skip to Main Content

Transizione Energetica

Ecco l’allarme del Pentagono sulle mosse nucleari della Cina

Pechino rafforza l'arsenale nucleare con 500 testate a maggio, 100 in più rispetto all'anno scorso. Il Pentagono stima inoltre che la Cina probabilmente raddoppierà il numero di testate nucleari arrivando a oltre 1.000 entro il 2030.

La Cina accelera la corsa al nucleare.

Pechino sta portando avanti una “importante espansione” del proprio arsenale nucleare, aumentando la produzione di armamenti e rafforzando la Marina militare.

In un rapporto pubblicato ieri, il Pentagono ha stimato che la Cina attualmente ha a disposizione circa 500 testate nucleari, ovvero 100 in più rispetto allo scorso anno. Nel documento, il dipartimento della Difesa Usa ha anche sottolineato che le autorità cinesi puntano a raddoppiarne il numero, arrivando ad oltre mille entro il 2030.

Anche se il rapporto di quest’anno non contiene grandi rivelazioni, sottolinea la visione del Pentagono della Cina come il principale concorrente strategico dell’America commenta Spacenews. Nonostante le guerre in Ucraina e Gaza, la Cina rimane la principale minaccia alla sicurezza nella mente di molti politici americani e il rapporto annuale del Pentagono al Congresso è attentamente monitorato dai decisori del bilancio della Casa Bianca e di Capitol Hill al fine di stabilire le priorità di budget, osserva il Financial Times.

Le informazioni del Pentagono arrivano mentre il presidente americano Biden si prepara a un possibile faccia a faccia con il presidente cinese Xi Jinping il prossimo mese in California.

Tutti i dettagli.

LA CORSA NUCLEARE DELLA CINA

Nel maggio 2023, Pechino aveva più di 500 testate nucleari operative. Washington prevede che il numero “probabilmente” crescerà fino a oltre 1.000 testate nucleari operative entro il 2030. Questi numeri sono sostanzialmente in linea con la previsione dello scorso anno del Pentagono secondo cui Pechino potrebbe produrre circa 1.500 armi nucleari entro il 2035.

ANCORA INDIETRO RISPETTO A USA E RUSSIA

Tuttavia, le scorte nucleari di Pechino sono ancora molto inferiori a quelle della Russia o degli Stati Uniti, sottolinea Politico. A gennaio la Russia aveva 5.889 testate nucleari mentre gli Stati Uniti ne avevano 5.244, secondo il Sipri. Gli Stati Uniti hanno 1.550 testate nucleari strategiche schierate, come consentito dal trattato sul controllo degli armamenti New Start. Lo scorso febbraio il presidente russo Putin ha dichiarato che Mosca sospende la sua partecipazione al trattato New Start.

Pechino ha rifiutato di impegnarsi in trattative sugli armamenti con Washington e Mosca, sostenendo che gli arsenali delle altre due nazioni sono molto più grandi del suo.

RAGGIO D’AZIONE DEI MISSILI BALISTICI INTERCONTINENTALI CINESI FINO ALLE HAWAII

Inoltre, lo scorso anno Pechino ha completato la costruzione di almeno 300 silos di missili balistici intercontinentali (ICBM). Non solo, “potrebbe” puntare sullo sviluppo di un nuovo sistema missilistico armato convenzionalmente, afferma il Pentagono nel suo ultimo rapporto China Military Power.

Il rapporto aggiunge che lo sviluppo di missili balistici intercontinentali convenzionali e non nucleari “consentirebbe alla Repubblica popolare cinese di minacciare attacchi convenzionali contro obiettivi negli Stati Uniti continentali, nelle Hawaii e in Alaska”.

FOCUS AI E BIG DATA

Ma l’espansione militare della Cina non si limita al suo arsenale nucleare.

Secondo il Pentagono, l’Esercito popolare di liberazione cinese (Pla) sta esplorando strategie di sicurezza basate su intelligenza artificiale e big data per trovare vulnerabilità negli Stati Uniti da poter poi prendere di mira.

PECHINO INSEGUE LA SUPERIORITÀ SPAZIALE

Infine, per quanto riguarda lo spazio, il rapporto rileva che la Cina sta colmando il divario, un tempo ampio, con le capacità spaziali statunitensi, sottolinea Spacenews.

Tra le armi anti-satellite cinesi che il Dipartimento della Difesa teme di più ci sono i missili terrestri e i laser ad alta potenza i satelliti con bracci robotici in grado di afferrare altri satelliti, capacità di attacco informatico e altri sistemi che potrebbero bloccare o disabilitare i satelliti statunitensi. L’Esercito popolare di liberazione continua a investire nel miglioramento delle proprie capacità nell’intelligence spaziale, nella comunicazione satellitare, nella navigazione satellitare e nella meteorologia, nonché nel volo spaziale umano e nell’esplorazione spaziale robotica, secondo il rapporto del Pentagono.

Back To Top