“Chiuso per desolazione”. Un giorno nemmeno troppo lontano potremmo trovare questo cartello affisso al cancello di ingresso del Metaverso che, come in questi mesi vi abbiamo raccontato, è stato uno dei più grossi flop della recente storia di Internet.
Un flop che ha riguardato moltissime Big Tech, ma soprattutto il gruppo guidato da Mark Zuckerberg che, alle prese con un Facebook che non fa breccia nel cuore dei più giovani ed è ormai ritrovo di boomer, sull’universo virtuale offerto dai visori aveva puntato ben più dei miliardi andati in fumo (le ultime trimestrali parlano di 21 miliardi da inizio anno, ma globalmente sarebbero molti di più: chi ipotizza 36 e chi invece parla di cifre persino maggiori, che andrebbero oltre i 50), con un rebranding (Meta) che posizionasse tutte le sue aziende a presidio di questa novità che, però, non interessa a nessuno.
GLI SFORZI DI META PER SALVARE IL METAVERSO
Pur di salvare il Metaverso il gruppo Meta ha fatto di tutto. Lo stesso Mark Zuckerberg è sceso in campo per diradare quelle voci sul fatto che Meta sul metaverso avrebbe già ingranato la retromarcia: «Si sta sviluppando una narrazione secondo cui ci stiamo in qualche modo allontanando dalla visione del metaverso – ha scritto il numero 1 di Facebook ovviamente sul social network-. Voglio dire chiaramente che ciò non è accurato. Ci stiamo concentrando da anni sia sull’intelligenza artificiale sia sul metaverso e continueremo a focalizzarci su entrambi. Costruire il metaverso è un progetto a lungo termine, noi vogliamo realizzarlo».
Sarà, però nel frattempo proprio Meta chiude gli eventi sul suo metaverso: «Stiamo orientando il nostro sviluppo in Worlds verso il miglioramento della qualità complessiva della piattaforma e ci siamo presi del tempo per rivisitare anche alcune funzionalità della prima ora che non sono all’altezza dei nostri rinnovati standard di qualità – si legge sul blog che annuncia il rilascio della versione 109 della piattaforma accessibile (solo) dai visori Quest. – Come parte di questo sforzo, abbiamo preso la difficile decisione di interrompere lo strumento per la creazione di eventi».
LE MIRABOLANTI CIFRE PROMESSE PER CHI INVESTE NEL METAVERSO DI META
Nel tam tam mediatico di Meta per rilanciare il proprio metaverso probabilmente confluisce il recente report che promette ricchezze per coloro che crederanno nel progetto. In Italia il metaverso potrebbe generare un impatto economico tra i 28 e i 52 miliardi di euro entro il 2035, mentre nell’intera Unione Europea questa cifra ammonterebbe a una somma compresa tra i 259 e i 489 miliardi di euro l’anno, pari all’1,3%-2,4% del Pil mondiale. Sono i dati che emergono dallo studio ‘Il metaverso e l’opportunità per l’Unione Europea’, condotto da Meta con Deloitte. Cifre astronomiche che proprio per questa ragione sembrano rientrare nella campagna marketing avviata dal Gruppo.
PODCAST E SPOT
E visto che i podcast continuano a macinare cifre mostruose, ecco che il rilancio del metaverso di Meta passa pure da lì, con l’acquisto di uno spazio chiamato “Conversazioni sul metaverso”, realizzato con Chora Media (Be Content) di Mario Calabresi, disponibile da martedì 16 maggio, sulle principali piattaforme audio (Spotify, Apple Podcast, Spreaker e Google Podcast).
Nel podcast, si legge nel comunicato stampa “dedicato alla scoperta del presente e del futuro del metaverso, l’esperto di tecnologia Matteo Flora e la libraia Cristina Di Canio dialogheranno con tre esperti di Meta, che approfondiranno le diverse prospettive e implicazioni di questa nuova evoluzione di Internet”.
E naturalmente non manca il padrone di casa: “Ospite della puntata d’apertura Luca Colombo, Country Director di Meta in Italia, che partendo dalle basi di quello che è il metaverso approfondirà l’impatto che il metaverso avrà sul nostro futuro, soprattutto a livello economico e lavorativo”.
A inizio marzo, si legge su Engage, ha avuto inizio la nuova fase della campagna Meta “L’impatto sarà reale”, avviata lo scorso settembre. La campagna, che vede una pianificazione TV, radio, stampa, digital e OOH, sarà presente anche in Francia, Germania, Belgio e Regno Unito. La creatività di quei primi spot era stata sviluppata dal team interno Creative-X di Meta, con pianificazione di Spark Foundry (Publicis Groupe).
MA IL METAVERSO DI META È VUOTO
La realtà però è ben altra: il Metaverso, come scriveva Repubblica a ottobre, è “un mondo vuoto e triste”. Come già raccontato, il crollo del metaverso rischia di travolgere soprattutto Meta che in merito ha investito tantissimo, ottenendo indietro piuttosto poco.
La compagnia di Zuckerberg vuole riuscire ad accumulare almeno 75 milioni di utenti tra Facebook, Instagram e VR. Il primo obiettivo da raggiungere sono i 500.000 utenti attivi mensili nella prima metà del 2023.
A inizio anno il numero era inferiore a 200.000. Ma il principale problema è il “retention rate”. Deve naturalmente crescere il numero di affezionati: al momento come si anticipava solo l’11% degli utenti ritorna in Horizon Worlds il mese successivo: la meta per quest’anno è raggiungere il 20%.
SI PUNTA ALLORA SU WHATSAPP?
E allora ecco che Meta torna a guardare alla sua community più attiva, quella di WhatsApp, che raccoglie trasversalmente giovani e vecchi, studenti e professionisti e, com’è noto, ha in studio pure soluzioni di pagamento elettronico sulla scia della cinese WeChat.
Come? Attraverso i video-messaggi istantanei, l’equivalente insomma degli insopportabili file audio (che però vanno parecchio tra i giovanissimi, che non hanno voglia di scrivere) ma con tanto di… video, appunto. Non è certo una novità dirompente: Telegram, la principale app concorrente, li ha già adottati, mentre al gruppo con sede a Menlo Park serviranno ancora diversi giorni per renderli disponibili per tutti, con un aggiornamento. Tuttavia la mossa lascia intendere che Meta nel prossimo futuro potrebbe concentrarsi proprio sull’app di messaggistica dato che, a seguito del riordino della struttura aziendale, sembra voler muoversi solo su sentieri sicuri…