skip to Main Content

Russia Missile

L’ultima putinata. La Russia ha testato il missile balistico Satan 2

Gli Stati Uniti ritengono che la Russia abbia effettuato un test con un missile balistico intercontinentale (ICBM) armabile con testate nucleari, quando Biden era in Ucraina. Secondo le fonti della Cnn, il test è fallito

 

La Russia “ha effettuato un test sui missili balistici intercontinentali” mentre il presidente degli Stati Uniti Biden si trovava in Ucraina lunedì, ma è fallito.

Lo ha rivelato la Cnn, citando fonti secondo cui il test “non ha rappresentato un rischio per gli Stati Uniti”.

Biden si è recato a Kiev lunedì in una visita organizzata per sottolineare il sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina mentre si avvicina il primo anniversario dell’invasione russa. Secondo le fonti, Mosca avrebbe avvertito Washington in anticipo riguardo il test del pesante missile SARMAT – soprannominato Satan II in Occidente e in grado di lanciare più testate nucleari. Ma i funzionari statunitensi hanno precisato alla Cnn che non consideravano il lancio un’escalation. Inoltre, il lancio di prova non sarebbe riuscito. Altrimenti ieri Putin ne avrebbe fatto cenno al lancio nel suo annuale messaggio alla nazione, il primo dall’invasione dell’Ucraina, secondo le fonti.

Tuttavia, il presidente russo ha dichiarato formalmente che la Russia sospenderà la partecipazione del suo paese al trattato di riduzione delle armi nucleari New START con gli Stati Uniti.

Tutti i dettagli.

IL TEST MISSILISTICO DI MOSCA

La Federazione Russa avrebbe effettuato un test di lancio di un missile intercontinentale (ICBM) Sarmat durante la visita del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, in Ucraina. Fonti anonime hanno riferito all’emittente Cnn che il test non avrebbe avuto successo. Secondo le fonti l’operazione non avrebbe posto “alcun rischio”, ne sarebbe stato considerato come un segnale di escalation nei rapporti tra i due Paesi.

IL SATAN II

Quindi Mosca avrebbe testato il missile balistico intercontinentale Sarmat, noto come Satan II, già testato in passato.

Presentato per la prima volta nel 2016 e progettato come successore dell’R-36M Voevoda ICBM, secondo i media statali russi il missile ha una gittata di 10-11 mila chilometri. Può trasportare una testata del peso di 100 tonnellate.

STAVOLTA SENZA SUCCESSO

Putin ha annunciato il successo dei test ICBM in passato, incluso lo scorso aprile, settimane dopo che la Russia ha invaso l’Ucraina. All’epoca Jeffrey Lewis, professore di non proliferazione nucleare al Middlebury institute of international studies di Monterey, in California, aveva dichiarato a Insider che il test del missile Sarmat è “una sorta di ritorno alla guerra fredda”.

Dunque, secondo gli analisti, Putin avrebbe messo in luce il test del pesante missile SARMAT nel suo discorso sullo stato dell’Unione se avesse avuto successo.

MOSCA SOSPENDE IL TRATTATO NEW START

Allo stesso tempo, nel suo discorso Putin ha annunciato che la Russia sospendeva la partecipazione al trattato New Start. Il New Strategic Arms Reduction Treaty (New Start) è trattato sulla limitazione delle armi nucleari firmato da Stati Uniti e Russia a Praga l’8 aprile 2010.

Il presidente russo ha comunque insistito sul fatto che si tratta di sospensione, non di ritiro dal trattato.

Pertanto, gli alti funzionari dell’amministrazione Biden hanno evidenziato che la mossa di Putin non cambierà lo status quo dal momento che le ispezioni – previste dal Trattato – non si effettuano già dal 2020.

IL COMMENTO DEGLI ESPERTI

“Putin ci ha tenuto a sottolineare che si tratta soltanto di una sospensione”, ha commentato a Startmag il generale Mario Arpino, già Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica e della Difesa. “Questa sospensione non cambia nulla. Nessuno aveva intenzione di usare queste armi, nemmeno Putin” aggiunge Arpino “Non c’è nulla di preoccupante, l’ammodernamento delle armi da teatro lo stava già facendo, gli americani anche hanno continuato a farlo: gli armamenti dislocati qui in Europa sono stati ammodernati di recente”.

“L’annuncio di Putin ha una valenza sicuramente concreta, ma più politica che altro” ha evidenziato il generale Vincenzo Camporini, ex capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare e della Difesa.

Secondo William Alberque, esperto militare presso l’Istituto internazionale di studi strategici (Iiss) “entrambe le parti potrebbero passare immediatamente da 1.550 testate strategiche dispiegate a 4.000. Ciò potrebbe accadere dall’oggi al domani”, riporta Reuters.

Back To Top