Sembrava pace fatta tra Google ed editori in Francia sulla remunerazione dei contenuti giornalistici online. E invece no.
Oggi l’Autorità della concorrenza francese ha sanzionato Google con una multa da 500 milioni di euro per le trattative condotte con le società editrici nell’ambito dei compensi per la diffusione dei loro contenuti.
È “la più grande multa mai comminata” dall’Autorità per la mancata adesione di una società a una delle sue decisioni, ha detto ai giornalisti il capo dell’agenzia Isabelle De Silva.
Google dovrà presentare agli editori e alle agenzie di stampa “un’offerta di remunerazione per l’utilizzo attuale dei loro contenuti protetti”, ha spiegato l’authority. In caso contrario saranno applicate sanzioni “che possono raggiungere i 900 mila euro per ogni giorno di ritardo”, ha spiegato l’autorità.
L’Alleanza della stampa francese (Apig) — che rappresenta 300 quotidiani e settimanali francesi (tra cui Le Monde e Le Figaro) — rimane uno dei querelanti, nonostante abbia firmato un accordo quadro con Google a inizio anno, poiché questo è stato sospeso in attesa della decisione dell’antitrust, hanno detto fonti a Reuters. Secondo fonti stampa, Google si è impegnato a pagare 76 milioni di dollari a un gruppo di 121 testate.
L’accordo tra l’Apig e Google include inoltre l’impegno per qualsiasi editore firmatario di alimentare il “News Showcase”, un programma di licenza di pubblicazioni di stampa recentemente lanciato da Google, una disposizione criticata dagli editori di stampa esterni all’Alleanza della stampa francese.
Il colosso di Mountain View si è detto molto deluso dalla decisione odierna dell’autorità francese. “Stiamo anche per finalizzare un’intesa con l’Afp. Questa include un accordo di licenza globale, nonché la remunerazione dei diritti connessi per le loro pubblicazioni”, ha aggiunto il portavoce di Google.
Tutti i dettagli.
L’ACCUSA DEGLI EDITORI FRANCESI
Gli editori di notizie Apig, Sepm (Syndicate of Magazine Press Editors) e Afp accusano Google di non aver aperto colloqui in buona fede con loro per trovare un terreno comune per la remunerazione dei contenuti di notizie online, ai sensi della direttiva Ue sul copyright che prevede i cosiddetti “diritti connessi”. Quest’ultimi prevedono infatti una remunerazione per i contenuti di stampa (principalmente link arricchiti con foto e video) utilizzati dalle piattaforme online.
Inizialmente Google si era rifiutato di pagare la stampa francese, innescando una “guerra fredda” con il settore media in Francia. (Qui l’approfondimento di Start su come prosegue il braccio di ferro tra editori e Google in Francia).
Nell’aprile 2020, Apig, Afp e Sepm, che non hanno firmato l’accordo quadro, avevano avviato una procedura con l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in Francia. L’ente ha emesso un rapporto a febbraio.
COSA HA STABILITO L’ANTITRUST IN FRANCIA
La sanzione pecuniaria arriva dopo che Google non ha rispettato la decisione dell’aprile 2020 dei regolatori francesi.
L’oggetto della richiesta dell’authority era sapere se Google stesse conducendo le discussioni con gli editori in modo trasparente e in “buona fede” al fine di trovare un tasso di remunerazione per i contenuti online, in conformità con i requisiti dei regolatori.
Il caso poggia sul fatto che Google ha violato gli ordini temporanei emessi dall’autorità antitrust, che ha richiesto che tali colloqui si svolgessero entro tre mesi con eventuali editori di notizie che li richiedessero.
“Quando l’autorità decreta un obbligo per un’azienda, deve ottemperare scrupolosamente, sia nello spirito che nella forma (della decisione). Qui purtroppo non è stato così”, ha detto il capo dell’organismo antitrust, Isabelle de Silva, in una dichiarazione.
Il colosso americano ha quindi deciso di sospendere i singoli accordi, in attesa di eventuali sanzioni da parte del regolatore.
LA REPLICA DI BIG G
“Abbiamo agito in buona fede durante l’intero processo. La multa ignora i nostri sforzi per raggiungere un accordo e la realtà di come funzionano le notizie sulle nostre piattaforme”, ha dichiarato un portavoce di Google. “Ad oggi, Google è l’unica azienda ad aver annunciato accordi sui diritti connessi” si legge nella nota diffusa anche via Twitter dal colosso tecnologico.
PRONTI A MEDIARE
“Google è pronto a tenere colloqui con gli editori di notizie oltre Apig”, ha dichiarato il mese scorso Sebastien Missoffe, capo di Google France.
Inoltre, aveva aggiunto di essere disposto a concedere l’accesso ad alcuni dati sul traffico online di Google — un elemento chiave per determinare il valore dei contenuti delle notizie — a una terza parte indipendente.
PROSSIMO UN ACCORDO CON FRANCE PRESSE
Nel frattempo, Google e France Presse sono “vicini a un accordo” sulla questione dei diritti connessi. Lo hanno dichiarato il ceo di Afp Fabrice Fries e il ceo di Google France Missoffe. “La conclusione di questo dossier darà concretezza agli sforzi compiuti in Francia per l’applicazione della remunerazione dei diritti connessi e aprirà le porte a una partnership globale e duratura con Google”, ha detto Missoffe, spiegando che l’accordo riguarda “una licenza globale per l’uso di vari contenuti Afp nei prodotti e servizi Google e la remunerazione per le pubblicazioni stampa dell’Afp”.
Suite à la décision de l’Autorité de la concurrence (@Adlc_), publiée ce matin, portant principalement sur les négociations qui se sont tenues entre mai et septembre 2020, voici notre réaction officielle ⬇️ (1/2) pic.twitter.com/Fo3IcZA08d
— Google en France (@GoogleEnFrance) July 13, 2021