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Goldman Sachs sarà più intelligente con l’Intelligenza artificiale? Il caso Devin

Nel 2023 ha previsto che l'intelligenza artificiale avrebbe portato alla perdita di 300 milioni di posti di lavoro, ora Goldman Sachs ha appena assunto centinaia di Devin, un programmatore IA sviluppato da Cognition, ma intende averne migliaia. Cosa farà e in quanti potrebbero rischiare il posto? Fatti, numeri e commenti

 

Goldman Sachs ha progettato un proprio chatbot basato sull’intelligenza artificiale (IA), integrato questa tecnologia nelle sue attività e adesso è la prima grande banca a sperimentare Devin, un programmatore IA autonomo sviluppato dalla startup londinese Cognition.

La mossa, tuttavia, solleva interrogativi importanti per le potenziali implicazioni che potrebbero esserci per l’occupazione. Nel 2023, proprio la banca d’investimento aveva previsto che l’IA avrebbe portato alla perdita di 300 milioni di posti di lavoro.

IL COLLEGA DEVIN

La decisione di Goldman Sachs di assumere Devin segna un’evoluzione radicale nel modo in cui il settore finanziario integra il software nel proprio lavoro quotidiano. Il sistema, che non ha bisogni umani come dormire o percepire uno stipendio – ironizza Quartz -, verrà inizialmente impiegato a supporto dei team tecnologici della banca.

“Cominceremo ad aumentare la nostra forza lavoro con Devin, che sarà come un nuovo dipendente capace di svolgere compiti per conto dei nostri sviluppatori – ha spiegato a Cnbc Marco Argenti, Chief Information Officer di Goldman Sachs -. Inizialmente avremo centinaia di Devin, ma potremmo arrivare a migliaia, a seconda dei casi d’uso”.

Secondo Argenti, l’obiettivo è usare Devin per assistere gli sviluppatori nei loro compiti quotidiani.

CHI C’È DIETRO

Cognition, l’azienda che ha creato Devin, è stata fondata alla fine del 2023 e ha già raggiunto una valutazione vicina ai 4 miliardi di dollari. Tra i suoi sostenitori ci sono nomi di spicco come Peter Thiel e Joe Lonsdale, venture capitalist e co-fondatori di Palantir.

Secondo fonti vicine alla banca, Goldman Sachs, pur utilizzando Devin, non detiene una partecipazione nella startup.

COSA SA FARE

Devin ha guadagnato notorietà nel 2024 quando Cognition ha dichiarato di aver realizzato il primo ingegnere software IA completamente autonomo. Le demo mostravano Devin in grado di affrontare compiti complessi di programmazione full-stack con pochissimo intervento umano, dimostrando una capacità operativa che va oltre quella dei tradizionali strumenti di intelligenza artificiale generativa (IAg).

Come osserva Quartz, il suo impiego da parte di Goldman Sachs non è una semplice sperimentazione: con oltre 12.000 sviluppatori interni, la banca punta a un’integrazione su larga scala del sistema IA, con l’obiettivo di aumentare notevolmente l’efficienza operativa.

AUMENTO DELLA PRODUTTIVITÀ E LAVORO IBRIDO

“Si tratta davvero di persone e intelligenza artificiale che collaborano – ha assicurato Argenti -. Gli ingegneri dovranno saper descrivere i problemi in modo coerente, trasformarli in prompt… e poi supervisionare il lavoro di questi agenti”.

Il Chief Information Officer ritiene che l’utilizzo di Devin potrebbe triplicare o addirittura quadruplicare la produttività dei team software rispetto agli assistenti IA di precedente generazione. Il sistema, ha spiegato la banca, sarà impiegato principalmente per automatizzare operazioni ripetitive e noiose come l’aggiornamento del codice legacy, sotto la supervisione umana.

L’IA IN GOLDMAN SACHS

Ma Devin non è l’unico strumento di IA all’interno della banca. Parallelamente, infatti, Goldman Sachs sta implementando una propria piattaforma IA generativa chiamata GS AI Assistant, utilizzata in ambiti come investment banking, gestione patrimoniale e ricerca.

Questa piattaforma si basa su modelli di OpenAI, Gemini di Google e altri partner tecnologici, e viene impiegata per attività come la generazione di codice, la sintesi di documenti e la redazione di analisi.

L’IMPATTO SUL LAVORO

L’adozione di strumenti IA così avanzati, tuttavia, solleva interrogativi sul futuro del lavoro, soprattutto nel settore impiegatizio. Le tecnologie “agentiche” come Devin rappresentano un salto qualitativo rispetto all’AI generativa, poiché sono progettate per eseguire interi flussi di lavoro in autonomia, non solo per assistere. “Quei modelli sono sostanzialmente bravi quanto qualsiasi sviluppatore”, ha detto Argenti.

Colossi tecnologici come Microsoft e Alphabet hanno dichiarato che l’IA già produce circa il 30% del codice in alcuni progetti, mentre il Ceo di Salesforce, Marc Benioff, ha affermato lo scorso mese che l’intelligenza artificiale gestisce fino al 50% del lavoro nella sua azienda.

Secondo Bloomberg, l’introduzione massiccia dell’IA nel settore bancario potrebbe portare alla scomparsa di fino a 200.000 posti di lavoro a livello globale nei prossimi 3-5 anni.

CHI RISCHIA DI PIÙ E CHI DI MENO

Nonostante la narrativa ufficiale punti sull’integrazione e il supporto, alcune dichiarazioni, osserva Quartz, lasciano intravedere anche una possibile riduzione del personale. A maggio, per esempio, il presidente di Goldman Sachs, John Waldron, ha parlato di un incremento del 20% nella produttività dei team grazie all’uso dell’IA, lasciando intuire che un’organizzazione più efficiente potrebbe richiedere meno persone.

Secondo MarketWatch, i percorsi di ingresso tradizionali per gli analisti – spesso visti come una sorta di “catena di montaggio” per la carriera nel settore finanziario – rischiano di ridursi in modo significativo. Al contrario, i ruoli che richiedono competenze specialistiche, interazioni dirette con i clienti e capacità decisionali in contesti complessi dovrebbero mantenere una forte rilevanza, mentre le mansioni più ripetitive legate alla programmazione e all’analisi saranno sempre più affidate all’automazione.

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