Elon Musk fa causa a OpenAI e Sam Altman… di nuovo.
Lunedì il patron di Tesla, SpaceX e il social X ha intentato una nuova causa contro OpenAI e due dei suoi fondatori, Sam Altman e Greg Brockman.
A febbraio Musk, che ha co-fondato OpenAI nel 2015 e lasciato tre anni dopo, ha fatto causa all’azienda dietro ChatGPT, accusandola di aver abbandonato la sua missione non-profit originale riservando parte della sua tecnologia AI più avanzata per i clienti privati. L’imprenditore americano ha poi abbandonato la causa a giugno, senza spiegazioni, dopo che OpenAI ha pubblicato vecchie e-mail di Musk che ruotavano attorno alla creazione di OpenAI.
La nuova denuncia di Musk, come la causa originale, sostiene che Altman e Brockman hanno abbandonato l’accordo di fondazione dell’azienda dando priorità ai profitti rispetto all’interesse pubblico, rileva Axios. Non solo, sostiene che Altman e Brockman hanno “manipolato” Musk per co-fondare OpenAI.
Come ricorda Reuters, dopo l’uscita del miliardario americano, OpenAI è diventata il volto dell’intelligenza artificiale generativa, mentre Musk ha avviato un’altra startup rivale, xAI, l’anno scorso, che è stata valutata 24 miliardi di dollari a maggio.
Tutti i dettagli.
LA “NUOVA” ACCUSA DI MUSK AL CO-FONDATORE DI OPENAI ALTMAN
Sebbene abbia abbandonato la battaglia legale originaria solo qualche settimana, ora Musk è tornato alla carica contro OpenAi sostenendo che Altman e gli altri imputati hanno “ingannato” Musk inducendolo a co-fondare OpenAI nel 2015 promettendo che l’azienda sarebbe stata un’organizzazione non-profit con “un focus sulla sicurezza e l’apertura a beneficio dell’umanità, non sul valore per gli azionisti”.
Questa nuova causa sostiene che una volta che la tecnologia di OpenAI ha iniziato a trasformare la genAI, Altman “ha capovolto la narrazione e ha proceduto a incassare”. Secondo l’accusa, Altman e Brockman hanno abbandonato gli obiettivi originari, come illustrato dalla partnership di OpenAI con Microsoft.
AL CENTRO ANCHE LA LICENZA A MICROSOFT
Inoltre, questa nuova causa cerca una determinazione giudiziaria che la licenza di OpenAI a Microsoft per utilizzare i suoi modelli di intelligenza artificiale è nulla e non valida. Microsoft ha investito infatti 13 miliardi di dollari nella startup in cambio della tecnologia AI che sta ora distribuendo nei suoi servizi.
Eppure Musk sostiene che i modelli linguistici sono al di fuori dell’ambito della partnership di OpenAI con Microsoft.
LA DICHIARAZIONE DEL LEGALE DI MUSK
“Questa causa fa esplodere la filantropia vana degli imputati e li ritiene responsabili delle loro false dichiarazioni a Musk e al pubblico. Riguarda molto più di una start-up da 100 miliardi di dollari, il futuro di AGI è in bilico”, ha affermato l’avvocato di Musk Marc Toberoff in una dichiarazione lunedì, ripresa dalla Cnn. “La perfidia e l’inganno sono di proporzioni shakespeariane”, afferma la denuncia.
LA POSIZIONE DI OPENAI
Da parte sua OpenAI ha indirizzato ad Axios un post del blog pubblicato a marzo in risposta alla causa originale, che sottolineava che l’azienda era ancora impegnata nella sua missione di garantire che l’intelligenza artificiale generale “avvantaggiasse tutta l’umanità”.
“Come abbiamo detto riguardo alla presentazione legale iniziale di Elon, che è stata successivamente ritirata, le precedenti e-mail di Elon continuano a parlare da sole”, ha detto un portavoce di OpenAI ad Axios in una dichiarazione.
LE MAIL DELLO SCANDALO
Già a marzo infatti, OpenAI ha pubblicato delle email di Musk che mostravano il suo consenso al piano dell’azienda di raccogliere più soldi e di abbandonare le release open source dei suoi prodotti. Gli avvocati di Musk hanno abbandonato la causa senza spiegazioni dopo che l’azienda ha pubblicato quelle e-mail.
LE EVENTUALI CONSEGUENZE
Tornando alla rediviva battaglia legale, secondo Reuters una decisione favorevole potrebbe aiutare Musk a smantellare quella che è stata una partnership redditizia tra OpenAI e Microsoft. L’alleanza ha reso Microsoft un’apripista nella corsa in rapida evoluzione con Google per il predominio dell’AI generativa, ma è anche sotto l’esame degli enti regolatori.
“OpenAI e Microsoft potrebbero fare fortuna vendendo questa tecnologia al pubblico, cosa che non sarebbe possibile se l’organizzazione non-profit rendesse la sua ricerca e tecnologia liberamente disponibili, come Altman aveva ripetutamente promesso a Musk”, si legge nella causa.