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Alibaba

Perché Alibaba si farà in sei

Il fondatore di Alibaba, Jack Ma, è tornato in patria e il suo impero da 220 miliardi di dollari verrà diviso in sei diverse unità, ognuna della quali potrà quotarsi in Borsa. Ecco come si trasformerà il colosso dell’e-commerce e cosa significa per l’economia cinese secondo gli analisti

 

Aria di ristrutturazione in casa Alibaba. Il gigante cinese dell’e-commerce fondato da Jack Ma ha annunciato l’intenzione di dividere i suoi 220 miliardi di dollari di attività in sei diverse unità, ognuna delle quali avrà la possibilità di raccogliere fondi e di quotarsi in Borsa.

La mossa, secondo quanto dichiarato dalla multinazionale, “è progettata per sbloccare il valore degli azionisti e promuovere la competitività del mercato”.

Bisogna infatti ricordare che nell’ottobre 2020 circa 600 miliardi di dollari di valore di Borsa dell’azienda erano stati spazzati via dal crollo del prezzo delle azioni e nel 2021 il colosso era stato multato per 2,6 miliardi nell’ambito di un’indagine dell’Antitrust.

COME SARÀ LA HOLDING DI ALIBABA

Alibaba, dopo due anni difficili in cui ha faticato a crescere a causa sia del rallentamento economico sia dell’inasprimento della regolamentazione da parte di Pechino, vuole ora tornare in auge diventando una holding.

Il progetto prevede che le attività vengano spacchettate in sei società, ognuna delle quali avrà il proprio Ceo e consiglio di amministrazione.

“Questa trasformazione consentirà a tutte le nostre aziende di diventare più agili, di migliorare il processo decisionale e di rispondere più rapidamente ai cambiamenti del mercato”, ha spiegato il Ceo di Alibaba, Daniel Zhang.

I 6 GRUPPI AZIENDALI

I gruppi aziendali, come riportato dalla Cnbc, ruoteranno intorno alle priorità strategiche e si divideranno in:

  • Gruppo Intelligence Cloud, ospiterà le attività di cloud e intelligenza artificiale dell’azienda. Il suo amministratore delegato sarà Zhang;
  • Gruppo Taobao Tmall Commerce, si occuperà di coprire le piattaforme di shopping online dell’azienda, tra cui Taobao e Tmall, e sarà l’unica a rimanere interamente di proprietà di Alibaba;
  • Gruppo Servizi Locali, riguarderà il servizio di consegna di cibo a domicilio Ele.me di Alibaba e la sua mappatura. L’amministratore delegato sarà Yu Yongfu;
  • Cainiao Smart Logistics, ospiterà il servizio di logistica di Alibaba e continuerà a essere guidato dal suo Ceo Wan Lin;
  • Gruppo Commercio Digitale Globale, comprenderà le attività internazionali di e-commerce di Alibaba, tra cui AliExpress e Lazada. Il Ceo sarà Jiang Fan;
  • Gruppo Digital Media and Entertainment, raggrupperà lo streaming e le attività cinematografiche di Alibaba. A capo ci sarà Fan Luyuan.

LA REAZIONE DELLA BORSA

La Borsa ha piacevolmente accolto la riorganizzazione di Alibaba, infatti, ieri le azioni sono schizzate e hanno chiuso in rialzo di oltre il 14% negli Stati Uniti.

Anche la Borsa di Hong Kong, spinta dai titoli tecnologici e dal balzo del gigante dell’e-commerce, chiude la seduta in forte rialzo, con l’indice Hang Seng che guadagna il 2,06%, attestandosi a 20.192,40 punti.

COSA NE PENSANO GLI ANALISTI

Il rinnovamento arriva un giorno dopo il ritorno in patria del fondatore di Alibaba, Jack Ma, che ha trascorso l’ultimo anno all’estero, simbolo dell’intenzione di Pechino di stimolare la crescita del settore privato dopo due anni di repressione.

Secondo alcuni analisti sentiti da Reuters, lo spacchettamento infatti potrebbe alleggerire il controllo sul gigante tecnologico, la cui vasta attività è stata per anni nel mirino delle autorità di regolamentazione, e allontana il timore che Alibaba abbia perso il suo potenziale di crescita.

Per Tara Hariharan del fondo hedge sui mercati emergenti NWI Management, la decisione potrebbe anche essere in parte una conseguenza del controllo degli Stati Uniti sulle aziende tecnologiche cinesi che hanno sollevato preoccupazioni per la sicurezza nazionale su TikTok e la sua società madre ByteDance.

“Aprendo la strada alla quotazione delle varie nuove unità di Alibaba – ha detto Hariharan -, il governo cinese potrebbe segnalare una minore ostilità nei confronti dei suoi giganti tecnologici come messaggio distensivo per gli investitori statunitensi e internazionali”.

Secondo Jon Withaar, responsabile delle situazioni speciali in Asia di Pictet Asset Management, è probabilmente il segno “che ci stiamo avvicinando alla fine del controllo normativo su Alibaba e ci aspettiamo che la società torni nelle grazie delle autorità di regolamentazione e dei responsabili politici”.

Inoltre, come spiegato da Tina Teng, analista di CMC Markets, “la scissione di Alibaba potrebbe aprire la strada ad altri giganti tecnologici cinesi per una ristrutturazione simile”.

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