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Perché la Cina metterà alle strette Alibaba, VipShop e Tencent

Pechino ha emesso nuove linee guida antitrust per i colossi di internet: le regole faranno pressione su aziende come Alibaba, VipShop, Ant Group e Tencent che dominano l'e-commerce in Cina

 

Si intensifica la morsa antitrust della Cina sui suoi giganti tecnologici.

Pechino ha emesso le nuove linee guida antitrust per i colossi di internet.

La versione finale della bozza annunciata a novembre scorso dall’autorità cinese per la regolamentazione del mercato (Samr) chiarisce le pratiche monopolistiche che saranno sanzionate.

Sembra finire dunque la politica cinese del laissez-faire nei confronti del settore tech.

Il controllo normativo arriva dopo che una serie di accordi di alto profilo nel settore ha innescato preoccupazioni sulla concorrenza e sui dati dei consumatori.

Lo scorso novembre le autorità finanziarie cinesi hanno preso di mira i giganti di internet e del fintech, non considerati nella prima legge antitrust del 2008. Avevano bloccato, a poche ore dal via, il doppio debutto in Borsa a Shanghai e Hong Kong di Ant Group, il colosso fintech creato da Jack Ma, criticato per pratiche di concorrenza sleale e per lesioni ai diritti dei consumatori.

Non solo, negli ultimi giorni del 2020 avevano avviato indagini anche su Alibaba, per “sospetti comportamenti monopolistici”.

Con il giro di vite sui giganti del fintech, la Cina vuole evitare una “espansione caotica” del capitale, avevano reso noto i dirigenti cinesi a dicembre scorso.

Ecco tutti i dettagli sulle nuove regole che intesseranno aziende come Alibaba, Tencent, Meituan, Baidu e ByteDance.

IL REGOLATORE ANTITRUST DELLA CINA PUBBLICA NUOVE REGOLE

Il regolatore del mercato cinese ha rilasciato nuove linee guida anti-monopolio rivolte alle piattaforme Internet, inasprendo le restrizioni esistenti cui sono confrontati i giganti tecnologici del paese.

Le nuove regole, pubblicate domenica, formalizzano un precedente progetto di legge anti-monopolio pubblicato a novembre e chiariscono una serie di pratiche monopolistiche che i regolatori intendono reprimere.

“Il periodo di tre mesi è considerato un processo veloce, indicando l’impegno di Pechino a reprimere le pratiche monopolistiche”, ha dichiarato a Bloomberg Scott Yu, un avvocato antitrust dello studio legale Zhong Lun con sede a Pechino.

L’OBIETTIVO DELLA NUOVA NORMATIVA

Le regole entrano in vigore immediatamente, secondo una dichiarazione dell’Amministrazione statale per la regolamentazione del mercato.

L’obiettivo è quello di frenare comportamenti anticoncorrenziali come la condivisione di dati sensibili sui consumatori e la formazione di alleanze che spremono i concorrenti più piccoli.

Il regolatore antitrust della Cina intende così favorire un’equa competizione, punendo pratiche come quella di costringere gli esercenti a scegliere una sola piattaforma internet. O il ricorso a politiche discriminatorie sui prezzi con l’utilizzo di big data e algoritmi che “rende più difficile scoprire e determinare comportamenti monopolistici e permette agli operatori di scambiare informazioni sensibili velocemente e frequentemente”.

DEBELLARE COMPORTAMENTI MONOPOLISTICI

Negli ultimi anni sono emersi comportamenti monopolistici sospetti nell’economia delle piattaforme in cui i forti si rafforzano, ha dichiarato la Samr. La Cina sta implementando le regole antitrust per creare un ambiente di mercato equo e competitivo, ha aggiunto l’authority.

LA REAZIONE DELLE AZIENDE TECNOLOGICHE CINESI

Le big tech cinesi stanno già correndo ai ripari.

Secondo Reuters, le grandi aziende tecnologiche cinesi stanno intensificando l’assunzione di esperti legali e di conformità e accantonando fondi per potenziali multe.

Aziende come Alibaba, Tencent, Meituan, Baidu e ByteDance stanno cercando dozzine di professionisti legali, secondo fonti di Reuters.

COSA FARÀ ALIBABA

Già la scorsa settimana, il ceo del gigante dell’e-commerce Alibaba Daniel Zhang ha detto agli analisti che l’azienda ha istituito una task force per condurre revisioni interne. Inoltre sta comunicando attivamente con le autorità di regolamentazione sul rispetto dei loro requisiti mentre le indagini continuano.

L’indagine — insieme all’Ipo sfumata di Ant Group, il colosso del fintech di proprietà di Alibaba (33%) — ha cancellato circa 130 miliardi di dollari dal valore di mercato della società.

Nel frattempo Ant Group diventerà un gruppo interamente finanziario, accettando le condizioni poste dalle autorità di Pechino. Si attende a breve l’annuncio ufficiale.

LA STRETTA ANCHE SU VIPSHOP E TENCENT

Ma non solo Alibaba nel mirino delle autorità finanziarie cinesi, anche altre società hanno attirato l’attenzione antitrust.

Come il rivenditore di sconti Vipshop Holdings Ltd, multato di 3 milioni di yuan per concorrenza sleale, come annunciato dalla Samr ieri.

La Samr ha dichiarato che da agosto a dicembre dello scorso anno, Vipshop ha sviluppato un sistema per ottenere informazioni sui marchi garantendosi un vantaggio competitivo. Ha aggiunto che Vipshop ha utilizzato il suo sistema per influenzare le scelte degli utenti, le opportunità di transazione e per bloccare le vendite di particolari marchi.

Già a dicembre, le autorità di regolamentazione avevano anche inflitto ad Alibaba e China Literature Ltd., affiliata a Tencent Holdings Ltd., una multa di 500.000 yuan ciascuna.

TUTTE LE DENUNCE CONTRO TENCENT

Ma non finisce qui. Anche il colosso high tech cinese Tencent dovrà affrontare una nuova accusa di abuso di posizione dominante.

La società cinese Pateo ha accusato Tencent di aver abusato di posizione dominante sul mercato attraverso l’utilizzo della sua app di messaggistica, WeChat. Tencent avrebbe utilizzato WeChat per limitare le vendite dei prodotti di Pateo, un’azienda che offre funzionalità di riconoscimento vocale e altre applicazioni mobili che si basano sull’app WeChat.

Secondo Pateo, Tencent avrebbe chiesto alle case automobilistiche di smettere di utilizzare i suoi prodotti Internet dall’agosto 2020. Tencent non ha rilasciato commenti.

Questa nuova denuncia arriva a una settimana di distanza da quella dell’app Douyin, la versione cinese di TikTok. ByteDance, la società proprietaria delle app, ha accusato Tencent di comportamento monopolistico. Tencent ha definito falsa quell’accusa e ha rilanciato accusando Douyin di aver usato illegalmente i dati dei suoi utenti.

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