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Tlc Europa

Ecco perché il settore tlc è in recupero in Europa, tranne che in Italia

Settore tlc Ue in lieve miglioramento ma il mercato italiano è quello in maggior contrazione. Che cosa emerge dal report annuale di Mediobanca

Nel 2022 il settore delle tlc in Europa è in timido miglioramento, ma non nel nostro paese.

È quanto emerge dall’indagine annuale sui maggiori gruppi mondiali e italiani nel settore telco redatto dall’Area Studi Mediobanca.

Il primo mercato è quello tedesco con ricavi per 59,1 miliardi di euro, seguito da Francia (36,7 miliardi), Regno Unito (36 miliardi) e Spagna (30 miliardi). L’Italia occupa la quinta posizione con 26,9 miliardi di euro, in contrazione del 3,3% sul 2021 e del 13,8% nel quinquennio, in entrambi i casi il più ampio ridimensionamento nel Vecchio Continente.

Tutti i dettagli.

LA GERMANIA PRINCIPALE MERCATO TLC

Nel 2022, tra i principali Paesi del Vecchio Continente il settore delle Tlc è in recupero sul 2021 ovunque, tranne che in Italia (ricavi a -3,3%).

Analizzando il quinquennio 2022-18, il settore delle Tlc è cresciuto in Francia (+3,4%) e Germania (+3,7%).

DEUTSCHE TELEKOM PRIMA PER RICAVI, SEGUITA DALLA BRITANNICA VODAFONE E LA FRANCESE ORANGE

Sul fronte dei ricavi, nel primo semestre 2023 Deutsche Telekom domina la classifica europea con 55 miliardi di euro (-0,9% sul primo semestre 2022), seguita da Vodafone (22 miliardi di euro, -2% sul 2022), Orange (21,5 miliardi di euro; +1,2%), Telefònica (20,2 miliardi di euro; +3,7%), BT Group (10,3 miliardi di euro; +2,4%), Altice (8 miliardi di euro; +0,9% su base pro-forma) e TIM (7,8 miliardi di euro; +3,8%).

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VODAFONE PRIMA PER PROIEZIONE ESTERA

Dall’analisi di Mediobanca emerge che la maggiore proiezione estera è di Vodafone (85,1%), con le attività africane (Vodacom + Vodafone Egypt) al 18% dei ricavi consolidati; Vmed O2 UK è attiva solo in patria.

A questo proposito, gli analisti ricordano che nel giugno 2023 Vodafone e CK Hutchison hanno annunciato la fusione delle loro attività nel Regno Unito (ricavi pro-forma di €9,5 mld). La nuova società (51% Vodafone, 49% CK Hutchison) «avrà la scala necessaria per continuare a investire, crescere e competere sul mercato».

La più elevata incidenza dei ricavi extraeuropei è di Deutsche T. con il 66,5% nel 2022, quasi interamente relativi alla controllata statunitense T-Mobile.

 

DEUTSCHE TELEKOM E TELEFONICA PRIME PER RISULTATI NETTI NEL QUINQUENNIO

Passando ai risultati netti nel periodo 2018-2022, Deutsche Telekom svetta la classifica con 22,4 miliardi di euro, seguita dalla spagnola Telefonica con 16,2 miliardi di euro: i risultati dell’operatore spagnolo includono nel 2021 4,5 miliardi di plusvalenze relative alla costituzione di Vmed O2 UK (j.v. con Liberty Global) e 6,1 miliardi di plusvalori sulla cessione di Telxius (torri telefoniche).

I numeri di Vodafone sono influenzati dalla perdita di 8 miliardi di euro dell’esercizio 2018 (chiuso il 31 marzo 2019) a seguito della svalutazione di avviamenti per 3,5 miliardi di euro (principalmente Spagna) e delle svalutazioni per 3,4 miliardi di euro su Vodafone India (ora Vodafone Idea), oltre all’utile di 11,8 miliardi dell’esercizio 2022 (chiuso nel marzo 2023) in seguito al plusvalore di 8,6 miliardi emerso dal deconsolidamento di Vantage Towers.

Per quanto riguarda l’italiana Tim, la società ha svalutato avviamenti su divisione per 4,1 miliardi di euro nel 2021 e 2,6 miliardi nel 2018 (dal 2010 gli impairment salgono a €21 miliardi) e contabilizzato nel quinquennio oneri per incentivi all’esodo per circa 1,5 miliardi. Nel 2020 l’operatore aveva inoltre iscritto imposte differite attive (al netto delle imposte sostitutive) per 5,9 miliardi di euro ai sensi dell’art. 110 del DL 104/20204, segnala ancora l’analisi di Mediobanca.

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PERCHÉ IL SETTORE È IN CONTRAZIONE IN ITALIA

Infine, estendendo il confronto al 2010, in Italia il giro d’affari del settore è diminuito di circa 15 miliardi di euro (- 3,7% medio annuo), con la rete mobile in maggior affanno (-5,1%) rispetto alla fissa (-2,4%). Tali dinamiche sono influenzate da numerose variabili.

Tra queste, gli effetti regolamentari, con le tariffe di terminazione mobile in costante riduzione (passate in Italia da €0,76 nel 2020, a €0,67 nel 2021, €0,55 nel 2022 e €0,4 nel 2023) e le pressioni competitive che in Italia hanno causato la più marcata contrazione dei prezzi dei servizi telefonici (-17,6%) rispetto al -3,2% medio europeo nel quinquennio 2018-2022, sottolineano gli analisti di Mediobanca.

Ma se nel biennio 2022-2023 l’inflazione ha raggiunto quasi ovunque i propri picchi, in Italia le tariffe telefoniche sono rimaste pressoché stabili, pur non mancando tentativi di introduzione di meccanismi di adeguamento al carovita dei canoni mensili, con riferimento soprattutto ai nuovi contratti, conclude Mediobanca.

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