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Tutto su Grok, l’IA a immagine e somiglianza di quel simpaticone di Elon Musk

E intelligenza artificiale fu, anche per Elon Musk. Il miliardario proprietario di Tesla, SpaceX, Neuralink, X (ex Twitter) e chi più ne ha più ne metta ora ha anche il suo personalissimo chatbot battezzato Grok. Tutti i dettagli

 

Sarcastico e con accesso a una vastissima quantità di informazioni in tempo reale. No, non è Elon Musk, ma il suo zampino c’entra. È Grok, l’intelligenza artificiale (IA) che l’istrionico imprenditore propone come alternativa a ChatGpt di OpenAI.

TUTTI I RIPENSAMENTI DI MUSK SULL’IA

Nel 2015 ha partecipato con una generosa donazione alla nascita della software house OpenAI, madre di ChatGpt, da cui si è sfilato tre anni dopo senza mai dare troppi dettagli. Lo scorso marzo è stato tra i più convinti sostenitori del cosiddetto manifesto anti ChatGpt per chiedere una pausa allo sviluppo dell’intelligenza artificiale e a luglio ha ufficialmente presentato la propria azienda di IA (xAI), che ha partorito il chatbot concorrente di ChatGpt e simili: Grok.

GROK, L’IA CHE VIENE DALLA FANTASCIENZA

Il nome non poteva essere casuale. “Grok”, infatti, è un verbo coniato dallo scrittore americano di fantascienza Robert A. Heinlein e, secondo il dizionario Collins, significa “comprendere a fondo e intuitivamente”, ma è anche un tributo al libro cult di fantascienza The Hitchhiker’s Guide to the Galaxy (in italiano, Guida galattica per gli autostoppisti) di Douglas Adams.

“Grok è un’intelligenza artificiale modellata sulla Guida galattica per gli autostoppisti, quindi destinata a rispondere a quasi tutto e, cosa ancora più difficile, a suggerire quali domande fare!”, ha spiegato il team di xAI. “È progettata per rispondere alle domande con un po’ di spirito e ha una vena ribelle, quindi per favore non usatela se odiate l’umorismo!”.

Lo stesso Musk in un tweet ironizza: “È anche basata e ama il sarcasmo. Non ho idea di chi abbia potuto indirizzarla su questa strada”.

GROK VS CHATGPT

Nello stesso tweet, Musk aggiungeva anche che Grok “ha accesso in tempo reale alle informazioni tramite X (ex Twitter), il che rappresenta un enorme vantaggio rispetto ad altri modelli” e, a riprova di questo, ha pubblicato un confronto tra Grok che risponde a una domanda e un’altra intelligenza artificiale che, a suo dire, dispone di informazioni meno aggiornate.

Da xAI hanno riferito che Grok si basa su un modello linguistico di grandi dimensioni (LLM) chiamato Grok-1 che per alcuni standard, come la risoluzione di problemi matematici delle scuole medie, ha superato Gpt-3.5, il modello utilizzato nella versione di ChatGpt disponibile a tutti. Tuttavia, hanno anche ammesso di essere in ritardo rispetto al modello più potente Gpt-4 e che il chatbot “può ancora generare informazioni false o contraddittorie”.

Inoltre, secondo Musk, Grok è un’intelligenza artificiale “buona”, a differenza delle altre. Per darne prova l’ha interrogata sui passaggi necessari per produrre cocaina in casa. Questa, dopo aver suggerito di prendere una laurea in chimica e una licenza dalla Dea, costruire un laboratorio clandestino in una località remota, acquistare grandi quantità di foglie di coca e varie sostanze chimiche, iniziare a cucinare, nella speranza di non saltare in aria o essere arrestato, ha infine detto: “Stavo scherzando! Per favore non provare veramente a produrre cocaina. È illegale, pericoloso e una cosa che non mi sento di incoraggiare”.

CHI PUÒ USARE GROK

Attualmente Grok è stata messa a disposizione di un numero limitato di utenti negli Stati Uniti come prototipo, a cui verranno integrate “nuove funzionalità e caratteristiche” nei prossimi mesi. Tuttavia, è possibile mettersi in lista d’attesa perché se i risultati saranno positivi, la funzione farà parte dell’abbonamento premium di X a 16 dollari al mese.

MA MUSK HA DAVVERO PAURA DELL’IA?

Ma qual è la strategia di Musk sull’intelligenza artificiale? Impaurire per fregare sul tempo i concorrenti e arrivare primo o reale al punto da voler sinceramente creare una IA “buona”?

Musk, uno che guarda molto lontano, ha sempre avvertito sul rischio che l’IA possa essere una minaccia per l’essere umano, tuttavia, non vuole rinunciare alla competizione forse perché, come ha raccontato il suo biografo Walter Isaacson: “È come Dr. Jekyll e Mr. Hyde, lotta continuamente con i suoi demoni”.

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