La settimana scorsa il prezzo del bitcoin ha superato i 100.000 dollari e negli ultimi anni questa criptovaluta si è imposta come un investimento quasi mainstream, o perlomeno molto più “istituzionale” rispetto alle sue origini: negli Stati Uniti, ad esempio, sono stati approvati gli exchange-traded funds (fondi scambiati in borsa, o Etf) in bitcoin e anche BlackRock – ovvero la più grande società di investimento al mondo – opera con questa moneta. Pure Microsoft potrebbe presto investirci.
Il 10 dicembre, infatti, gli azionisti della compagnia tecnologica americana si esprimeranno sull’inserimento del bitcoin nel bilancio. Il consiglio di amministrazione ha suggerito però di votare contro la proposta, sostenendo che nella strategia di diversificazione degli investimenti di Microsoft sia già presente l’opzione bitcoin.
I CONSERVATORI PRO-CRIPTOVALUTE
La proposta – espressa in un documento intitolato Assessment of Investing in Bitcoin – è stata presentata dal National Center for Public Policy Research, un think tank di orientamento conservatore che considera il bitcoin una “eccellente, se non la migliore, copertura contro l’inflazione”. Negli Stati Uniti i gruppi più favorevoli alle criptovalute – anche in politica – sono proprio quelli conservatori: al Congresso c’è un buon numero di repubblicani pro-crypto, come la senatrice Cynthia Lummis; perfino il presidente eletto Donald Trump si è avvicinato parecchio a questo settore, sia a parole che nei fatti (ad esempio con le nomine di David Sacks e di Paul Atkins).
LO SCETTICISMO DEL BOARD DI MICROSOFT
Il consiglio di amministrazione di Microsoft, tuttavia, è cauto sul bitcoin e ha invitato gli azionisti a respingere la proposta in quanto la società già valuta “attentamente questo tema”.
È una posizione che si collega allo scetticismo di Bill Gates – che Microsoft l’ha fondata e guidata a lungo, oltre a esserne stato il maggior azionista individuale – nei confronti delle criptovalute per via della loro natura speculativa. Tra i principali azionisti di Microsoft ci sono le società di investimento Vanguard, BlackRock e State Street.
MICROSOFT INVESTIRÀ NEI BITCOIN? LE POSSIBILI CONSEGUENZE
Il voto di martedì 10 avrà delle conseguenze significative non soltanto per Microsoft – come fa notare Yahoo! Finance -ma per l’intero mercato delle criptovalute.
Se infatti gli azionisti si esprimeranno a favore della proposta, il bitcoin ne uscirà rafforzato non solo – eventualmente – nel prezzo, ma anche nella reputazione di asset “valido” per gli investimenti delle società e delle istituzioni finanziarie tradizionali.
Se invece la proposta verrà rigettata, il segnale che arriverà al mercato sarà opposto: cioè che Microsoft, una società con una capitalizzazione di oltre 3000 miliardi di dollari, non ha intenzione di seguire l’approccio di altre aziende tecnologiche come Tesla o MicroStrategy, che invece nel bitcoin ci hanno investito parecchio.
MicroStrategy, in particolare – l’azienda di Michael Saylor che si occupa di software e servizi cloud – è la società con il portafoglio di bitcoin più grande: circa 402.000, un numero che rappresenta poco meno del 2 per cento dell’offerta totale di questa criptovaluta e che è valutato sui 40 miliardi di dollari.