interesse di Draper al taglio del Golden State Bridge, immenso crocevia di interessi, e allo stesso tempo, canalizzazione degli interessi degli investitori dell’hi-tech.

I confini proposti dal piano “Six Californias”, come riporta il Washington Post, dovrebbero separare alcune delle parti con i guadagni più alti della California, compattandoli con le aree geografiche e agricole meno prospere della zona. In realtà, una relazione su questo piano, proposto dall’Ufficio Legislativo della California da prima di quest’anno, diceva che il progetto di uno stato della Silicon Valley, comprendeva la zona di San Francisco Bay insieme con il corridoio della tecnologia (cioè con i big dell’hi-tech ivi operanti come Apple, Google, Microsoft, Facebook, ecc..)  associato, che registra il più alto reddito personale pro capite di qualsiasi stato. Nel frattempo la California centrale, che dovrebbe includere Fresno e alcuni dei terreni agricoli più fecondi di quella zona, dovrebbe assorbire anche dei territori che fanno registrare un reddito personale pro capite collocato al di sotto di 150 dollari, cioè di quello dello stato americano che fa segnare il tasso più basso, il Mississippi.

Draper pensa che questa lacuna possa essere superata: “Se potessero governare se stessi autonomamente, credo che possano favorire il lavoro manifatturiero in California centrale”, ha detto a Venture Beat il mese scorso. “La California centrale potrebbe essere uno stato ricco, non nell’immediato, ma in prospettiva tra più di 10 o 20 o 30 anni.” “L’idea”, dice, “sarebbe quella di creare un rapporto più localizzato tra cittadini e governi, poiché come stato, la California è un caos completo”, egli sostiene “e penso che sarebbe di aiuto suddividerla in aree, in questo modo tutto sarebbe più semplice da gestire”.

Ma in realtà, scheggiando gli stati, si potrebbe lasciare un pasticcio burocratico ancora più grande, con alcuni stati che affrontano sfide enormi quando si tratta di diritti d’acqua, gestione carceraria, questioni di bilancio e istruzione. L’Ufficio legislativo rileva che se lo stato di Jefferson e la California fossero compattati, potrebbero “non avere una gamma completa di programmi professionali, come il diritto e scuole di medicina, e università pubbliche all’interno dei loro confini.”

Insomma, problemi ce ne sono e sono tanti, ma si sa, l’America è pur sempre il Paese che ha fatto del sogno il suo slogan per eccellenza. 

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