Skip to content

Conflitto Interessi Altman Openai

Rivoluzione in corso per OpenAI, ecco le mosse di Altman

Da organizzazione no-profit, OpenAI si trasformerà in una società a scopo di lucro mentre affronta uscite dei dirigenti come la responsabile della tecnologia Mira Murati. I fatti, gli approfondimenti e il commento dell'analista Aresu

Stravolgimenti in corso per la casa madre del modello di intelligenza artificiale ChatGpt. OpenAI sta pianificando di convertirsi da organizzazione no-profit a società a scopo di lucro.

Diventare una società a scopo di lucro rappresenterebbe un cambiamento radicale per OpenAI, fondata nel 2015 con l’obiettivo di sviluppare tecnologie di intelligenza artificiale “a beneficio dell’intera umanità, senza essere vincolata dalla necessità di generare un ritorno finanziario”, secondo una dichiarazione pubblicata all’epoca del suo lancio.

In realtà già nel 2019, come ricorda il Financial Times, l’azienda è passata a una struttura “a profitto limitato”, che le ha consentito di raccogliere grandi quantità di capitale da aziende come Microsoft, che ha investito 13 miliardi di dollari per acquistare il 49% della società.

Ma questo non è l’unico cambiamento significativo per la società guidata da Sam Altman: ieri la direttrice tecnologica, Mira Murati, ha annunciato le sue dimissioni. Un annuncio improvviso che arriva dopo altre uscite di diversi dirigenti della società negli ultimi mesi come quelle dei co-fondatori Ilya Sutskever e John Schulman e dell’ex manager Jan Leike.

Tutto questo mentre la sviluppatrice di ChatGpt è pronta a spingere ancora di più sull’intelligenza artificiale verso una valutazione record di 150 miliardi di dollari rispetto a 14 miliardi di dollari del 2021. In base a quanto rivelato da Bloomberg, la società starebbe trattando con degli investitori per raccogliere 6,5 miliardi di dollari più 5 miliardi di debito bancario.

Tutti i dettagli.

DA NO-PROFIT OPENAI DIVENTA SOCIETÀ CON SCOPO DI LUCRO

Secondo diverse fonti, OpenAI sta lavorando a un piano per ristrutturare il suo core business in una benefit corporation a scopo di lucro che non sarà più controllata dal suo consiglio di amministrazione senza scopo di lucro,  in una mossa che renderà l’azienda più attraente per gli investitori.

Come riportato da Axios lo scorso novembre, il produttore di ChatGpt aveva già iniziato a valutare cambiamenti di governance dopo la battaglia in sala riunioni che ha visto il ceo Altman licenziato e poi riassunto nel giro di una settimana.

UNA QUOTA PER IL CEO ALTMAN

Le stesse fonti hanno indicato che per la prima volta Sam Altman, ceo di OpenAI, possederà una partecipazione nella società a scopo di lucro. Come già detto, OpenAI potrebbe valere 150 miliardi di dollari. Ma secondo alcune fonti una clausola dell’accordo di raccolta fondi è subordinata a un cambiamento per diventare un’entità completamente redditizia entro i prossimi due anni, o gli investitori potrebbero chiedere indietro i loro soldi.

Non è chiaro quanto capitale riceverà Altman, sottolinea Reuters aggiungendo che Altman, già miliardario grazie ai suoi molteplici investimenti in startup, ha precedentemente dichiarato di aver scelto di non acquisire una quota azionaria nella società perché il consiglio aveva bisogno di una maggioranza di direttori disinteressati senza alcuna quota nella società.

Tuttavia, la transizione sarà complessa e potrebbe richiedere anni per essere completata.

LA POSIZIONE DI OPENAI

Quel che appare certo al momento è continuerebbe ad esserci una sezione no-profit di OpenAI che perseguirebbe obiettivi filantropici e possederebbe una partecipazione nella società a scopo di lucro. Non è ancora chiaro quale sarà la missione separata della no-profit.

“Restiamo concentrati sulla creazione di un’IA che avvantaggi tutti e stiamo lavorando con il nostro consiglio di amministrazione per garantire che siamo nella posizione migliore per avere successo nella nostra missione. L’organizzazione senza scopo di lucro è fondamentale per la nostra missione e continuerà a esistere”, ha affermato un portavoce di OpenAI.

