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Esa

Spazio, chi sono i tre candidati (non italiani) in corsa per la guida dell’Esa

Dopo l'esclusione dei due candidati italiani (Di Pippo e Battiston), restano in corsa il norvegese Hauglie-Hanssen, lo spagnolo Duque e l'austriaco Aschbacher per il ruolo di direttore generale dell'Esa (Agenzia spaziale europea)

Ufficiale. “Nessun italiano fa parte della rosa dei tre finalisti per la carica di direttore generale dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa)”. Dopo le indiscrezioni della Verità la settimana scorsa, oggi arriva la conferma dell‘Ansa che riporta l’esclusione dei due candidati italiani.

Il comitato incaricato della selezione dei candidati che poi saranno scelti dal Consiglio Esa ha accantonato infatti sia Simonetta Di Pippo, sostenuta da governo, sia Roberto Battiston, ex presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) auto candidatosi.

A quanto si apprende restano in corsa soltanto il norvegese Christian Hauglie-Hanssen, l’ex astronauta e ministro della Ricerca spagnolo Pedro Duque e l’austriaco Josef Aschbacher, attualmente direttore dell’Osservazione della Terra dell’Esa.

La selezione ulteriore vede in corsa i candidati di Norvegia, Spagna e Austria, che a fine novembre dovranno affrontare un ulteriore colloquio davanti ai 22 delegati del Consiglio dell’Esa in attesa della decisione finale, attesa nel Council di metà dicembre.

Tutti i dettagli.

IL BANDO PER LA GUIDA DELL’ESA

Il bando per la posizione di direttore generale dell’Esa era stato aperto in febbraio e le candidature erano state oltre 200, esaminate dal Comitato incaricato della selezione. Come racconta l’Ansa, “una candidatura per rappresentare l’Italia in questo comitato era stata, su proposta dall’Esa, l’attuale direttore generale del Cern Fabiola Gianotti, ma l’Italia ha optato per l’ingegner Silvano Casini, commissario straordinario dell’Asi dal 1995 al 1996”.

IN CORSA SIMONETTA DI PIPPO CON L’ENDORSEMENT DEL GOVERNO CONTE

“Agli inizi di settembre — prosegue l’Ansa — il Comitato dell’Esa si era messo al lavoro, fino a individuare otto candidati, che hanno così superato così la prima selezione. Nel gruppo c’erano ancora entrambi gli italiani, più un francese, un belga, uno spagnolo, un britannico, un norvegese e un austriaco”.

Il 15 ottobre gli otto ‘semifinalisti’ erano a Stoccolma per affrontare un colloquio in vista di un’ulteriore selezione. Proprio il 5 ottobre il governo italiano aveva reso nota ufficialmente la candidatura di Simonetta Di Pippo. Attraverso un tweet del sottosegretario agli Esteri, Di Stefano (M5S).

ESCLUSE LE CANDIDATURE ITALIANE

Nulla di fatto, invece, per le due candidature italiane: né per quella di Simonetta Di Pippo, direttrice dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari dello Spazio extra atmosferico (Unoosa), presentata con il sostegno di Palazzo Chigi, né per quella del fisico Roberto Battiston, ex presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e docente all’Università di Trento, che aveva presentato la sua candidatura in modo autonomo entro la scadenza di fine agosto.

Si tratta di un duro colpo per il nostro paese. L’Italia, con un contribuzione più alta di sempre al budget Esa dell’ordine di due miliardi e duecento milioni, è dietro soltanto alla Germania e alla Francia come contributore dell’agenzia.

CHI È LO SPAGNOLO PEDRO DUQUE

Passiamo ora ai curricula dei tre candidati rimasti in corsa per la guida dell’Agenzia spaziale europea.

Ingegnere aeronautico dell’Università Politecnica di Madrid. Astronauta dell’Esa dal 1992. Ministro spagnolo della scienza e dell’innovazione. Si definisce così Pedro Duque sul suo profilo Twitter, attuale titolo del dicastero della scienza del governo Sanchez. L’astronauta spagnolo ha annunciato la sua candidatura lo scorso 30 giugno.

