Venerdì scorso le azioni di TSMC, la più grande azienda produttrice di microchip su contratto, hanno perso oltre il 3 per cento. Le ragioni sono due: una è la previsione di un calo del 10 per cento nelle vendite del 2023, l’altra è il posticipo dell’avvio della produzione in Arizona, nel sud degli Stati Uniti.
Giovedì scorso TSMC ha riportato un calo del 23 per cento dell’utile netto nel secondo trimestre dell’anno (non accadeva dal 2019, riporta CNN) per via dell’indebolimento della domanda globale di chip (conseguenza, a sua volta, dei timori per l’andamento dell’economia).
COSA PENSANO GLI ANALISTI
Secondo gli analisti, tuttavia, si tratta di un contraccolpo solo temporaneo perché le prospettive di lungo periodo dell’azienda rimarrebbero positive vista la tendenza generale al computing avanzato e all’intelligenza artificiale, settori nei quali TSMC può far valere la propria capacità tecnologica.
In una nota, Goldman Sachs ha detto di ritenere TSMC “ben posizionata per uno scenario di forte crescita nel 2024”. Gli analisti di Citi, similmente, hanno scritto di aspettarsi una “solida prospettiva dal 2024 in poi, grazie alla sua posizione di leader nella produzione di chip per l’intelligenza artificiale”. Attualmente i microchip per l’intelligenza artificiale rappresentano circa il 6 per cento delle entrate della società.
COME VANNO I CONTI DI TSMC
Nel trimestre aprile-giugno, l’utile netto di TSMC è sceso a 181,8 miliardi di dollari taiwanesi (5,8 miliardi di dollari statunitensi), rispetto ai 237 miliardi dell’anno prima e ai 172,5 miliardi stimati da un sondaggio di Refinitiv. Le entrate sono diminuite del 13,7 per cento su base annua a 16,5 miliardi di dollari.
Per il prossimo trimestre, l’azienda prevede una crescita della produzione dei microchip N3, quelli maggiormente avanzati, dalle dimensioni di 3 nanometri.
PROBLEMI IN ARIZONA
La tecnologia N4, da 4 nanometri, sta però avendo qualche problema negli Stati Uniti. In Arizona, dove TSMC investirà 40 miliardi di dollari per due fabbriche di microchip, la produzione nel primo stabilimento dovrà essere posticipata al 2025 per mancanza di lavoratori qualificati.
Il presidente di TSMC, Mark Liu, ha dichiarato che l’azienda invierà dei tecnici specializzati taiwanesi a Phoenix per addestrare la manodopera locale “per un breve periodo di tempo”.
L’investimento di TSMC è stato favorito dal CHIPS Act, il piano del presidente Joe Biden per la ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica e la produzione di semiconduttori: è diventato legge nell’agosto 2022 e vale 280 miliardi di dollari in tutto, di cui 52,7 destinati alla manifattura di chip negli Stati Uniti. La legge prevede anche un credito d’imposta sugli investimenti del 25 per cento per le spese nelle attrezzature.