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Palantir apparecchia alla Sec una quotazione coperta

La discussa società di analisi dati Palantir ha già depositato alla Sec — la Consob Usa — una richiesta di quotazione ma al momento senza dettagli sull'andamento economico.

 

Palantir prepara lo sbarco a Wall Street nel mistero. La società di analisi dati ha annunciato di aver presentato una richiesta di quotazione con percorso “confidenziale”. Documenti già depositati alla Sec — la Consob Usa — ma senza dettagli sull’andamento economico.

Con l’ultimo round di finanziamenti nel 2015 Palantir ha raggiunto una valutazione di 20 miliardi di dollari. Nel mercato privato, nelle ultime settimane le sue azioni sono state scambiate a una valutazione compresa tra 10 miliardi e 12 miliardi di dollari, secondo Reuters.

La quotazione dovrebbe avvenire dopo che la Sec avrà completato il processo di revisione.

Ecco tutti i dettagli sulla controversa società californiana che lavora con i governi, le forze dell’ordine e l’industria della difesa per analizzare ed elaborare i dati.

COSA FA PALANTIR

Co-fondata nel 2004 a Palo Alto dal miliardario Peter Thiel, Palantir è una società di data mining. L’azienda sviluppa software in grado di aggregare informazioni su milioni di persone, tra cui la storia occupazionale, i social network, i registri telefonici e altro ancora.

Il co-fondatore Thiel ha stretti legami con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, oltre che con il Pentagono e settori di forze dell’ordine e di intelligence.

Palantir ha attirato oltre 3 miliardi di dollari di finanziamenti in capitale di rischio da parte di investitori, tra cui In-Q-Tel, il braccio di investimento della Cia.

TRA I CLIENTI: FBI, PENTAGONO, ICE

L’azienda californiana ha eseguito operazioni di data mining per il Pentagono, l’Ice (l’agenzia federale che si occupa del contrasto all’immigrazione illegale) e l’Fbi, tra gli altri.

Recentemente ha suscitato polemiche negli Stati Uniti proprio per la collaborazione con l’Ice contribuendo ad attuare le politiche sull’immigrazione dell’amministrazione Trump.

UNA QUOTAZIONE “CONFIDENZIALE”

Nonostante le persistenti speculazioni sulle sue prospettive di società pubblica, Palantir aveva evitato la quotazione, in parte a causa della natura riservata delle sue attività.

Un’ipo tradizionale rivelerebbe per la prima volta un quadro più completo del lavoro di Palantir, in particolare con le agenzie governative.

La società ha deciso di compiere il passo verso Wall Street ma non ha rivelato la dimensione dell’offerta nella sua dichiarazione. La mossa serve per mantenere nascoste le informazioni operative di Palantir che saranno svelate poco prima che le azioni inizino a essere scambiate.

Prima di Palantir, anche Spotify, Slack e Uber hanno scelto il percorso di una quotazione “confidenziale”. Tuttavia, un deposito riservato non si traduce sempre in un’Ipo.

I DETTAGLI DELL’IPO

La società di Palo Alto sta ancora valutando infatti se optare per una quotazione diretta, in cui non vengono vendute nuove azioni, o procedere con un’offerta pubblica iniziale tradizionale.

Secondo Reuters, Morgan Stanley avrebbe avuto un ruolo di primo piano nell’Ipo. Palantir, che ha tardato a realizzare profitti, ha previsto che quest’anno raggiungerà oltre 1 miliardo di dollari di ricavi.

IL CONTRIBUTO ANTI-COVID

Quest’anno la società ha anche lavorato con diversi paesi per affrontare la pandemia di Covid-19, tracciando la diffusione del virus e gestendo la produzione di forniture mediche critiche.

Sia gli Stati Uniti sia il Regno Unito hanno fatto affidamento sulla piattaforma di integrazione dei dati di Palantir per gestire la risposta alla crisi di coronavirus. A differenza invece della Nuova Zelanda che ha rifiutato una collaborazione con la società californiana.

LE RITROSIE ALLA QUOTAZIONE

La quotazione programmata di Palantir, oltre 15 anni dopo la sua fondazione, la rende una delle più antiche start-up della Silicon Valley a cercare una presenza sul mercato azionario.

Come ha sottolineato il Financial Times, Alex Karp, ad di Palantir, aveva resistito a lungo a un’Ipo. In questo modo ha tenuto il lavoro della società per agenzie governative e altri clienti sensibili lontano dal controllo pubblico.

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