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Ford Turchia

Le auto elettriche inchiodano e Ford “scappa” dalla Turchia

Il rallentamento della domanda sta spingendo molte Case a rivedere i piani per l'auto elettrica. Ford straccia l'accordo per una gigafactory in Turchia. E adesso in Germania, dove si produceva la Fiesta, temono provvedimenti analoghi

La grande fabbrica di batterie alle porte di Ankara che aveva elettrizzato il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan (che spinge perché il Paese sia tra i protagonisti della transizione ecologica in atto) non si farà. Almeno non adesso.

E bisognerà vedere come sopravviverà alla crisi dell’auto elettrica la partnership tra il colosso locale Koç Holding – legato all’omonima famiglia, una delle più facoltose del Paese che nel mondo dell’auto aveva fatto affari soprattutto con la nostrana Fiat – l’americana Ford e la sudcoreana LG Energy Solution. I tre avevano decino di unire le forze per la creazione di una fabbrica di batterie che sarebbe dovuta sorgere in prossimità di Ankara.

I PIANI ELETTRICI DI FORD IN TURCHIA…

Questo nonostante all’inizio del 2023 l’Ovale Blu avesse sbandierato l’intenzione di ampliare la sua gamma “all-electric” europea a nove veicoli, firmando un memorandum d’intesa per costituire in Turchia una joint venture per la produzione annua tra 30 e 45 Gigawattora, a partire dal 2025.

Nel medesimo periodo, elettrizzata dalla corsa verso i nuovi propulsori, Ford aveva deciso di trasferire la proprietà dell’impianto di Craiova, in Romania, alla Ford Otosan, azienda turca controllata pariteticamente dagli americani e da Koç Holding, con l’obiettivo di aumentarne la capacità in vista dell’arrivo sulle catene di montaggio non solo della Puma elettrica, ma anche del nuovo Transit Courier e del multispazio Tourneo Courier.

…SI SPENGONO

Le vendite dell’ultimo periodo stanno però spingendo anche gli americani a rallentare. Le società coinvolte hanno spiegato di avere condotto delle “valutazioni relative al previsto investimento” concludendo “che, tenuto conto dell’attuale ritmo di adozione dei veicoli elettrici, i tempi non sono appropriati per un investimento nelle celle per batterie”.

Revocato di comune accordo il protocollo d’intesa firmato il 21 febbraio scorso, sebbene sia Ford sia Koç Holding abbiano a margine confermato l’impegno a “sostenere la produzione di veicoli elettrici presso lo stabilimento” della joint venture Ford Otosan a Kocaeli e garantito il proposito di “valutare in futuro potenziali investimenti nelle batterie in linea con le dinamiche del mercato” delle Bev.

IL RALLENTAMENTO RIGUARDERA’ ANCHE LA GERMANIA?

A inizio anno Ford aveva annunciato anche importanti novità per la Germania, in particolar modo per lo stabilimento di Colonia, orfano della vendutissima Fiesta, uscita di produzione questa estate. Nei piani l’impianto è destinato a diventare la culla del suv elettrico Explorer e, dal 2024, di un secondo veicolo alla spina, una crossover sportiva, frutto dell’alleanza industriale avviata nel 2020 con il gruppo Volkswagen con l’obiettivo di assemblarne 1,2 milioni di auto elettriche nell’arco di sei anni. Ma dato che anche Volkswagen ha rallentato i suoi piani elettrici, in molti si chiedono se i 2 miliardi di dollari (1,8 miliardi di euro) che Ford aveva stanziato a Colonia per il maquillage elettrico resteranno sul piatto.

Se Ford dovesse annunciarsi rinvii e slittamenti di varia natura si tratterebbe dell’ennesimo colpo subito dall’industria dell’auto tedesca, che proprio nelle ultime settimane ha visto la multinazionale americana Goodyear annunciare la dismissione degli impianti di Fulda e Fürstenwalde, lasciando a casa 1.500 operai, il Gruppo VW rallentare per le carenze nella fornitura dei propulsori APP550 e per la penuria di ordini di auto alla spina, l’Audi cestinare parte della propria strategia per l’elettrificazione e Continental  preparare “ulteriori misure di efficientamento” per risparmiare 400 milioni di euro negli uffici amministrativi.

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