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Onu: stop blocchi Internet. I diritti Umani vanno rispettati anche online

Una risoluzione dll’Onu prende posizione contro i continui blocchi ad Internet di alcuni Paesi. I diritti umani vanno rispettati online esattamente come nella vita offline Nella Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo è sancito il diritto all’informazione di ogni singolo individuo sul pianeta. Così come diritto (articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ) lo è anche…

Una risoluzione dll’Onu prende posizione contro i continui blocchi ad Internet di alcuni Paesi. I diritti umani vanno rispettati online esattamente come nella vita offline

Nella Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo è sancito il diritto all’informazione di ogni singolo individuo sul pianeta. Così come diritto (articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ) lo è anche la libertà di espressione. E “I DIRITTI umani vanno rispettati online esattamente come nella vita offline”: ci tiene a specificarlo la Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite, che ha deciso di intervenire con una risoluzione non vincolante, per dire basta ai ripetuti blocchi di Internet imposti da alcuni Paesi negli ultimi mesi (15 nello scorso anno, 20 nella prima metà del 2016).

Turchia: stop ad Internet dopo attentati ad Instabul

La risoluzione contro i blocchi di internet fa particolare riferimento a quanto accaduto negli ultimi giorni in Turchia. Il Governo per impedire la diffusione, anche agli organi di stampa, delle notizie relative agli attentati di Istanbul ha deciso di bloccare l’accesso alla rete.

Le connessioni mobile ad internet sono state bloccate in Bahrain e India in seguito ad alcune proteste locali;mentre il governo algerino ha bloccato l’accesso ai social media con l’obiettivo di impedire e agli studenti di copiare nei test scolastici. Il Ghana. invece, intende impedire l’accesso ai social network durante le prossime elezioni di novembre.

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Stop blocchi di Internet: la risoluzione Onu

L’intervento delle Nazioni Unite è stato richiesto a gran voce da Stati Uniti, Svezia e Tunisia, dopo le pressioni di 90 organizzazioni, di 41 diversi Stati, che nei giorni scorsi avevano lanciato la campagna KeepItOn, proprio per richiamare su tale argomento l’attenzione dell’opinione pubblica. Obiettivo della campagna, durante la quale è stata inviata una lettera aperta anche all’Onu, era quello di sottolineare l’importanza dell’accesso alla rete, favorendo (anche) la cooperazione e l’istruzione attraverso il contributo di tutti.

La risoluzione Onu secondo cui “I DIRITTI umani vanno rispettati online esattamente come nella vita offline”, ribadisce concetti già espressi in passato, in due precedenti risoluzioni del giugno 2012 e del giugno 2014 e fa leva su un report Onu in cui si evidenzia l’importanza dell’anonimato in rete e dell’uso della crittografia per proteggere le comunicazioni dei cittadini. La risoluzione non è passata all’unanimità: si sono opposti infatti alcuni paesi, come Russia, Cina, Arabia Saudita, Sud Africa e India, che chiedevano venisse eliminato un passaggio della risoluzione che”condanna inequivocabilmente tutte le misure per prevenire o interrompere l’accesso alla diffusione di informazioni online”.

Anche l’Internet Governance Forum dell’Onu e le associazioni di settore, come l’Internet Society, si associano a quanto detto dalle Nazioni Unite e chiedono che ogni decisione riguardante la rete (e quindi anche eventuali suoi blocchi) possa essere presa coinvolgendo ogni portatore di interesse: dalle aziende ai singoli cittadini. Una posizione simile a quella dell’Italia nella Dichiarazione per i diritti in Internet approvata con una mozione dalla Camera dei Deputati il 3 novembre scorso.

Lo sviluppo sociale e i diritti umani vanno in tandem finché le reti di comunicazione sono aperte, sicure e stabili”,hanno dichiarato da Access now, attore fortemente impegnato nella lotta alla libertà di espressione su internet.

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