Milioni di siti web down a causa dell’incendio che ha colpito il data center del fornitore cloud francese Ovh a Strasburgo.
Tra i siti inaccessibili anche quello governativo data.gouv.fr, quelli del Centre Pompidou e di alcuni uffici del turismo francesi o università. Ovh Cloud ha fatto sapere che sta valutando i danni e comunicherà quanto prima con la massima trasparenza i risultati ai clienti interessati.
Ma il disastro del datacenter dell’azienda Ovh sta causando disservizi anche ad alcuni enti pubblici locali italiani. A Pavia, Cattolica, Trapani e in altri comuni italiani finiscono offline siti e servizi.
Tutti i dettagli.
L’INCENDIO AL DATA CENTER DI OVH CLOUD
Alle 00.47 di martedì notte un incendio ha ridotto in cenere parte del data center Ovh Cloud di Strasburgo. Dei quattro data center, uno è stato totalmente distrutto, uno parzialmente. Si tratta di uno dei principali fornitori europei di cloud con oltre 29 mila server ospitati, circuiti su cui si basa il 3,2% dei siti web.
DISSERVIZI IN TUTTA EUROPA
Nessun dipendente è rimasto ferito, ha fatto sapere l’azienda, ma si moltiplicano le segnalazioni di disservizi in tutta Europa tra gli oltre 1,5 milioni di clienti dell’azienda.
L’azienda sta ancora cercando di stimare la quantità di dati irrimediabilmente persa.
Il Centre Pompidou, uno dei complessi artistici più famosi di Francia, ha dichiarato che il suo sito web non era disponibile. L’exchange di criptovalute Deribit ha detto che il suo blog era inattivo ma che il trading non è stato influenzato. Il server di scacchi gratuito Lichess.org ha dichiarato invece di aver perso 24 ore di cronologia dei giochi mentre sono offline i sitiweb del notiziario eeNews Europe.
Il sito meteorologico Meteociel ha annunciato tramite Twitter che alcune delle sue foto, immagini e servizi non erano disponibili a causa di un “guasto” in Ovh. Il sito afferma che Ovh ha detto loro che avrebbero dovuto attendere fino al 15 marzo per un “ritorno operativo” delle parti critiche del data center che interessano Meteociel. Meteociel ha aggiunto che “purtroppo un server di backup e i dati sugli altri server nell’incendio sembrano irrecuperabili”.
I SITI DOWN ANCHE IN ITALIA
“Disagi anche per i siti di alcuni comuni italiani (tra cui, quelli di Pavia, Trapani e Cattolica). Smentito invece dalle Entrate un collegamento con il rallentamento del portale di ieri mattina”, ha scritto La Verità. Down anche il sito della testata Fortune Italia, che su Twitter comunica di essere tornata online a 36 ore dall’incendio.
Il sito di Fortune Italia è tornato online, a 36 ore dall’incendio che ha colpito i server di OVH. https://t.co/DuaWydI1WN
— Fortune Italia (@fortuneitalia) March 11, 2021
PROBLEMI ANCHE NEL 2017
“E non è nemmeno la prima volta che enti pubblici italiani hanno problemi a causa di Ovh” ha scritto ieri Repubblica. “Una ricerca rivela che nel 2017 era successo lo stesso al Comune di Como e al Comune di Pordenone”.
COSA HA COMUNICATO L’AZIENDA
Con una nota ufficiale, la società francese ha fornito spiegazioni e aggiornamenti riguardo l’accaduto. “Un incendio si è verificato mercoledì 10 marzo 2021 alle 00:47 in una sala di uno dei 4 datacenter OVHcloud situati a Strasburgo, chiamata SBG2. L’incendio ha distrutto principalmente il datacenter SBG2 e ha parzialmente danneggiato il datacenter SBG1 (4 sale distrutte su 12). Gli altri due datacenter OVHcloud di Strasburgo non sono stati coinvolti nell’incendio; i server SBG3 e SBG4 sono in fase di disattivazione ma non sono stati interessati dall’incendio. Precisiamo che il sito non è classificato come Seveso. L’origine dell’incendio è attualmente in fase di accertamento ed è stata avviata una procedura d’indagine da parte delle autorità”.
“Per facilitare la gestione delle richieste dei clienti, consigliamo loro di creare ticket sul nostro sito o consultare il nostro centro assistenza” ha scritto Ovh Cloud.
IL RISCONTRO DEI CLIENTI
Ma al momento alcuni clienti non sembrano molto soddisfatti della gestione della crisi tramite ticket da parte di Ovh Cloud. Come ha lamentato Simone Bussoni, web project managar, su Twitter.
@OVHcloud_IT cavolo però, apro ticket per altro e non chiedo nulla sull'incidente #OVH, e mi copia-incollate sempre la stessa risposta che va a chi vi tedia con l'incidente… Comincio anche io allora a chiedere quando ci riaccreditate i soldi del server che non esiste più… pic.twitter.com/kjZk17EPRb
— Simone Bussoni (@simbus82) March 11, 2021
GLI IMPATTI SULLA PRIVACY
Ma oltre i danni ai clienti l’accaduto potrebbe anche avere conseguenti impatti nell’ambito della privacy. “In caso infatti si registrasse una perdita dei dati custoditi nei sistemi del campus, OVH e chi vi si appoggia incapperebbero in una violazione del GDPR. Se questa situazione si verificasse, il titolare del dato (in base al contratto con OVH) potrebbe incorrere “nella sanzione di cui all’articolo 83 comma 4 punto a) per violazione dell’articolo 32”, spiega Gabriele Faggioli, CEO di P4I, a cybersecurity360.
COSA FARÀ OVH
Dunque l’origine dell’incendio è attualmente in fase di accertamento, scoppiato solo due giorni dopo che la società di cloud computing francese aveva dato il via ai piani per un’offerta pubblica iniziale.
Come ha scritto il Fatto Quotidiano, “in soli 3 anni infatti, la parte di mercato delle aziende attive sul cloud europeo è passata dal 26 per cento al 16 a vantaggio dei giganti Usa, come Microsoft, Amazon e Google. Per rivaleggiare con loro, Ovh spera di utilizzare la quotazione in Borsa per aumentare investimenti e visibilità e raggiungere un fatturato di 1 miliardo di euro per quest’anno. In Europa possiede il 2 per cento del mercato ed è all’ottavo posto nel continente”.
MEGLIO PUNTARE SUL CLOUD NAZIONALE
“Può succedere che un datacenter vada a fuoco. Ciò che non deve succedere è che ne risultino problemi ai cittadini italiani”, ha detto a Repubblica Giovanni Manca, consulente storico di molti governi in fatto di amministrazione digitale. “Non è un caso che ancora ieri il nuovo ministro all’innovazione Vittorio Colao ha premuto sulla necessità di finanziare la migrazione degli enti su un cloud pubblico nazionale”.
In realtà, lo sviluppo di un cloud nazionale rientra già nel Pnrr, ovvero nella bozza di 125 pagine, sul tavolo del Consiglio dei Ministri dello scorso 7 dicembre.“Lo sviluppo di un cloud nazionale avverrà in parallelo e in sinergia con il progetto europeo Gaia-X, promosso da Germania e Francia e nel cui ambito l’Italia intende avere un ruolo di primo piano” si legge nella bozza del Pnrr.
Lo scorso settembre anche Ovh Cloud ha annunciato una partnership strategica con T-Systems, la filiale IT della tedesca Deutsche Telekom, nello sviluppo di un’offerta di cloud pubblico per dati aziendali sensibili, nel quadro del progetto Gaia-X.