skip to Main Content

Perché Stm e Leonardo devono andare a tutto chip

Secondo Gianclaudio Torlizzi, consigliere dei ministeri della Difesa e delle Imprese, l'Italia deve dotarsi di un piano nazionale per i semiconduttori che coinvolga i gruppi Leonardo e Stm. Tutti i dettagli del paper presentato oggi alla Luiss

 

L’Italia ha bisogno di sviluppare una maggiore autonomia strategica nel settore dei microchip, dispositivi cruciali sia per la produzione di automobili e dispositivi elettronici, che per lo sviluppo delle nuove tecnologie digitali e delle attrezzature militari. È la premessa da cui muove la proposta per un piano nazionale per i semiconduttori elaborata da Gianclaudio Torlizzi (nella foto), esperto di materie prime e consigliere dei ministeri della Difesa e delle Imprese, presentata oggi all’università Luiss Guido Carli.

Il piano di Torlizzi, esposto in un policy paper per il Policy Observatory dell’università Luiss e intitolato Semiconduttori nel comparto della difesa: proposta per un piano nazionale, si articola in cinque punti.

IL RAPPORTO CON GLI STATI UNITI

Come prima cosa, l’analista e fondatore di T-Community invita il governo a “regolamentare il rapporto” con gli Stati Uniti – il paese leader nella fase di progettazione dei chip e nostro alleato – per quanto riguarda le “forniture di chip per il comparto italiano della Difesa”. Il settore governativo-industriale americano è molto attento alla tutela della sicurezza nazionale e pone vincoli sia alla condivisione di competenze tecniche, sia all’esportazione di materiali e dispositivi di uso duale (cioè utilizzabili sia in ambito civile che militare).

Essendo gli Stati Uniti il nostro “principale fornitore”, scrive Torlizzi, “è di interesse del sistema industriale nazionale che ogni potenziale accordo con gli Stati Uniti o investimento di aziende statunitensi in territorio nazionale regolamenti a priori il grado di tutela della proprietà intellettuale”.

IL RUOLO DI LEONARDO NEI SEMICONDUTTORI

Il secondo punto del piano è dedicato allo sviluppo di capacità produttive di microchip in Leonardo per la progettazione e la manifattura di semiconduttori tipo MMIC GaN e GaAs. L’azienda – partecipata al 30 per cento dal governo attraverso il ministero dell’Economia – già produce circuiti integrati a microonde monolitici (MMIC), utilizzati nei radar e in altre apparecchiature di guerra elettronica. Leonardo è l’unica azienda in Europa, assieme alla franco-tedesca United Monolithic Semiconductors, a produrre chip MMIC.

La tecnologia GaAs-GaN, scrive Torlizzi, “è abilitante per la fascia alta di sensori radar e dispositivi di Electronic Warfare per i quali l’industria della Difesa italiana rivendica un ruolo di leadership in Europa”. Nella visione di Torlizzi, Leonardo dovrebbe concentrare al suo interno tutte le fasi produttive di questi semiconduttori molto sofisticati e diventare un fornitore per altre aziende nel comparto della Difesa. “A fronte dell’investimento richiesto” per sviluppare queste capacità avanzate, spiega Torlizzi, “lo Stato dovrà naturalmente mantenere un’azione di monitoraggio sui livelli produttivi raggiunti con step di verifica”.

GLI INCENTIVI ALLE TECNOLOGIE DUALI E IL COINVOLGIMENTO DI STM

Al terzo punto, il piano propone l’istituzione di “sistemi di incentivi a quei programmi di produzione di semiconduttori dual use attraverso i quali ottenere quel buffer in grado di garantire il ramp up produttivo in caso di necessità militari”.

Il quarto punto, invece, riguarda il “coinvolgimento” di STMicroelectronics, azienda italo-francese partecipata dal ministero dell’Economia, allo sviluppo di semiconduttori per il settore della Difesa. Torlizzi ricorda il basso interesse delle aziende di microchip per questo mercato, “in ragione dei bassi volumi produttivi”; tuttavia, prosegue, “le sfide che il Paese dovrà affrontare negli anni a venire impongono una sensibilità sulle questioni attinenti alla sicurezza nazionale molto più spiccata rispetto al passato. Pertanto l’attenzione rivolta all’efficienza produttiva dovrà andare di pari passo con le esigenze strategiche del Paese”.

UNA NUOVA SOCIETÀ

In ultimo, Torlizzi propone la creazione di una nuova società di ventur capital controllata interamente dal ministero della Difesa e finalizzata a fornire finanziamenti alle “nuove realtà emergenti” specializzate in semiconduttori.

“Lo sviluppo della capacità nazionale di produzione di semiconduttori”, conclude l’esperto, “rappresenta anche un’opportunità per il Sistema Paese al fine di ottenere un miglior posizionamento in ambito europeo in vista di possibili future alleanze”.

Back To Top