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Intelligenza Artificiale Coca-cola

Lo sapete cosa produrrà Coca-Cola con l’Intelligenza artificiale?

Coca-Cola ha lanciato una nuova bibita che, a suo dire, ha il sapore del futuro e per realizzarla ha collaborato con l’intelligenza artificiale, che si sta facendo sempre più strada nell’industria alimentare sia nei laboratori che nei suoi reparti di marketing. Tutti i dettagli e le collaborazioni tra aziende e IA

 

Novità frizzanti in casa Coca-Cola, che lancia la sua prima bibita creata con l’intelligenza artificiale (IA). Si chiama Coca-Cola Y3000 Zero Sugar, è un’edizione limitata e il marketing è realizzato con immagini prodotte dal generatore IA Stable Diffusion.

Ma non si tratta dell’unico esempio di collaborazione tra industria alimentare e IA tanto che gli anglofoni hanno già coniato un nuovo termine: “cobot”, ovvero una collaborazione con i robot.

IL GUSTO DEL FUTURO

Che sapore ha il futuro? Secondo la celebre azienda di bevande statunitense quello della Coca-Cola Y3000 Zero Sugar. Il numero presente nel suo nome infatti evoca il sapore dell’anno 3000, ancora lontano ben 977 anni.

LA COLLABORAZIONE CON L’IA

Le collab, abbreviazione solitamente usata nella moda e nell’arte per indicare progetti collaborativi, fanno parte anche dell’industria alimentare – basti pensare al pandoro Balocco targato Chiara Ferragni – ma questa volta la partnership è decisamente futuristica.

Coca-Cola infatti per servire il gusto dell’avvenire ha lavorato insieme all’intelligenza artificiale sia per realizzare il suo prodotto che per commercializzarlo. A detta dell’azienda, IA e intelligenza umana hanno collaborato per capire come i consumatori si immaginano il futuro “attraverso emozioni, aspirazioni, colori, sapori e altro ancora”. I loro punti di vista provenienti da tutto il mondo, uniti alle intuizioni raccolte dall’IA, hanno aiutato poi Coca-Cola a creare il gusto Y3000.

L’IA NEL MARKETING E IL CONTROVERSO USO DEI GENERATORI DI IMMAGINI

Oltre al gusto anche l’occhio vuole la sua parte e chi meglio di un software che genera immagini con l’IA poteva rendere attraente e realizzare qualcosa all’altezza di prodotto così futuristico? Il marketing dell’ultima novità in casa Coca-Cola si basa infatti su immagini create dal controverso Stable Diffusion che, come ricorda Ars Technica, è una tecnologia che ha acquisito la capacità di generare immagini “attraverso lo scraping di centinaia di milioni di opere protette da copyright presenti su internet senza l’autorizzazione dei titolari dei diritti d’autore ed è attualmente oggetto di controversie legali per violazione del copyright”.

NON SOLO MARKETING

Ma il ruolo dell’IA nel lancio del prodotto non finisce qui. Sul suo sito Coca-Cola fornisce ai consumatori anche un codice QR per accedere al Coca-Cola Creations Hub, dove è possibile scattare foto e usare un filtro di Stable Diffusion creato appositamente per ottenere un aspetto futuristico in stile vaporwave.

I “COBOT”

Tuttavia, Coca-Cola non è l’unica grande azienda del settore alimentare che si è affidata alla tecnologia per la ricerca e lo sviluppo, oltre che per generare clamore. Anche altri colossi, infatti, negli anni si sono fatti dare una mano dall’intelligenza artificiale nei laboratori alimentari o nel reparto creativo.

La strategia ha dato vita a dei “cobot”, ovvero delle collaborazioni con i robot, “una forma di automazione incrementale – scrive Quartz – che è stata presentata come un modo per affrontare le sfide macroeconomiche e ridurre i costi del settore, pur mantenendo il contributo degli esseri umani”.

Alcuni degli aspetti positivi dell’introduzione dell’IA nell’industria alimentare sono per esempio la riduzione degli sprechi, la gestione delle scorte e la previsione della domanda di prodotti. Secondo Restaurant Business, infatti, diversi fast food come KFC e Taco Bell hanno iniziato a utilizzare l’apprendimento automatico per gestire gli ordini settimanali di rifornimento.

GLI ALTRI BRAND CHE SI LASCIANO SEDURRE DALL’IA

Tra le altre grandi società che hanno realizzato progetti in collaborazione con l’IA, Quartz ricorda l’accordo del 2019 tra McCormick, specializzata in aromi, e IBM per collaborare allo sviluppo di sapori e prodotti alimentari; quello del 2022 tra Kraft Heinz e la startup cilena di tecnologia alimentare NotCo, che ha sviluppato un’IA di nome Giuseppe per portare avanti la ricerca sugli alimenti a base vegetale con l’intelligenza artificiale. Nello stesso anno e più o meno sulla medesima scia Mars ha siglato un accordo pluriennale con la società di IA PIPA per “accelerare la scoperta di nuovi ingredienti di origine vegetale”.

Quest’anno, invece, pare che vadano forte le birre progettate dall’IA. Atwater Brewery, oltre a usare l’intelligenza artificiale per sviluppare la sua campagna di PR, ha lanciato una IPA realizzata con ChatGPT e Beck’s debutta ugualmente con Autonomous. I francesi, invece, puntano sui formaggi a base vegetale e Bel Group ha scelto come partner la startup biotecnologica Climax Foods.

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