Nel novembre 1998 Duque ha fatto il suo primo viaggio nello spazio a bordo dello shuttle Discovery. Nell’ottobre 2003, è tornato su una navicella spaziale Soyuz alla Stazione Spaziale Internazionale, dove ha vissuto per dieci giorni come membro della missione Cervantes. Dopo la sua passeggiata nello spazio, Duque è rimasto professionalmente legato al settore aerospaziale in attesa di una nuova opportunità per  tornare nello spazio con l’Esa. Racconta il sito Lavozdegalicia. Ma nel giugno 2018 ha ricevuto una chiamata dal primo ministro spagnolo, Pedro Sánchez, per guidare il Ministero della Scienza.

Come scriveva Repubblica quest’estate, quello di Duque è decisamente “un curriculum stellare che, sommato alla carica governativa, lo proietta tra i favoriti”.

CHI È IL NORVEGESE CHRISTIAN HAUGLIE-HANSSEN

Christian Hauglie-Hanssen è il Direttore Generale dell’Agenzia spaziale norvegese, posizione che ricopre da giugno 2018. Hauglie-Hanssen ha alle spalle oltre 30 anni di esperienza nel settore della difesa e aerospaziale, di cui 10 specificatamente nel business spaziale.

“L’Esa è e continuerà a essere centrale per lo sviluppo delle attività europee nello spazio e siamo lieti che Christian Hauglie-Hanssen si sia reso disponibile”. Lo ha dichiarato a fine settembre il ministro norvegese del Commercio e dell’Industria, Iselin Nybø in un comunicato stampa.

CHI È L’AUSTRIACO JOSEF ASCHBACHER

Secondo il sito madrileno Atalayr è fortemente supportato dal cancelliere austriaco Sebastian Kurz. Josef Aschbacher ha studiato all’Università di Innsbruck, laureandosi con un Master ed un Dottorato in Scienze Naturali. Come si legge sul sito dell’Esa, Aschbacher ha 35 anni di esperienza professionale nel campo dell’Osservazione della Terra. La sua carriera professionale nell’Agenzia spaziale europea è cominciata nel 1990. Dal 1994 al 2001 ha lavorato al Centro comune di ricerca della Commissione Europea (JRC – Joint Research Centre) ad Ispra, Italia, con il ruolo di Assistente Scientifico al Direttore dell’Istituto di Applicazioni Spaziali.

È rientrato in Esa nel 2001, presso la sede di Parigi, e nel 2014 è stato promosso alla sua posizione attuale dove è responsabile per la pianificazione dei programmi Esa di Osservazione della Terra e per la formulazione e l’attuazione delle decisioni programmatiche e strategiche del Direttorato.

LA NOMINA A DICEMBRE

L’Italia ha mancato dunque l’opportunità di ricoprire un ruolo cruciale nel settore spaziale europeo. Il nostro paese non è alla guida dell’Esa da quasi vent’anni. L’ultimo direttore generale italiano è stato infatti Antonio Rodotà, in carica dal 1997 al 2003.

A detta di alcuni addetti ai lavori il cv della candidata supportata da Palazzo Chigi “era indifendibile”. “A pesare sulla Di Pippo l’ultima esperienza in Esa. Nel settore aerospazio si parla già di fallimento”. È emerso dunque che entrambe le candidature italiane (sia quella ufficiale sia quella personale) non erano all’altezza della competizione. Come lamentato da molti addetti ai lavori negli ultimi tempi.

“Dato che una simile débâcle non era attesa, forse sarebbe il caso che ci si ponga qualche domanda sull’opportunità delle scelte fatte”, aveva chiosato a Start Magazine un addetto ai lavori che preferisce l’anonimato.

Non resta che attendere la fine dell’anno per sapere chi sarà a guidare l’Esa fino al 2025.

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