Skip to content

Garante Privacy Metaverso

Il Garante sfruculia Rcs e Gedi per gli accordi con ChatGpt

Per la vicepresidente del Garante della Privacy l'Intelligenza artificiale come ChatGpt nel giornalismo "solleva questioni cruciali per l'impatto sulla democrazia, la deontologia, la tutela del diritto d'autore e la diffusione di disinformazione". Intanto Elkann e Altman brindano ai nuovi accordi siglati proprio sull'editoria

Il Garante della Privacy italiano è stato il primo a incrociare le spade con l’intelligenza artificiale generativa di OpenAI bloccando nel marzo del 2023 ogni raccolta di dati personali ritenuta illecita. Per tanti osservatori la mossa della nostra Autorità era sintomo di un’Italia oscurantista e sempre più periferica nel mondo hi-tech, ma quella posizione ha fatto cambiare le regole del gioco alle Big Tech Usa dal momento che i punti sollevati nel nostro Paese avevano destato l’attenzione anche delle authority omologhe di altre nazioni e rischiavano di fare, per così dire, giurisprudenza. Un anno e mezzo dopo a inquietare il Garante della Privacy italiano – presieduto da Pasquale Stanzione (nella foto) – sono i recenti accordi sottoscritti tra l’ex startup di Sam Altman e gli editori italiani Rcs e Gedi. Ma procediamo con ordine.

LA VERA RAGIONE DELL’ARRIVO DI ALTMAN IN ITALIA?

All’apparenza Sam Altman, guru dell’Intelligenza artificiale generativa, nelle ultime ore è arrivato in Italia per farsi intervistare da John Elkann, presidente di Gedi, sul palco dell’Italian Tech Week di Torino organizzata da Exor (di cui sempre John Elkann è Ceo).

Potrete trovare la loro chiacchierata sul sito della Stampa (testata del Gruppo Gedi), non ne troverete traccia sul sito di Repubblica perché la redazione scioperava proprio contro Elkann. Qui invece una selezione di alcune preziose pillole del presidente di Stellantis.

L’ACCORDO TRA OPENAI E RCS E GEDI

Nella realtà dei fatti Sam Altman sembra venuto in Italia per stringere importanti accordi con Rcs (Corriere) e Gedi (appunto La Stampa e Repubblica). Recita la nota divulgata dal gruppo editoriale di Elkann: “La media company italiana Gedi e OpenAI, azienda di ricerca e applicazione dell’intelligenza artificiale che realizza ChatGPT, annunciano oggi una partnership strategica per rendere accessibili agli utenti di ChatGPT i contenuti in lingua italiana provenienti dalle autorevoli testate del Gruppo Gedi”.

“Con questa partnership – viene spiegato sempre nel comunicato -, gli utenti di ChatGPT avranno accesso a citazioni, contenuti e link alle pubblicazioni di Gedi, tra cui La Repubblica e La Stampa. La collaborazione permetterà di migliorare la rilevanza e l’accesso ai prodotti di OpenAI, inclusi ChatGPT e il prototipo SearchGPT, per gli utenti in Italia. La partnership offre, inoltre, a entrambe le società nuove opportunità per ulteriori collaborazioni su funzionalità e prodotti basati sull’AI, migliorando il modo in cui i lettori accedono e interagiscono con le notizie in Italia”.

COSA DICE ELKANN

John Elkann, presidente di Gedi, si è detto entusiasta dell’accordo: “La partnership siglata con OpenAI fa parte del percorso di trasformazione digitale di Gedi e riconosce il suo ruolo di leadership nella produzione di contenuti di alta qualità all’interno del panorama editoriale italiano. Da oggi – ha proseguito – gli utenti di ChatGPT potranno fare affidamento su articoli e analisi approfondite provenienti dalle nostre pubblicazioni, per ottenere informazioni di qualità su un’ampia gamma di argomenti, con particolare riferimento al contesto italiano. Questo accordo – ha chiosato Elkann -permette inoltre a Gedi di raggiungere un pubblico internazionale più ampio, grazie alle avanzate capacità di traduzione sviluppate da ChatGPT”.

COSA HA DETTO SAM ALTMAN

Gli ha fatto eco Sam Altman di OpenAI: “È importante collaborare con gli editori di tutto il mondo affinché tutti possano avere accesso a informazioni accurate e affidabili nella propria lingua. Questa partnership  – ha aggiunto il discusso leader dell’ex startup statunitense finanziata da Microsoft e da Apple – riconosce l’alta qualità del giornalismo di GEDI e migliora l’esperienza di ChatGPT per milioni di persone in Italia e nel mondo”.

IL “FARO” DEL GARANTE

Immediata la replica dell’Autorità per la riservatezza: “Il Garante per la protezione dei dati personali segue con attenzione gli accordi che RCS MediaGroup e Gedi Gruppo Editoriale avrebbero siglato con OpenAI, azienda che realizza ChatGPT, e si riserva di valutare l’adozione di più specifiche iniziative”.

PER L’AUTORITA’ A RISCHIO “DEMOCRAZIA, DEONTOLOGIA E DIRITTO D’AUTORE”

Che dalle parti dell’Autorità guardino con sospetto simili accordi non è una novità. Soltanto qualche settimana fa Cerrina Feroni, vicepresidente del Garante, aveva infatti dichiarato che “l’Intelligenza artificiale generativa nel giornalismo solleva questioni cruciali per l’impatto sulla democrazia, la deontologia, la tutela del diritto d’autore e la diffusione di disinformazione”. L’uomo insomma deve essere centrale “per garantire affidabilità, trasparenza e responsabilità”.

LA CAUSA DEL NY TIMES

La vicepresidente aveva anche ricordato il caso del New York Times che, per tutelarsi dalle attività di setaccio sul Web delle Intelligenze artificiali affamate di dati e informazioni, aveva adottato “contromisure tecnologiche a protezione dei propri contenuti editoriali bloccando l’operatività dei software di scraping sul proprio sito”, citando contestualmente OpenAI in tribunale. In Italia si è scelta la via del dialogo. Bisogna però capire chi ci guadagnerà davvero e quali diritti sono a rischio.

Torna su