Ci risiamo: Elon Musk ricorre alle vie legali contro OpenAI.
Il miliardario americano ha presentato a una corte federale statunitense una richiesta di ingiunzione per fermare la transizione di OpenAI a un’azienda a scopo di lucro, sostenendo che è urgente una pausa nel crescente predominio del produttore di ChatGpt per proteggere la sua startup di intelligenza artificiale e il pubblico.
“Gli avvocati che rappresentano Musk, la sua startup di intelligenza artificiale xAI e l’ex membro del consiglio di OpenAI Shivon Zilis venerdì hanno presentato un’ingiunzione preliminare contro OpenAI”, riferisce Cnbc.
OpenAI è stata fondata come organizzazione non-profit e da allora è passata allo stato di impresa a scopo di lucro “limitata”. Di recente è emerso che la società sta cercando di diventare una società di pubblica utilità a scopo di lucro, il che potrebbe attrarre maggiori investimenti.
Da parte sua, la società guidata da Sam Altman afferma che l’ingiunzione “ricicla le stesse denunce infondate”.
Si tratta della terza volta che Musk, che ha co-fondato OpenAI nel 2015 e lasciato tre anni dopo, si rivolge a un tribunale contro la società dietro ChatGpt. Da quando ha disinvestito da OpenAI, il patron di Tesla, SpaceX e il social X e ora braccio destro del presidente eletto Donald Trump è stato tra le principali voci critiche, mettendo in guardia sui rischi che l’AI rappresenta, secondo lui, per il futuro dell’umanità.
Tutti i dettagli.
LA DIATRIBA LEGALE TRA MUSK E OPENAI
Lo scorso agosto Elon Musk ha intentato una causa contro OpenAI e due dei suoi fondatori, Sam Altman e Greg Brockman presso la corte federale di Oakland, California. In realtà già a febbraio Musk aveva fatto causa a OpenAI, accusandola di aver abbandonato la sua missione non-profit originale riservando parte della sua tecnologia AI più avanzata per i clienti privati. L’imprenditore americano ha poi abbandonato la causa a giugno, senza spiegazioni, dopo che OpenAI ha pubblicato vecchie e-mail di Musk che ruotavano attorno alla creazione di OpenAI.
La seconda denuncia di Musk, come la causa originale, sosteneva che Altman e Brockman hanno abbandonato l’accordo di fondazione dell’azienda dando priorità ai profitti rispetto all’interesse pubblico, rileva Axios. Non solo, sostiene che Altman e Brockman hanno “manipolato” Musk per co-fondare OpenAI.
Come ricorda Reuters, dopo l’uscita del miliardario americano, OpenAI è diventata il volto dell’intelligenza artificiale generativa, mentre Musk ha avviato un’altra startup rivale, xAI, l’anno scorso, ed è stata valutata 50 miliardi di dollari in un recente round di finanziamenti, raddoppiando più del suo valore da maggio.
L’ULTIMA MOSSA LEGALE DEL PATRON DI TESLA E SPACEX
Con la nuova richiesta di ingiunzione, Musk chiede che sia messa in attesa la ristrutturazione di OpenAI mentre si svolge la battaglia legale. “Nella loro mozione per un’ingiunzione preliminare, gli avvocati di Musk sostengono che a OpenAI dovrebbe essere vietato di trarre vantaggio da informazioni sensibili ottenute in modo illecito”, spiega la Cnbc.
L’ingiunzione impedirebbe anche a OpenAI di richiedere presumibilmente ai propri investitori di astenersi dal finanziare i concorrenti, tra cui xAI e altri.
“Qualunque margine di manovra OpenAI avrebbe potuto avere in base alla legge antitrust come presunta organizzazione di beneficenza, ha scelto di rinunciare quando si è subordinata a Microsoft per profitto”, hanno scritto gli avvocati di Musk, affermando che OpenAI deve giocare secondo le stesse regole di tutti gli altri, riporta ancora Cnbc. “Non può aggirarsi sul mercato come un Frankenstein, cucito insieme da qualsiasi forma aziendale serva agli interessi pecuniari di Microsoft e Altman in un dato momento”.
Dopodiché, Musk ha ripetuto le sue precedenti affermazioni secondo cui OpenAI ha infranto le promesse fattegli e abbandonato il suo scopo fondante di ente di beneficenza quando ha accettato miliardi di dollari di sostegno da Microsoft a partire dal 2019. Ora afferma che senza un rapido intervento in tribunale, sarà presto troppo tardi per impedire al “colosso” di Altman di schiacciare i suoi rivali.
LA POSIZIONE DI OPENAI
Rispedisce al mittente le accuse OpenAI: un portavoce della società sostiene infatti che la causa di Musk, così come il suo sostegno allo sviluppo open source per l’intelligenza artificiale, non è altro che un caso di invidia dopo aver lasciato l’azienda.