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Carro Armato

Francia e Germania fanno pace sulla Difesa? Fatti e scenari

In occasione della ministeriale di Tolosa, Francia e Germania hanno sciolto i nodi sui tre dossier condivisi nel settore difesa: il caccia di sesta generazione Fcas, il carro armato del futuro Mgcs e la questione delle esportazioni di armi

Si procede uniti. Nell’ambito del Consiglio dei ministri franco-tedesco riunitosi ieri a Tolosa, Angela Merkel ed Emmanuel Macron sono venuti a capo delle questioni irrisolte in materia di difesa e sicurezza. Entrambi i governi hanno convenuto di accelerare nei prossimi mesi lo sviluppo sia del futuro sistema di combattimento aereo (Fcas), sia del carro armato europeo del futuro (Mgcs). Accordo raggiunto anche sul nodo esportazioni armamenti. Ecco i dettagli.

LA SPINTA SUL FCAS

Fcas pronto finalmente a decollare. Parigi e Berlino hanno raggiunto un accordo per proseguire il programma al cui centro c’è il caccia di sesta generazione che dovrebbe essere operativo dal 2040, al fine di sostituire il Rafale di Dassault e l’Eurofighter. Il progetto franco-tedesco-spagnolo è in competizione diretta con l’iniziativa britannica Tempest, a cui recentemente ha aderito anche l’Italia dopo la Svezia. Ieri i due governi hanno fatto sapere che la notifica del contratto da 150 milioni di euro, che finanzierà il lancio dell’atteso dimostratore, è previsto a gennaio 2020. I due paesi hanno ribadito infatti la volontà di vederlo volare nel 2026.

ASCOLTATE LE LAMENTELE DI AIRBUS E DASSAULT

Sono giunte dunque forte e chiaro le rimostranze delle aziende coinvolte del programma. La scorsa settimana Eric Trappier, presidente e ceo di Dassault, e Dirk Hoke, ceo di Airbus Defence and Space, hanno firmato una nota congiunta in cui chiedevano ai rispettivi governi di avviare al più presto la fase dei dimostratori. In realtà il numero uno di Dassault aveva già manifestato il mese prima tutte le perplessità circa i ritardi accumulati sul progetto. La francese Dassault è infatti l’azienda leader del programma, facendosi carico di tutta la progettazione, mentre al gruppo Airbus Se (11% Francia, 11% Germania e 4,10% Spagna), in particolare la divisione Defence&Space, è affidato tutto il comparto della sensoristica, dell’avionica e delle comunicazioni. Sempre Dassault ha preso in consegna lo sviluppo e l’integrazione della suite di armamenti di nuova generazione a bordo del caccia, con Airbus D&S come junior partner.

DA RISOLVERE LA FRIZIONE TRA SAFRAN E MTU

Tutto è bene quel che finisce bene? Non proprio. Come ha sottolineato La Tribune, resta il fatto che Parigi e Berlino dovranno risolvere entro un mese la “frizione” tra i produttori di motori: il francese Safran e il tedesco Mtu, quest’ultimo supportato con forza dal Bundestag. Pare tuttavia che i due governi abbiano deciso di proseguire con i dimostratori anche senza attendere un accordo tra le due società.

RIACCENDE I MOTORI ANCHE IL CARRO ARMATO MGCS

Dall’incontro di Tolosa, sviluppi positivi anche per il progetto del carro armato europeo del futuro Main Ground Combat System (Mgcs). L’obiettivo del nuovo carro armato europeo è sostituire i carri armati Leopard 2 tedeschi e Leclerc francesi nel 2035 circa. Questa volta è la Germania a dirigere i lavori tramite il gruppo franco-tedesco Knds.  Prima dell’estate le autorità franco-tedesche avevano inviato ai tre produttori interessati (Nexter, Krauss-Maffei Wegmann e Rheinmetall) un documento che proponeva la suddivisione dei lavori: 50% per Nexter, 25% per Krauss-Maffei e 25% Rheinmetall. Proposta non apprezzata dal “protettivo” Bundestag tedesco che ha bloccato il programma Mgcs, tenendo in ostaggio anche il Fcas. I parlamentari tedeschi avevano infatti precisato che “finché non sarà trovata una soluzione, non sarà possibile registrare progressi sul Fcas nel Bundestag”.

Ieri Parigi e Berlino hanno raggiunto dunque un accordo. Secondo l’entourage del ministro della Difesa francese Florence Parly, questa settimana è stata firmata una lettera di intenti dai tre industriali interessati e un contratto sullo studio di architettura del programma dovrebbe essere firmato nel primo trimestre del 2020.

L’ACCORDO SULLE ESPORTAZIONI

Risultato positivo dunque dal punto di vista industriale, ma il progresso di entrambi i programmi è legato a doppio filo al nodo della vendita armi al di fuori dell’Ue. Parigi e Berlino sanno bene infatti che tali esportazioni sono cruciali per rendere fattibili i progetti Fcas e Mgcs.

E sull’export militare Francia e Germania non hanno avuto una veduta comune: basti pensare che Parigi ha mantenuto le esportazioni di armi all’Arabia Saudita, mentre la Germania le ha bloccate dopo l’omicidio del giornalista saudita Jamal Khashoggi.

Dopo quasi un anno di trattative, ieri Merkel e Macron hanno raggiunto “un accordo giuridicamente vincolante sulle regole di controllo delle esportazioni di armi per programmi sviluppati congiuntamente”, si legge nella nota dell’Eliseo.

La dichiarazione comune tace sui dettagli dell’accordo. Tuttavia, durante la conferenza stampa con Macron, Merkel ha reso noto che sono previste regole “de minimis”. Tali disposizioni stabiliscono delle soglie “per le componenti che le aziende di un paese forniscono a più Stati membri dell’Ue per un progetto comune”. In questo caso, “le licenze per le esportazioni militari dovrebbero essere agevolate per non mettere a repentaglio gli sviluppi comuni nel settore della difesa”. Il valore delle soglie non viene precisato nell’accordo di Tolosa, “ma si parla del 20 per cento”, rivela il quotidiano Der Tagesspiegel. Ciò significa che il governo federale “non ostacolerebbe l’esportazione di armi francesi con meno del 20 per cento dei componenti di fabbricazione tedesca”. Come da accordo raggiunto dal presidente francese e dalla cancelliera tedesca in occasione del vertice del G7 a Biarritz di fine agosto.

La nota conclude che “gli ultimi passi” dell’intesa sulle esportazioni di armi verranno compiuti “al più presto possibile”.

 

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