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Proposta Legge IA Musk

Elon Musk vuole davvero mettere un freno l’intelligenza artificiale?

La proposta di legge per regolamentare l'IA di un senatore democratico della California ha diviso non solo il partito ma anche le Big Tech che la sviluppano. Ecco come la pensano OpenAI, Google, Meta, xAI di Musk e Anthropic, finanziata tra gli altri da Bezos

 

Regolamentazione e Musk sono due parole che spesso non si accoppiano bene. Eppure l’amministratore delegato di Tesla e fondatore della società di intelligenza artificiale xAI ha appena dato il suo appoggio a una proposta di legge californiana che mira a regolamentare l’IA.

Se anche Anthropic e altri attori di rilievo del settore hanno accolto l’idea avanzata dal senatore democratico Scott Wiener, alcuni membri del partito, tra cui Nancy Pelosi, e diverse delle maggiori aziende tech si sono dichiarate assolutamente contrarie.

COSA PREVEDE LA LEGGE

La proposta di legge, SB 1047, conosciuta anche con il nome di Safe and Secure Innovation for Frontier Artificial Intelligence Models Act, spiega Quartz, obbliga le aziende che hanno speso più di 100 milioni di dollari per sviluppare un modello di IA, o un modello che raggiunge una certa soglia di potenza di calcolo, a implementare misure di salvaguardia e a condurre test di sicurezza. Al procuratore generale dello Stato verrebbe inoltre conferito il potere di intraprendere azioni contro gli sviluppatori il cui modello causi “gravi danni”.

Le aziende, inoltre, dovranno prevedere un interruttore per interrompere istantaneamente i loro modelli in qualsiasi momento.

“L’SB 1047 – ha detto Wiener – è una proposta di legge estremamente ragionevole che chiede ai grandi laboratori di IA di fare ciò che si sono già impegnati a fare, ossia testare i loro modelli di grandi dimensioni per verificare il rischio di sicurezza catastrofica”.

IL SOSTEGNO DI MUSK

“Questa è una decisione difficile e farà arrabbiare alcune persone, ma, tutto sommato, penso che la California dovrebbe probabilmente approvare la legge SB 1047 sulla sicurezza dell’IA”, ha scritto Musk sul suo X. “Da oltre 20 anni sono un sostenitore della regolamentazione dell’IA, così come regoliamo qualsiasi prodotto/tecnologia che rappresenta un potenziale rischio per il pubblico”. (Salvo, nel caso di X, avere qualche difficoltà a rispettare le normative Ue o condividere pubblicamente i dati degli esperimenti della sua Neuralink…).

Musk, inoltre, nonostante anche in passato abbia esortato i principali laboratori di IA a sospendere l’addestramento di nuovi sistemi superpotenti, ha fondato in gran segreto xAI e lanciato il chatbot Grok che consente agli utenti di creare e pubblicare immagini generate dal computer sulla base di una richiesta di testo, suscitando allarme per la disinformazione e i deep fake che inondano X.

LA LEGGE SULL’IA DIVIDE I DEMOCRATICI

Il disegno di legge è passato al Senato dello Stato della California ed è previsto che venga votato dall’Assemblea di Stato alla fine di questa settimana, prima di tornare al Senato per il voto finale.

Sebbene la proposta sia stata avanzata dal democratico Wiener è stata osteggiata da alcuni membri di alto profilo della stessa formazione politica, tra cui i rappresentanti Usa Nancy Pelosi e Ro Khanna.

LE AZIENDE TECH A FAVORE…

Oltre a Musk che si è dichiarato favorevole alla proposta di legge per regolamentare l’IA anche altre grandi società tecnologiche, pur suggerendo alcune modifiche, la stanno appoggiando.

Wiener, riferisce Reuters, ha infatti eliminato alcuni aspetti previsti in precedenza, tra cui le sanzioni penali per falsa testimonianza e la creazione di un comitato di supervisione governativo dedicato all’IA. Il senatore è stato in parte consigliato da Anthropic, un’azienda di IA sostenuta da Amazon e fondata da un ex ingegnere di OpenAI, che ha formulato una serie di raccomandazioni.

Inoltre, in una lettera inviata all’inizio del mese al governatore della California, Gavin Newsom, che dovrà eventualmente firmare entro il 30 settembre la proposta per trasformarla in legge, Anthropic ha affermato che “i benefici dell’SB 1047 superano probabilmente i suoi costi”, anche se non ne è del tutto certa perché alcuni aspetti sembrano “preoccupanti o ambigui”.

Secondo quanto riportato da Quartz, anche la Chamber of Progress, un gruppo tecnologico progressista che collabora con aziende come Apple e Lyft, ha rimosso la sua opposizione al disegno di legge, sostenuto tra gli altri pure dal Center for AI Safety, dall’ex dipendente di OpenAI Daniel Kokotajlo e dai “padrini dell’IA” Geoffrey Hinton e Yoshua Bengio.

…E QUELLE CONTRARIE

Ha invece suscitato lo scetticismo di altri big della Silicon Valley. Primo tra tutti OpenAI, secondo cui rallenterebbe il progresso e spingerebbe le aziende a innovare altrove. Ma anche Google e Meta hanno espresso le loro preoccupazioni in merito alla proposta di legge, così come Marc Andreessen e Ben Horowitz dell’azienda di venture capital a16z. Sulla stessa scia l’altro “padrino dell’IA” e capo scienziato di Meta, Yann LeCun.

“La California dovrebbe essere all’avanguardia nell’accelerazione dell’IA (in modo sicuro), non creare un modello per rallentare le cose”, ha scritto domenica scorsa su X Aaron Levie, l’amministratore delegato della società di cloud Box. “Siamo semplicemente troppo all’inizio per rallentare i progressi”.

LA RISPOSTA DI WIENER

A tutti loro Wiener ha risposto in un’intervista a The Atlantic: “Ogni volta che si cerca di regolamentare un’industria, anche se in modo leggero – e questa legislazione è leggera – si avranno delle resistenze. E in particolare con l’industria tecnologica”.

“Si tratta di un’industria che si è abituata molto, molto bene a non essere regolamentata nell’interesse pubblico. E lo dico da sostenitore dell’industria tecnologica di San Francisco da molti anni; non sono assolutamente contrario alla tecnologia. Ma dobbiamo anche essere consapevoli dell’interesse pubblico – ha spiegato Wiener -. Non è affatto sorprendente che ci siano state reazioni contrarie. E io rispetto le reazioni. È la democrazia. Non rispetto alcuni dei timori e della disinformazione che Andreessen Horowitz e altri hanno diffuso”.

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