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Ecco come l’Agcom vuole proteggere i minori dai pericoli online

L'Agcom ha pubblicato nuove linee guida per limitare e disciplinare l’uso di internet e social network da parte dei minori. Il focus è prevedere modalità per l’accertamento della maggiore età degli utenti e strumenti per il parental control. Tutti i dettagli

 

Far dichiarare l’età senza possibilità di mentire e prevedere strumenti per il parental control. Sono questi gli obiettivi dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) nello schema del regolamento che mira a tutelare i minori da contenuti inappropriati o nocivi presenti nel web.

Ora manca solo il via libera della Commissione europea, che dovrebbe arrivare in un paio di mesi. Poi, in caso di esito positivo, partirà un tavolo tecnico e dal prossimo anno il nuovo sistema potrebbe essere attivo.

PROTEGGERE I MINORI SECONDO LA REGOLAMENTAZIONE

In un’epoca in cui i giovanissimi conoscono internet fin dai primi anni di vita le minacce online a cui vengono esposti sono sempre di più e hanno un impatto sul loro sviluppo fisico, mentale e morale. Ecco perché l’Agcom ritiene che siano necessari meccanismi di age verification, ovvero che verifichino l’età, e di parental control, che permettano ai genitori di tutelarli.

La stessa Commissione europea, come dimostra il Digital Services Act (Dsa), sostiene e promuove l’attuazione di norme mirate alla tutela dei minori online e richiede che tutti i fornitori di piattaforme online adottino misure adeguate e proporzionate per garantire un elevato livello di tutela della vita privata, di sicurezza e di protezione.

Al quadro europeo si aggiungono poi i poteri specificamente assegnati all’Autorità dal Testo Unico sui Servizi Media Audiovisivi (TUSMA) a tutela dei minori.

NON PIÙ UN SOLO CLIC

Attualmente per accedere a siti porno, di scommesse, gioco d’azzardo o di vendita di alcolici è sufficiente un clic per dichiarare di essere maggiorenni, ma con il nuovo regolamento dell’Agcom non sarebbe più così facile perché verrebbe chiesto di identificarsi, mettendo al riparo i minori che non potrebbero più mentire.

“L’abbiamo fatto per attuare una legge nazionale, che si riferiva ai soli siti porno, abbiamo visto però che anche l’Europa, nel regolamento Digital services act, prevede l’obbligo di verifica dell’età a tutela dei minori e si appresta a pubblicare linee guida di adeguamento”, ha spiegato la commissaria di Agcom, Laura Aria.

Dalle nuove regole non saranno coinvolti solo i siti web ma anche contenuti dei social considerati dannosi per i minorenni, ovvero quelli che mostrano violenza, odio, discriminazione o che possono causare danni alla salute, come nel caso dei disturbi alimentari.

Sebbene anche Meta stia tentando di innalzare la protezione per i minori, Aria sostiene che le Big Tech “lo fanno in modo sporadico e con dubbia efficacia; l’Europa lo vuole invece a livello sistematico e garantito”.

COME AVVERRÀ LA VERIFICA

Su come siti e piattaforme potranno procedere con la verifica Agcom non fornisce dettagli ma afferma che “il sistema proposto dall’Autorità prevede l’intervento […] di soggetti terzi indipendenti certificati, attraverso un processo di verifica dell’età che prevede due passaggi logicamente separati: identificazione e autenticazione della persona identificata, per ciascuna sessione di utilizzo del servizio regolamentato (cioè, la fornitura di contenuti pornografici tramite sito o piattaforma web)”.

Spid e Cie (Carta identità elettronica) ne sono un esempio e poi c’è il wallet digitale, un portafoglio europeo che il governo vorrebbe lanciare a breve.

RISPETTARE COMUNQUE LA PRIVACY

L’identificazione degli utenti deve comunque garantire il rispetto della privacy e dei dati sensibili. Ecco perché l’Agcom precisa che i sistemi di verifica devono utilizzare il modello del “doppio anonimato”, “in cui non si deve consentire ai fornitori di prova della maggiore età di sapere per quale servizio viene eseguita la verifica dell’età, che due prove di maggiore età provengono dalla stessa fonte di prova dell’età, che un utente ha già utilizzato il sistema di verifica”.

Anche il Garante Privacy, che ha collaborato con l’Agcom, è d’accordo sul nuovo regolamento. Nell’aprile 2023 le due autorità avevano infatti istituito un tavolo congiunto, finalizzato alla promozione di un codice di condotta che conducesse le piattaforme digitali ad adottare sistemi per la verifica dell’età dei piccoli utenti che accedono ai servizi online.

L’AUTORITÀ GARANTE PER L’INFANZIA E L’ADOLESCENZA

Allo stesso appello si era unita pure l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia), la quale lo scorso luglio si era espressa positivamente circa alcuni disegni di legge in materia di tutela dei minori nella dimensione digitale. In particolare per quanto riguarda appunto l’age verification ma anche l’età del consenso digitale, la tutela dei baby influencer e il fenomeno dello sharenting.

Inoltre, sulla verifica dell’età, l’Agia, che da tempo ha suggerito l’introduzione di una soluzione analoga allo Spid, aveva espresso apprezzamento per la disposizione che assegna ad Agcom la determinazione delle modalità tecniche che i fornitori devono adottare per accertare l’età degli utenti.

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