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Come si fa a non perdere il treno dell’Innovazione?

Chi c'era e che cosa si è detto a “FutureS”

 

L’Unione Europea e l’Italia sono spettatori della partita tecnologica tra i ragazzi della California e la ricca squadra cinese. Un match che vede l’Ue nel ruolo di arbitro che si limita ad ammonire i calciatori, invece di giocare. Ma non tutto è perduto. Infatti innovazione, sinergie, formazione scientifica e umanistica, investimenti possono valorizzare il Genio Italiano e aumentare la competitività delle imprese e del Paese. È quanto emerso nel corso di “FutureS”, il primo di un ciclo di incontri organizzato da Sisal su temi centrali per il futuro dell’Italia.

INNOVAZIONE, COME VINCERE LA PARTITA DELL’IA?

Quest’anno gli investimenti privati in nell’IA in Usa e Cina raggiungeranno la cifra record di 100 miliardi di dollari. Una cifra che impressiona ancora di più se paragonata con gli altri Paesi del mondo, che spenderanno complessivamente 30 miliardi di dollari nell’Intelligenza Artificiale. L’AI Act europeo “è una soluzione che sta cercando un problema. Stiamo regolando qualcosa che non esiste. Lasciate il mondo agli innovatori invece che agli avvocati di Bruxelles”.

A dirlo è Alec Ross, autore di best-seller e investitore, ex consigliere del Dipartimento di Stato per l’innovazione Hillary Clinton e responsabile della politica tecnologica nella campagna presidenziale di Barack Obama.

“Lo Stato deve concentrarsi su come liberare l’innovazione invece di regolarla. Infatti, la regolazione serve, ma prima bisogna pensare agli investimenti. I talenti ci sono in Italia, così come importanti centri di ricerca sul settore dell’IA (Politecnico di Torino, Politecnico di Milano, le Università di Trento e Bologna) ma dobbiamo creare le condizioni per investire in questi talenti qui invece di favorire la fuga dei cervelli. Bisogna cambiare mentalità e iniziare a pensare ai prodotti che vogliamo sviluppare. È importante creare la nostra offerta sul mercato, che rifletta i valori europei, invece di temere quella straniera”, ha affermato Ross.

“Il settore dei semiconduttori è capital intenvise, quindi servono molti fondi. La Cina possiede già una politica industriale nel settore. Se non si delinea una strategia europea, l’Europa dovrà comprare questi prodotti fondamentali per la transizione da Cina, Taiwan e Usa.

INNOVAZIONE, IL RUOLO DELLE AZIENDE

La svolta tecnologica non può prescindere dall’affermazione di una cultura dell’innovazione nelle imprese e nell’intera società, secondo Francesco Durante, Ceo di Sisal.

“La nostra strategia consiste nello sviluppare una cultura dell’innovazione che pervada l’azienda, per poi poter scegliere dove allocare le risorse in modo sostenibile. Abbiamo puntato su un modello di innovazione distribuito. La nostra strategia digitale si basa sull’attrarre talenti nel breve termine, investire nella formazione nel medio e collaborare con il mondo accademico nel lungo termine su progetti quali il master di II livello HumanAIze: le scienze umane e sociali per l’intelligenza artificiale” ha affermato Durante.

“Crediamo fermamente che le aziende debbano assumere un ruolo proattivo nell’offrire soluzioni che non solo guidino la loro crescita, ma che promuovano anche un’innovazione responsabile. Solo attraverso una continua collaborazione tra aziende private e istituzioni potremo creare le condizioni per un futuro più digitale e inclusivo, indispensabile per garantire un progresso sostenibile per tutti”, ha aggiunto il Ceo di Sisal.

BENE LA RICERCA, MALE IL MERCATO

L’Italia eccelle nella ricerca ma spesso non riesce a tradurla in valore economico, secondo Massimo Carnelos, Responsabile Ufficio Innovazione Tecnologia e Startup del Ministero Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Cernelos ha sottolineato che c’è abbondanza di Startup ma poche riescono a fare il salto nel mercato e tengono a rimanere micro-imprese.

“La Startup è un’azienda disruptive, dopo 3 anni deve morire. Invece, in Italia il 98% sopravvive anche oltre i 4 anni, ma non riescono a scalare. Anche il venture capital deve generare rapidamente rendimenti altissimi. Al Governo chiedo di mantenere politiche chiare e durature, perché cambiare le regole del gioco allontana gli investimenti. Dobbiamo portare all’estero i nostri hub di innovazione per farli crescere e importare talenti in Italia”, ha sottolineato Carnelos.

L’IMPORTANZA DEGLI STUDI UMANISTICI

Puntare sulla crescita delle materie STEM è importante, ma anche le competenze umanistiche hanno un ruolo fondamentale nell’innovazione.

“Le competenze tecniche e tecnologiche sono cruciali. Sottolineo però che in questo periodo storico fortemente tecnocratico le competenze umanistiche sono altrettanto fondamentali. Credo che a caratterizzare l’Italia sia proprio la convivenza tra competenze scientifiche e umanistiche, non abbiamo mai visto una divisione tra tecnologia e Umanesimo. I grandi Geni avevano una conoscenza a tutto tondo. Per questo il master HumanAIze è così importante”, ha affermato Marina Geymonat, Director Enterprise Data, AI and Analytics di Capgemini.

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