Morgan Stanley ha appena presentato il suo nuovo assistente di intelligenza artificiale (IA) alimentato da OpenAI, JPMorgan ha una propria versione di un modello linguistico di grandi dimensioni e Goldman Sachs vede nell’uso dell’IA “enormi opportunità di aumento della produttività e anche di efficienza”.
Inoltre, per Alexandra Mousavizadeh, Ceo e fondatrice di Evident – una società che monitora i progressi delle 50 maggiori banche del mondo nell’incorporare e far progredire l’IA, utilizzando quattro parametri: talento, innovazione, leadership e trasparenza – “la tecnologia generativa dell’IA svolgerà almeno una parte in ogni funzione svolta dal settore bancario in un futuro non troppo lontano”.
Ecco, dunque, come l’intelligenza artificiale sta conquistando Wall Street.
LA COLLABORAZIONE TRA MORGAN STANLEY E OPENAI
Già l’anno scorso Morgan Stanley aveva annunciato i suoi piani con OpenAI per introdurre l’intelligenza artificiale nel lavoro di tutti i giorni.
Nel marzo 2023, è diventata l’unico partner della società di IA per la gestione patrimoniale e a settembre ha lanciato AI @ Morgan Stanley Assistant, un chatbot di intelligenza artificiale generativa (IAg) già utilizzato dal 98% dei team di consulenti finanziari e che li ha aiutati ad accedere alla vasta gamma di conoscenze tecniche della banca.
“Immaginiamo un mondo in cui l’IA serva come strato di interazione per migliorare l’efficienza che si colloca tra i nostri colleghi e le numerose applicazioni con cui interagiscono, come l’esecuzione e l’inserimento degli ordini, il Customer Relationship Management (Crm), gli strumenti di reporting e l’analisi del rischio, solo per citarne alcuni”, ha dichiarato Jeff McMillan, responsabile dell’intelligenza artificiale della banca.
L’ASSISTENTE IA DI MORGAN STANLEY
Ora, con il nuovo assistente Debrief pensato per aiutare i consulenti finanziari di Morgan Stanley Wealth Management la partnership con OpenAI fa un altro passo avanti.
L’assistente, costruito su Gpt-4, verrà distribuito ai suoi quasi 16.000 consulenti patrimoniali nelle prossime due settimane e “parteciperà alle riunioni dei consulenti con il consenso dei clienti […], farà emergere i punti d’azione, riassumerà i punti chiave, redigerà le e-mail e salverà le note in Salesforce”.
“La qualità e la profondità delle note” prese da Debrief sono “significativamente migliori” di quelle degli analisti, ha detto McMillan, il quale ha aggiunto: “La verità è che Debrief è in grado di prendere appunti meglio di un essere umano medio”.
E stando a una ricerca della University of Chicago Booth School of Business, non ancora sottoposta a peer-review, suggerisce che i modelli linguistici di grandi dimensioni (Llm) sono in grado di superare alcuni analisti finanziari nel “prevedere la direzione degli utili futuri”.
L’IA IN JP MORGAN
Ma Morgan Stanley non è l’unica grande banca ad aver abbracciato l’intelligenza artificiale. Come osserva Quartz, “i casi di utilizzo dell’IA presso le principali banche di Wall Street sono aumentati negli ultimi anni, mentre gli istituti finanziari fanno a gara per implementare la tecnologia”.
JPMorgan Chase, per esempio, lo scorso maggio ha detto di avere una propria versione di un Llm, denominato ChatCFO, che supporta il lavoro del team finanziario. E secondo la responsabile dell’unità di gestione patrimoniale, Mary Erdoes, “richiamare informazioni su potenziali investimenti e accelerare il processo decisionale” è diventato più veloce grazie all’uso dell’IA, facendo risparmiare agli analisti da 2 a 4 ore al giorno.
La più grande banca statunitense per patrimonio ormai sta formando ogni nuovo assunto all’uso dell’IA e lo stesso presidente di JPMorgan, Daniel Pinto, ha dichiarato che questa tecnologia sarà “molto, molto impattante” per i 60.000 sviluppatori e gli 80.000 dipendenti delle operazioni e dei call center della banca, che rappresentano quasi la metà dell’organico dell’azienda.
Pinto ha anche aggiunto che “i casi di utilizzo dell’IA in JPMorgan sono valutati approssimativamente tra 1 e 1,5 miliardi di dollari”.
L’ENTUSIASMO DI GOLDMAN SACHS PER L’IA
Nonostante abbia stimato che la diffusione dell’intelligenza artificiale porterà alla perdita di 300 milioni di posti di lavoro, il Ceo di Goldman Sachs, David Solomon, “è particolarmente entusiasta delle opportunità che l’IA potrebbe presentare per la banca d’investimento”, scrive Quartz.
Solomon ha infatti riscontrato un “enorme appetito” da parte dei clienti per la consulenza e il supporto delle strategie di IA, e vede in questa tecnologia “enormi opportunità di aumento della produttività e anche di efficienza”.
Come da lui riferito, l’IA diventerà una parte fondamentale dell’attenzione della banca d’investimento nei prossimi 5-10 anni, servendo sia i clienti che desiderano sviluppare sia quelli che vogliono scalare la propria infrastruttura di IA. Tuttavia, sebbene Goldman Sachs si trovi al settimo posto dell’Evident AI index, è al penultimo posto per quanto riguarda la trasparenza.
JPMorgan, invece, è in cima alla classifica per la seconda volta di seguito.
GLI AZIONISTI APPROVANO L’USO DELL’IA NELLE BANCHE
Sono molto favorevoli all’introduzione dell’IA nelle banche gli azionisti. Stando infatti a una ricerca di Evident citata da Quartz, “le banche che si sono classificate più in alto nel suo indice IA – JPMorgan, Capital One, Royal Bank of Canada, Wells Fargo e UBS – hanno registrato un aumento del 34% circa rispetto all’anno precedente”. Inoltre, “le prime 10 banche dell’indice hanno registrato un balzo del 26% e le prime 25 un aumento di quasi il 18%, mentre la crescita annuale mediana del settore è stata del 10%”.