Donald Trump o Hilary Clinton: tra pochi giorni si deciderà chi sarà il vincitore che dovrà salire alla Casa Bianca. Il perdente delle elezioni Usa, però, è stato già deciso: è l’e-mail
Ogni elezione ha le sue tendenze tech. Le elezioni Usa del 2016 , che vedono contrapporsi Donald Trump e Hilary Clinton, saranno ricordare come le elezioni di Snapchat, di Periscope, di Twitter e di Facebook. Ma non solo: questa campagna elettorale sarà ricordata anche per una tecnologia molto più datata, quella dell’e-mail.
Non vogliamo discutere degli scandali americani, né del fatto che l’Fbi abbia annunciato in una lettera al Congresso la riapertura delle indagini sul caso delle e-mail e dei server privati utilizzati da Hillary Clinton quando era segretaria di Stato.
Vogliamo approfondire il fallimento della tecnologia e per farlo dobbiamo partire dai fatti. WikiLeaks, negli ultimi mesi, ha messo online decine di documenti ed email riservati sulle attività del Partito Democratico negli Stati Uniti e la corrispondenza di John Podesta, uno dei consulenti della campagna elettorale di Clinton.
E-mail poco sicura: il fallimento della tecnologia
Nella campagna della candidata alla Casa Bianca, l’e-mail viene utilizzata per trasmettere notizie, impostare tattiche e strategie, teorizzare, fare passi indietro e fare pettegolezzo. La posta elettronica si è rivelata come un luogo unico dove condividere tutto. L’e-mail è stata preferita alle telefonate e agli incontri faccia a faccia, nonostante i suoi forti limiti.
L’e-mail ci trasmette un senso di sicurezza che, però, non ha mai offerto. La posta elettronica si rivela la tecnologia meno adatta, in questi tempi, per politica e affari. Basta un buon hacker perchè tutto quello che vorremmo nascondere venga alla luce.
Anche un sistema di comunicazione più moderno, come Slack o HipChat, scrive il New York Times, sarebbe stato sì violabile, ma avrebbe permesso d impostare una politica di archiviazione (dopo alcuni giorni o settimane, le conversazioni vengono cancellate).