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Perché Google denuncia la Russia

La filiale russa di Google ha intentato una causa contro ufficiali giudiziari della Russia. L'unità ha dichiarato bancarotta a giugno dopo che le autorità russe hanno bloccato il suo conto bancario locale a causa dell’escalation delle multe relative a YouTube

Google scende in battaglia (legale) in Russia.

La filiale russa di Google ha intentato una causa contro ufficiali giudiziari dello stato russo, come mostrano i documenti del tribunale, riporta Reuters.

A maggio, gli ufficiali giudiziari russi hanno sequestrato a Google 7,7 miliardi di rubli (127 milioni di dollari), la somma che l’unità locale di Big G avrebbe dovuto pagare come sanzione pecuniaria alla fine dell’anno scorso. La controllata di Google ha dichiarato bancarotta a giugno dopo aver affermato che le autorità avevano sequestrato il suo conto bancario, rendendo impossibile pagare il personale e i fornitori.

Da mesi Google è sotto pressione in Russia per non aver eliminato i contenuti che Mosca considera illegali e per aver limitato l’accesso ad alcuni media russi su YouTube.

A luglio un un tribunale russo ha multato il colosso tecnologico di Mountain View per 21,8 miliardi di rubli (387 milioni di dollari) a causa della ripetuta mancata rimozione di contenuti che Mosca considera illegali. Non era la prima sanzione per Big G. Alla fine dell’anno scorso Google aveva ricevuto una multa da 7,2 miliardi di rubli per non aver rimosso o bloccato i contenuti.

Il governo russo ha aumentato la pressione sulla grande tecnologia quest’anno, in particolare dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Una campagna che i critici definiscono come un tentativo delle autorità russe di esercitare un controllo più stretto su Internet, qualcosa che secondo loro minaccia la libertà individuale e aziendale.

Nel frattempo, a metà settembre un tribunale di Mosca ha accettato l’istanza di fallimento della filiale russa di Google e ha avviato una procedura fallimentare iniziale, ponendo la società sotto la supervisione, secondo quanto riferito dalle agenzie di stampa russe.

Ma ora Google è passata alla controffensiva.

LA CAUSA INTENTATA DA GOOGLE IN RUSSIA

I documenti del tribunale pubblicati il ​​4 ottobre hanno mostrato che il tribunale arbitrale di Mosca aveva accettato una domanda di Google LLC datata 30 settembre e avrebbe preso in considerazione il caso.

La corte ha elencato come imputati il ​​dipartimento di Mosca del Servizio federale degli ufficiali giudiziari russi e uno dei suoi alti funzionari, riporta sempre Reuters.

LA POSIZIONE DELL’AUTHORITY RUSSA PER LE COMUNICAZIONI ROSKOMNADZOR

Il colosso di Mountain View è senz’altro la big tech più colpita dalla sanzioni russe.

L’autorità russa di regolamentazione delle telecomunicazioni, Roskomnadzor, ha dichiarato a giugno che la piattaforma video YouTube (di Google) stava diffondendo deliberatamente false informazioni sul conflitto in Ucraina. In particolare, secondo l’authority russa, YouTube aveva consentito la pubblicazione di contenuti che promuovevano opinioni estremiste e invitava i bambini a partecipare a proteste non autorizzate.

“Il sito di hosting di video YouTube promuove deliberatamente la diffusione di informazioni fuorvianti sull’andamento dell’operazione militare speciale in Ucraina, screditando le forze armate della Federazione Russa”, ha dichiarato Roskomnadzor.

Da qui la multa alla società tecnologica del gruppo Alphabet per 21,8 miliardi di rubli. “Le multe, per ripetute violazioni degli ordini di rimozione di contenuti ritenuti illegali, potrebbero essere utilizzate come pretesto per bloccare vari servizi Google in Russia mentre il Cremlino reprime le società tecnologiche straniere” commenta Bloomberg.

IL BRACCIO DI FERRO CON GOOGLE

Google, che l’anno scorso ha pagato oltre 32 milioni di rubli di multe per violazioni dei contenuti, è in contrasto con Mosca su una serie di questioni.

Oltre che per il rifiuto di rimuovere i contenuti giudicati illegali, Mosca ha multato Google per 15 milioni di rubli per quello che ha affermato essere stato il ripetuto mancato rispetto della legislazione russa sull’archiviazione dei dati.

Nel luglio 2019 il tribunale distrettuale di Tagansky di Mosca ha dichiarato Google colpevole di violazione delle leggi sulla localizzazione dei dati, imponendo una multa di 3 milioni di rubli. La multa massima prevista per un caso simile è pari a sei milioni di rubli. Dal 2014 la legge russa obbliga le imprese del web a stoccare i dati dei loro utenti russi in Russia.

Finora la società tecnologica americana continua comunque a offrire servizi gratuiti in Russia, comprese le funzioni di ricerca, YouTube, Gmail e Google Play.

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