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Foto Figli Social

Sharenting, la Francia si oppone alla condivisione delle foto dei figli sui social

Il 91% dei genitori posta sui social foto dei propri figli prima che questi abbiano compiuto 5 anni e il 50% delle immagini scambiate sui forum di pedopornografia sono state inizialmente diffuse online proprio così. Ecco allora cosa prevede una recente proposta di legge francese

 

“Ogni genitore pensa di fare il meglio e saranno solo loro a doverci giudicare”. Lo ha detto Chiara Ferragni (quasi 29 milioni di follower su Instagram) parlando della sovraesposizione dei suoi figli sui social, ma il dibattito è sempre aperto e la Francia ha deciso di portare il tema in Parlamento, con una proposta di legge che vuole mettere un limite.

FENOMENO SHARENTING

Dall’unione delle parole inglesi share (condividere) e parenting (genitorialità) è nato il neologismo – entrato nel 2022 nell’Oxford English Dictionary – sharenting per descrivere il fenomeno dei genitori che condividono le foto dei figli sui social.

LA FRANCIA DICE STOP

Per alcuni il fenomeno sembra aver preso una vera e propria deriva e la Francia, già al lavoro su una norma che protegga i bambini dall’accesso ai siti porno, ora ha avanzato una proposta di legge che metta un freno ai genitori social.

L’obiettivo, ha spiegato il deputato macronista Bruno Studer, membro della delegazione per i diritti dei bambini creata nel settembre 2022 e promotore dell’iniziativa, è quello di “rendere i genitori più responsabili”, ma anche di chiarire che “i genitori non hanno un diritto assoluto” sull’immagine dei loro figli.

PERCHÉ

“Si tratta di foto che possono essere utilizzate impropriamente per la pedopornografia o per il bullismo nelle scuole”, ha detto Studer, ex insegnante di storia-geografia e di educazione civica. Il disegno di legge ricorda infatti che “il 50% delle fotografie scambiate sui forum di pedopornografia sono state inizialmente pubblicate dai genitori sui loro social”, oblii in cui si perde il controllo sulla distribuzione delle immagini.

E, stando a un recente sondaggio, il 91% lo ha fatto prima che la prole avesse 5 anni, eppure il 44% degli intervistati “assicura di aver ottenuto il consenso del figlio”.

“In media – si legge nella proposta -, si stima che un bambino appaia in 1.300 fotografie pubblicate online prima dei 13 anni, sui propri account, su quelli dei genitori o dei parenti”, il che per il deputato rappresenta “uno dei principali rischi per la privacy dei minori”.

Ha dato il suo sostegno “con forza e convinzione” al testo anche il ministro della Giustizia, Eric Dupond-Moretti, il quale ha sottolineato che alcune immagini di bambini possono portare a cyber-stalking o “compromettere la loro credibilità per future candidature scolastiche o professionali”.

LA PROPOSTA IN 4 PUNTI

La proposta prevede 4 articoli e recita così: “L’articolo 1 mira quindi a introdurre la nozione di vita privata nella definizione della potestà genitoriale. L’articolo 2 specifica che l’esercizio del diritto all’immagine del figlio minore è esercitato congiuntamente da entrambi i genitori. L’articolo 3 stabilisce i provvedimenti che il giudice può adottare in caso di disaccordo tra i genitori nell’esercizio del diritto all’immagine del figlio minore”.

Ma è l’articolo 4 “la misura di punta” secondo Le Monde perché, come ha aggiunto il deputato, “nei casi più estremi si prevede che il giudice del tribunale di famiglia possa affidare a un terzo l’esercizio dei diritti di immagine dei bambini”.

La misura è stata accolta con favore dal Parlamento, dove ieri, scrive Libération, “è stata approvata all’unanimità in prima lettura in un’atmosfera consensuale”. Il testo passerà ora nelle mani del Senato.

LA LEGGE SUI CHILD INFLUENCER

La proposta segue la scia di un’altra legge francese avanzata da Studer e già approvata nel 2020 con il nome di legge sui “child influencer”, nata per regolamentare gli orari e le entrate dei minori le cui immagini vengono diffuse sulle piattaforme video, a cui giovedì scorso l’Assemblea nazionale francese si è rivolta votando in prima lettura l’obbligo per TikTok, Snapchat e Instagram di verificare l’età dei propri utenti e di richiedere il consenso dei genitori per la registrazione dei minori di 15 anni.

Convinto che questo tema sia al centro delle questioni del nostro tempo, il deputato ne ha fatto una delle sue battaglie senza pretendere di fornire una risposta miracolosa, ma con l’ambizione di mettere in guardia i genitori: “Quando facciamo una proposta di legge, è anche per mettere in discussione un argomento”.

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