Tra i temuti generatori di immagini di intelligenza artificiale (IA), che potrebbero rottamare fotografi, creativi e artisti, c’è una new entry. Il suo nome è Tongyi Wanxiang ed è lo strumento dell’azienda tecnologica cinese Alibaba Group in grado di creare, in base alle richieste dell’utente, immagini con diversi stili. Inoltre, è possibile parlargli non solo cinese ma anche inglese.
LA RISPOSTA CINESE AI GENERATORI DI IMMAGINI IA OCCIDENTALI
Se per sfidare il chatbot di OpenAI ChatGpt, il colosso Alibaba ha messo in campo l’IA Tongyi Qianwen, non poteva mancare un competitor anche per i generatori di immagini Dall-E (sempre di OpenAI), Midjourney, Stable Diffusion e DreamStudio.
La risposta orientale è Tongyi Wanxiang, che significa “verità da decine di migliaia di immagini”. Al momento è disponibile in versione beta per i clienti aziendali in Cina.
COME FUNZIONA TONGYI WANXIANG
Tongyi Wanxiang, attualmente in fase beta, risponde alle richieste dell’utente sia in cinese che in inglese. Basta infatti inserire una descrizione dell’immagine che si vuole ottenere e l’applicazione genera vari risultati il più possibile coerenti con quanto domandato.
“Con il rilascio di Tongyi Wanxiang, le immagini generate dall’IA di alta qualità diventeranno più accessibili, facilitando lo sviluppo di arte IA innovativa e di espressioni creative per le aziende in una vasta gamma di settori, tra cui l’e-commerce, i giochi, il design e la pubblicità”, ha dichiarato il CTO di Alibaba Cloud Intelligence, Jingren Zhou.
COSA PUÒ FARE
L’applicazione di Alibaba, come spiega l’azienda, a seguito di un input testuale, “produce immagini in un’ampia gamma di stili che vanno dall’acquerello all’olio e alla pittura cinese fino all’animazione, allo schizzo, all’illustrazione piatta e ai cartoni animati 3D”.
Tongyi Wanxiang può anche trasformare immagini già esistenti in nuove immagini con uno stile simile preservandone il contenuto originale ma applicandogli uno stile diverso.
Ecco alcuni esempi pubblicati nel comunicato di Alibaba:
L’ALTRA NOVITÀ DI ALIBABA
Alla presentazione di Tongyi Wanxiang, Alibaba ha anche lanciato ModelScopeGPT, un framework progettato “per assistere gli utenti nella realizzazione di attività di IA complesse e specializzate nei domini del linguaggio, della visione e del parlato, sfruttando diversi modelli di IA su ModelScope”, una piattaforma Model-as-a-Service (MaaS) open-source introdotta da Alibaba Cloud lo scorso anno, con oltre 900 modelli di IA.
QUANTO VALE L’IA GENERATIVA
Tutte, ma proprio tutte le Big Tech stanno continuando a investire nell’IA generativa. Da Alibaba ad Amazon, Microsoft, Google, Meta ma anche la piattaforma che fornisce contenuti fotografici, musica e strumenti di editing Shutterstock, che ha addirittura siglato un accordo con OpenAI. E secondo Reuters, le aziende tecnologiche cinesi, in particolare, “stanno sviluppando in modo aggressivo prodotti di IA dopo che il chatbot ChatGpt di OpenAI ha dato il via a un boom di IA generativa”.
Stando infatti alla società di consulenza McKinsey, l’IA generativa potrebbe aggiungere 4,4 trilioni di dollari di valore all’economia globale ogni anno.
LA QUESTIONE (APERTA) DEL COPYRIGHT
Ma come si mette per il diritto d’autore con l’avanzata dell’IA generativa? Già alcuni scrittori statunitensi hanno intrapreso azioni legali accusando le società dietro le intelligenze artificiali di addestrarle usando opere appartenenti ad autori che non hanno dato il proprio consenso.
A gennaio, ricorda Quartz, un gruppo di artisti visivi ha citato in giudizio Stability AI, Midjourney e DeviantArt, sostenendo che questi motori di IA hanno utilizzato le opere d’arte di artisti umani per produrre immagini nel loro stile. E a maggio, Ashley Irwin, presidente della Society of Composers and Lyricist, ha dichiarato a una sottocommissione giudiziaria della Camera che “i diritti d’autore dei creatori devono essere protetti dai sistemi di IA generativa”.