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Manfredi Università

Sapienza, Statale di Milano, Trento e non solo: come ripartono le università?

Che cosa succede nelle università alle prese con la riapertura

 

Aule piene al 50% e didattica a distanza per raggiungere i fuorisede. Dopo le scuole, anche le università sono pronte a riaprire i battenti.

A Trento le lezioni in presenza sono già iniziate e distanziamento e sicurezza sono garantiti tramite app.

Tecnologia e monitoraggio continuo del personale per l’Università di Padova, mentre Milano preferisce, di fatto, ancora una didattica a distanza.

La Sapienza a Roma taglia fuori tutti i professori “fragili”.

Ecco tutti i dettagli.

MODELLO MISTO

Partiamo dalla ripartenza che ha auspicato il ministro dell’Università Gaetano Manfredi in un’intervista a Sky tg 24: “Le lezioni in presenza stanno riprendendo in tutte le università: alcune hanno iniziato, la maggior parte riprende lunedì prossimo; c’è un modello misto che prevede una occupazione delle aule al 50% e in contemporanea la didattica a distanza per raggiungere i fuorisede e gli stranieri ma anche coloro che non sono in grado di seguire le lezioni per vari motivi”, ha detto il ministro.

PRIORITA’ A MATRICOLE

Previste le lezioni in presenza per le matricole, che iniziano in questi giorni il loro percorso universitario e che ancora poco conoscono del mondo accademico.

“Si è cercato di privilegiare le matricole hanno bisogno di una guida più robusta ma stiamo cercando di garantire il massimo della sicurezza convivendo con la pandemia”, ha aggiunto Manfredi.

MASCHERINE OBBLIGATORIE

La presenza presuppone l’obbligo di mascherina: “Abbiamo imposto l’uso della mascherina anche durante le lezioni: è un fastidio ma i numeri nelle aule sono importanti. Tutte le aule sono state cablate per garantire un servizio di qualità”, ha spiegato il ministro dell’Università.

ESAMI IN PRESENZA

Se le lezioni si ispirano ad un modello misto, il ministro parla di presenza in aula per gli esami, ma non mancano le eccezioni.

“Da settembre – ha aggiunto Manfredi – tutti gli esami saranno in presenza ma tanti studenti chiedono di poter fare esami a distanza, molti stanno utilizzando la modalità mista in cui l’allievo può scegliere come fare l’esame. Le Università hanno aperto le aule studio e le biblioteche, tutto quello che si può fare per garantire la continuità didattica è stato fatto”.

NESSUNA CONTRAZIONE DELLE ISCRIZIONI

Le nuove regole e l’incertezza sulla pandemia da Covid non ha portato, spiega il ministro, ad un calo delle immatricolazioni: “I numeri del passato ci facevano temere una contrazione degli iscritti all’università ma l’intervento dello Stato – quasi la metà degli studenti non paga tasse o paga un minimo – ha fatto sì che i dati dicono che la riduzione delle immatricolazioni e degli iscritti non c’è. Il dato consolidato lo avremo però in ottobre. E’ un motivo di soddisfazione, è il modo migliore per avere speranza e guardare al futuro”, ha aggiunto.

COSA SUCCEDE ALLA SAPIENZA

Le direttive di Manfredi sembrano essere state interpretate in maniera diversa alla Sapienza Università di Roma, dove, scrive Italia Oggi, “sulle modalità di imminente ripresa dell’attività didattica in vigenza del Covid-19 le massime autorità accademiche avrebbero deciso di avviare le lezioni in contrasto con le disposizioni di legge per l’emergenza sanitaria”.

Non solo. La Sapienza ha già imposto al personale amministrativo, soprattutto quello “fragile”, il lavoro a distanza, ma ai docenti “il vertice dell’ateneo ha imposto un diktat: o tengono la lezione in presenza fisica, oppure si danno malati, escludendo così la possibilità di fare lezioni a distanza. E questo vale anche per i docenti in condizione di “fragilità”, stato formalmente attestato loro dal Centro di Medicina Occupazionale della stessa università”, aggiunge Italia Oggi.

A MILANO LA DIDATTICA E’ A DISTANZA

Interpretazione diversa anche a Milano, dove come sostiene Emma Creola, 21 anni, e studia giurisprudenza alla Statale, le lezioni si tengono ancora a distanza, di fatto.

“In Statale come in moltissime altre università, ma non tutte, riprendono i corsi per le matricole con una didattica mista. Comunque sarà garantito a chi non è a Milano o comunque a chi non potrà frequentare di poter seguire le lezioni. Ma, tolti gli studenti del primo anno e tolti pochissimi corsi opzionali, in realtà la didattica mista non è mista ma è a distanza. E questa è una cosa che non è stata chiarita del tutto dall’università”, ha detto la studentessa in una intervista a Open.

“Si è parlato di didattica mista fino a fine agosto e quindi ovviamente tutti hanno fatto le proprie considerazioni. Molti sono tornati in città pensando che avrebbero potuto frequentare i corsi, prenotandosi per tempo. In realtà non è stato assolutamente così. Per esempio, per il mio corso di laurea non sono previste lezioni in presenza”, ha specificato la Emma Creola, aggiungendo: “Gli esami orali continueranno a distanza, gli esami scritti in realtà pare ricominceranno in presenza, pur tenendo conto delle esigenze dei fuori sede che non torneranno a Milano. Quindi molto probabilmente saranno misti. Un altro controsenso”.

A PADOVA TECNOLOGIA E SCREENING

Tra le università pronte a riaprire i battenti c’è quella di Padova, che promette test e software di monitoraggio.

L’Università è “un luogo fisico di sapere e di persone che si incontrano, motivate dalla voglia di scienza e conoscenza. Per fare questo, in questo momento ci vuole sicurezza, perchè la pandemia non è terminata”, ha detto il rettore Unipd, Rosario Rizzuto.

E proprio per garantire la sicurezza oltre a distanziamento e mascherine, spiega Rizzuto, “Abbiamo anche voluto fare qualcosa di più. Abbiamo voluto implementare una sorveglianza attiva su tutto il personale universitario, riservandogli uno screening non invasivo molto preciso, perché basato sulla diagnosi molecolare: è un tampone salivare che permetterà al nostro personale di essere verificato ogni 20 giorni, esattamente come il personale sanitario”.

TRENTO: SI ENTRA CON APP

Tanta tecnologia anche per l’Università di Trento, dove le elezioni sono già ripartite in presenza. All’Ateneo si può accedere solo per l’orario limitato alle proprie lezioni e ogni studente dovrà effettuare un check-in e un check-out tramite l’app UniTrentoApp che dovrà essere installata sul proprio smartphone.

Non solo. Al fine di garantire il distanziamento ed evitare gli assembramenti, l’Università di Trento ha pensato ad un Qr-Code che indicherà agli studenti i percorsi d’accesso e d’uscita diversificati.

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