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Anthropic

Anthropic, a cosa servirà l’anti ChatGpt agguantata da Amazon

Se gli investimenti di Google avevano già spinto Anthropic sulle nuvole, ora Amazon mette sul piatto la cifra più grossa: 4 miliardi per la start up di IA fondata da due ex dipendenti di OpenAI

Se escludiamo Google e gli algoritmi foraggiati da Pechino, negli Usa si è stagliato un possibile rivale a ChatGpt di OpenAi: è Anthropic che sta cucinando la sua intelligenza artificiale, Claude.

ISTRUZIONE MILIARDARIA

Sono diversi i motivi che rendono Antrhopic il principale avversario dell’IA per antonomasia. Anzitutto per i soldi che è riuscita a raccogliere. Perché istruire un’intelligenza artificiale costa davvero tanto. Non è un caso se dietro all’altra start-up delle meraviglie, OpenAI, ci sia Microsoft che elargisce assegni da 11 miliardi.

LE MIRE INTELLIGENTI DI AMAZON

È notizia delle ultime ore che Amazon ha deciso di investire 4 miliardi di dollari in Anthropic, in due tranche (si inizia con “solo” 1,25 miliardi, per arrivare alla cifra pattuita dopo diversi step non divulgati), per realizzare un accordo che permetterà all’ormai ex start up di utilizzare i chip del colosso nato in campo e-commerce per sviluppare e implementare il suo software di intelligenza artificiale.

In cambio, Amazon sfrutterà l’AI generativa sul proprio portale eCommerce, nel dialogo con l’utenza nei vari tool dedicati ai clienti del cloud di Amazon Web Service e, chissà, magari anche su Prime e nella divisione dedicata al gaming, che deve ancora esprimere le reali potenzialità.

GLI ALTRI INVESTITORI DI ANTRHOPIC

Ma Amazon non è il solo gigante dell’era di Internet ad avere scommesso su Antrhopic (anche se sicuramente è quello che ha messo la quota maggiore sul piatto). Anche Google ha investito oltre 300 milioni di dollari nella giovane azienda di San Francisco.

A maggio scorso, Anthropic ha annunciato il suo secondo maxi round del 2023, vale a dire la raccolta di 450 milioni di dollari da un gruppo di investitori che va da Google a Spark Capital passando per Salesforce, che ha già investito nella versione canadese di OpenAI, Cohere.

IL SEGRETO DI ANTHROPIC

Ma, come avevamo già visto, c’è soprattutto un altro motivo che potrebbe essere alla base del successo di questa arrembante realtà nata all’ombra del Golden Gate Bridge: ovvero il fatto che sia stata fondata da due ex dipendenti di OpenAI: gli italo-americani Dario e Daniela Amodei.

I due hanno mosso i primi panni nel campo degli algoritmi intelligenti all’interno dell’azienda di Sam Altman salvo poi lasciarla durante la pandemia al fine di mettersi in proprio.

In OpenAi Dario rivestiva il ruolo di vicepresidente della ricerca mentre Daniela di vicepresidente della sicurezza. Per alcuni lasciare una realtà che si stava posizionando sulla rampa di lancio e che di lì a breve si sarebbe stagliata come rivelazione dell’anno non denoterebbe un gran tempismo.

Ma quel che è certo è che il passo è stato a lungo calcolato, perché i fratelli Amodei certo sapevano, viste le loro posizioni, cosa stesse bollendo in pentola. Non lo avessero comunque saputo erano consapevoli, visto che la notizia era pubblica, che un anno prima Microsoft aveva investito 1 miliardo nella società. Ma a quanto pare finora la scelta, benché coraggiosa, li sta premiando.

E forse anche per l’alto numero di possibili avversari che si stagliano all’orizzonte che Sam Altman continua a chiedere, ormai quotidianamente, alle autorità di regolamentare quanto prima lo sviluppo delle intelligenze artificiali, magari presenziando pure al processo decisionale in qualità di esperto.

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