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Come l’Intelligenza artificiale può combattere il crimine

IAWACS sfrutta l’intelligenza artificiale per monitorare i messaggi dei social network e prevedere attentati, manifestazioni violente e atti criminali in generale Mentre gli Stati Uniti e Dallas, in particolare, fanno i conti con giorni di brutale violenza, che ha visto uccisi due uomini afroamericano e cinque agenti di polizia, c’è chi vigila da lontano e…

IAWACS sfrutta l’intelligenza artificiale per monitorare i messaggi dei social network e prevedere attentati, manifestazioni violente e atti criminali in generale
Mentre gli Stati Uniti e Dallas, in particolare, fanno i conti con giorni di brutale violenza, che ha visto uccisi due uomini afroamericano e cinque agenti di polizia, c’è chi vigila da lontano e con estrema precisione su tutte le proteste in atto in varie città contro la violenza delle forze dell’ordine nei confronti degli afroamericani. Si tratta di una applicazione Web, chiamata IAWACS, che sfrutta l’intelligenza artificiale per analizzare i messaggi scritti sui social media e quindi comprendere quali siano le zone calde e dove aspettarsi atti violenti. In queste ore, per esempio, l’applicazione ha focalizzato la sua attenzione su Baton Rouge, dove i manifestanti sostenuti di Panther Party si sono riuniti per manifestare.

Lo strumento “sta cercando qualsiasi indicazione sulle proteste organizzate, mi aspetto che vi siano problemi in quella zona e l’ho addestrato preventivamente su Baton Rouge”, ha detto l’ideatore dell’applicazione, conosciuto con lo pseudonimo di “Jester”, il Giullare.

Il nuovo strumento che potrebbe aiutare a prevenire non solo violenze ‘previste’, ma anche atti criminali in generale, si basa sulla tecnologia del supercomputer Watson di IBM, che analizza in pochi secondi milioni di tweet. Non solo: gli algoritmi analizzano anche la timeline dell’utente, “definendo il grado di affidbilità, e la propensione alla violenza”, ha spiegato il Giullare. Tutte queste informzioni, se messe insieme, possono essere di grande aiuto agli agenti di polizia, impegnati a mantenere l’ordine.

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IAWACS, abbrevazione di Internet AWACS, ha contribuito, negli ultimi mesi, a scovare e chiudere decine di siti web di estremismo islamico. In teoria, quello che fa l’applicazione, non è legale e il Giullare è considerato, infatti, un hacker, ma le forze dell’ordine spesso chiudono un occhio sulle sue attività.

Diversi funzionari di polizia, come racconta il famoso hacker, hanno dato “feedback positivo” allo strumento di monitoraggio. IAWACS è stato realizzato in più versioni, con funzioni differenze: uno smartwach dovrebbe segnalare sparatorie, una versione dovrebbe intercettare conversazioni di estremisti islamici (ha rilevato dei picchi di conversazioni prima di ogni grande attacco), una individuare possibili “incidenti di rilievo” (quello che dovrebbe fare Baton Rouge) . Ogni applicazione ha funzioni differenti, ma la tecnologia è simile ed è legata all’intelligenza artificiale di IBM Watson.

Il Giullare ha pensato di dare vita a iAWACS dopo l’attentato alla maratona di Boston, compiutosi il 15 aprile 2013. In quell’occasione la polizia si mise a raccogliere informazioni tramite social network e a chiedere aiuto ai cittadini per rintracciare i sospettati. “Ho pensato che tutto questo processo potrebbe essere reso più facile,” ha detto il Giullare. L’applicazione è ancora work in progress, ma in futuro potrebbe svelarsi utile per circoscrivere il crimine.

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