Da Seattle a Cupertino, da Mountain View ad Almhult e a Davis: le aziende di tecnologia e non solo uniscono le forze per dare vita a uno standard comune che permetta ai sempre più numerosi prodotti e servizi smart home di dialogare tra loro. Facilitando, dunque, la vita dei consumatori e quella degli sviluppatori. Andiamo per gradi.
LE AZIENDE COINVOLTE
Partiamo dai protagonisti. Amazon, Apple e Google hanno dato vita ad un nuovo gruppo di lavoro, Project Connected Home over IP, cui collaboreranno anche Zigbee Alliance, Ikea, Legrand, Leedarson, MMB Networks, Nxp, Resideo, SmartThings, Schneider Electric, Signify, Silicon Labs, Somfy, Wulian.
IL PROGETTO
Le aziende, come spiega The Verge, intendono garantire che qualsiasi dispositivo smart home acquistato dall’utente funzionerà nelle case indipendentemente dallo smartphone o dall’assistente vocale che si utilizza.
“I clienti possono essere certi che il loro dispositivo preferito funzionerà a casa e che saranno in grado di installarlo e controllarlo con il loro sistema preferito”, scrivono le aziende
NUOVO STANDARD DI COMUNICAZIONE
Per raggiungere l’obiettivo, le aziende andranno a sviluppare un nuovo standard di comunicazione royalty-free per migliorare la compatibilità tra i prodotti smart home, ovvero delle tecnologie di rete basate sull’IP (Internet Protocol), garantendo sicurezza e privacy.
“Il nostro obiettivo è riunire tecnologie testate sul mercato per sviluppare un nuovo standard aperto di connettività domestica intelligente basato su IP (Internet Protocol)”, si legge nel comunicato di Google.
I VANTAGGI PER SVILUPPATORI E CONSUMATORI
Sviluppatori e consumatori, spiega Google, trarranno un grande vantaggio da questo nuovo standard universale di connettività domestica intelligente. Agli “sviluppatori, semplifica lo sviluppo del prodotto e riduce i costi fornendo loro uno standard per la costruzione dei loro prodotti”, mentre al consumatore permetterà “di scegliere come controllare casa indipendentemente dalla tecnologia della casa intelligente che si sceglie”
IN ATTESA DEL PROTOCOLLO UFFICIALE
Per ora si tratta di un accordo tra le aziende, ma dovrà seguire la definizione del protocollo unificato, la successiva attività di promozione del medesimo e l’effettiva adozione/diffusione.