LE DIMISSIONI DELLA RESPONSABILI DELLA TECNOLOGIA

I rapporti sui lavori in corso per la ristrutturazione societaria arrivano insieme a una serie di cambiamenti di leadership in OpenAI.

La storica responsabile della tecnologia della società, Mira Murati, ha annunciato all’improvviso la sua partenza dall’azienda mercoledì. Murati, 35 anni, ha guidato gli sforzi dell’azienda per costruire ChatGpt come prodotto autonomo, basandosi sulle innovazioni tecniche realizzate con GPT, il grande modello linguistico che lo sostiene, evidenzia il Ft.

L’anno scorso Murati ha anche ricoperto il ruolo di ceo ad interim in OpenAI, durante il tentativo di ribaltone che aveva portato all’esclusione del fondatore Sam Altman.

LE RAGIONI DELL’USCITA

Murati ha comunicato le dimissioni tramite una lettera al team, pubblicata anche sul suo profilo X, in cui afferma di aver preso questa “difficile decisione” dopo una “lunga riflessione”. “I sei anni e mezzo trascorsi in OpenAI sono tati uno straordinario privilegio”, scrive Murati, aggiungendo “non c’è mai un momento ideale per allontanarsi da un luogo che si ama, eppure questo sembra il momento giusto”.

“Sto rassegnando le mie dimissioni perché voglio creare il tempo ed il luogo per portare avanti la mia personale ricerca”, ha spiegato la manager, assicurando che garantirà una “transizione dolce”.

FUGA DEI MANAGER DA OPENAI

In contemporanea con Mira Murati, hanno lasciato l’azienda anche altri due manager, il responsabile della ricerca Bob McGrew ed il vicepresidente della ricerca Barret Zoph. Anche Greg Brockman, presidente di OpenAI, è in congedo.

LE PAROLE DEL CEO ALTMAN

“Mira è stata determinante per il progresso e la crescita di OpenAI negli ultimi 6,5 anni; è stata un fattore estremamente significativo nel nostro sviluppo da un laboratorio di ricerca sconosciuto a un’importante azienda”, ha commentato il fondatore e Ceo dell’azienda Sam Altman, spiegando “Mira, Bob e Barret hanno preso queste decisioni indipendentemente l’uno dall’altro e in modo amichevole. Sono estremamente grato a tutti loro per il loro contributo”.

“I cambiamenti nella leadership sono una cosa normale nelle aziende, soprattutto di aziende che crescono così rapidamente e sono così esigenti”, ha concluso il Ceo di OpenAI.

IL COMMENTO DELL’ANALISTA ARESU

Dunque come ha detto Altman OpenAI è pronta a crescere e, va aggiunto, farsi Big Tech.

“D’altra parte, il successo di ChatGPT nel 2022 è superiore alle aspettative di tutti”, ha commentato Alessandro Aresu, analista geopolitico e consigliere di Limes, in un thread pubblicato stamani su X (ex Twitter).

“Così OpenAI persegue in qualche modo l’idea di “liberarsi” dal giogo di Microsoft, diventando un gigante tecnologico “indipendente”. Questo è il “sogno” di Altman”, prosegue Aresu su X, rimarcando che ora la società “ha bisogno di più soldi e quindi deve allontanarsi sempre di più dall’ipocrisia del no profit. Ha bisogno di rivendicare continuamente la propria centralità politica e strategica”.

Da parte sua “Altman, privo di competenze tecniche ma capitalista intelligente e spregiudicato, sa che la sua forza è cercare di far sbranare tra loro un po’ di più le aziende tecnologiche che lo hanno in pugno”, ha osservato ancora l’analista.

Dunque secondo Aresu “Altman deve continuare questo gioco, nell’attesa di un nuovo equilibrio, prima dei “migliaia di giorni” che ci separano da superintelligenze varie”.

Comunque, “anche con enormi perdite di capitale umano, il marchio OpenAI resta fortissimo rispetto ai concorrenti”, conclude l’analista che su questi temi sta per pubblicare un libro.

Torna su