skip to Main Content

Cina

Chi sono i rivali cinesi di ChatGpt

L’ultimo antagonista cinese di ChatGpt si chiama SenseChat ed è stato sviluppato da SenseTime, una delle principali aziende dedicate all’intelligenza artificiale, a cui si aggiunge anche Tongyi Qianwen di Alibaba, ma Pechino sembra preoccupata da tutto questo progresso e cerca di mettere un freno. Tutti i dettagli

 

Al chatbot ChatGpt di OpenAI, Pechino risponde non solo con Ernie Bot di Baidu e i progetti di Alibaba e Tencent, ma ora anche con SenseChat di SenseTime, una delle principali aziende dedicate all’intelligenza artificiale (IA).

Dopo la presentazione di ieri, oggi le azioni della società con sede a Hong Kong sono volate in Borsa e tra i suoi investitori ci sono sia la holding di Alibaba che la giapponese Softbank Group Corporation.

COSA SA FARE SENSECHAT

Come riporta Bloomberg, l’amministratore delegato di SenseTime, Xu Li, ha mostrato come SenseChat – che si basa su un modello linguistico di grandi dimensioni (Large Language Models, LLM) di nome SenseNova – fosse in grado di raccontare una storia rispondendo a diverse domande e di aiutare a ricontrollare, tradurre e scrivere un codice informatico, partendo da quesiti non troppo elaborati in inglese o cinese.

L’ad ha poi affermato che attualmente i programmatori umani svolgono circa l’80% del lavoro nello sviluppo dell’IA, ma in futuro la situazione si capovolgerà, con l’IA che riuscirà a gestire l’80% dello sforzo mentre gli esseri umani si occuperanno del restante 20% per dirigere e perfezionare.

SenseNova è stato descritto da Xu come “un supermercato di modelli linguistici di grandi dimensioni”, al quale potranno collegarsi i partner per aggiornarlo continuamente.

LE ALTRE RIVELAZIONI DI SENSESTIME

Ma SenseTime, oltre a SenseChat, ha presentato una serie di nuovi servizi di intelligenza artificiale sviluppati grazie all’accesso dell’azienda a una grande quantità di dati e alla potenza di calcolo a disposizione.

Tra questi, uno strumento di elaborazione delle immagini chiamato Miaohua, letteralmente “disegna in pochi secondi”; un prodotto capace di modellare i movimenti di un essere umano per animare un essere digitale in un video di nome Ruying, ovvero “come un’ombra” e, infine, un servizio per la modellazione di strutture che utilizza il rendering dell’IA per generare edifici in 3D.

LA REAZIONE DELLA BORSA

Oggi le azioni SenseTime hanno registrato un’impennata dell’11%, secondo quanto riferito da Reuters. Festeggiano anche investitori come Alibaba, le cui azioni sono aumentate del 3,8%, e Softbank, che è salita dello 0,5%.

Ma a beneficiare dei progressi nell’IA, osserva il Financial Times, sono state molte aziende cinesi. Se le azioni SenseTime sono salite di quasi il 50% dall’inizio dell’anno anche quelle di Baidu sono cresciute di oltre il 15%.

LA GUERRA TRA USA E CINA

L’azienda, che tuttavia è sottoposta a sanzioni da parte degli Stati Uniti, non ha fornito piani dettagliati per il lancio dei prodotti, ma ha detto che i partecipanti potranno provarli. Nel 2019, infatti, gli Usa hanno inserito SenseTime in una lista nera commerciale dopo averla accusata di aver sviluppato programmi di riconoscimento facciale che facilitano la sorveglianza di Pechino sugli uiguri nella regione dello Xinjiang.

In quell’occasione, ricorda Reuters, SenseTime aveva dichiarato di opporsi fermamente al divieto statunitense e che avrebbe collaborato con le autorità competenti per risolvere la situazione.

IL CHATBOT DI ALIBABA E LA STRETTA DEL REGOLATORE CINESE SULLA IA

Ma anche Pechino non approva ciecamente tutte le nuove tecnologie, nemmeno se sviluppate in casa. Il Ft, infatti, afferma che oggi le autorità hanno proposto “nuovi controlli sui chatbot di intelligenza artificiale, nel tentativo di controllare il modo in cui l’industria tecnologica del Paese diffonde i modelli di IA generativa”.

Infatti, poche ore dopo il lancio di Tongyi Qianwen, il chatbot di Alibaba presentato oggi, il regolatore cinese di internet, la Cyberspace Administration of China (CAC), ha pubblicato una bozza di misure che “probabilmente rallenteranno il lancio di Alibaba”, temendo l’influenza che i chatbot possono avere sulla “mobilitazione sociale”.

“I contenuti generati dall’IA generativa – ha scritto la CAC – devono incarnare i valori socialisti fondamentali e non ci devono essere contenuti che sovvertano il potere dello Stato, sostengano il rovesciamento del sistema socialista, incitino a dividere il Paese o minino l’unità nazionale”.

Per questi motivi, il regolatore ha proposto che i fornitori debbano sottoporre i loro prodotti a verifiche di sicurezza prima del rilascio pubblico e che venga creato un database per registrarli. Le piattaforme dovrebbero inoltre verificare l’identità degli utenti e consentire di tracciarne l’utilizzo. Ernie Bot di Baidu già richiede a chi lo utilizza di fornire il proprio nome e numero di identificazione nazionale.

Inoltre, stando al Ft, “i guadagni dei titoli AI hanno allarmato le autorità di regolamentazione e i media statali cinesi, che hanno ripetutamente messo in guardia gli investitori dall’inseguire la frenesia speculativa”.

Back To Top