A quasi 14 anni anni dalla sua nascita e dopo 12 nelle mani di Mark Zuckerberg e del suo gruppo Meta, Instagram avrà una versione per i minori di 16 anni. L’obiettivo è proteggere la loro privacy e dare più controllo ai genitori.
L’annuncio arriva a seguito delle crescenti pressioni sulla società per la sicurezza online dei minori, che si aggiungono alle già rilevanti preoccupazioni in merito a salute e benessere mentale.
GLI ACCOUNT DEI TEENAGER DIVENTANO TUTTI PRIVATI
Secondo quanto riferito da Meta, nelle prossime settimane gli account Instagram degli utenti di età inferiore ai 16 anni saranno resi privati per impostazione predefinita, il che significa che solo i follower approvati dal titolare dell’account potranno vedere i loro post. La novità vale anche per gli adolescenti di età inferiore ai 18 anni che si iscriveranno all’app. A oggi è infatti possibile iscriversi al compimento del 13esimo compleanno.
La novità, tuttavia, non va a scovare chi in passato ha creato un profilo mentendo sulla propria età, ma l’azienda sta lavorando a una tecnologia che possa aiutarla.
Anche i cosiddetti direct, ovvero i messaggi privati (DM), subiranno restrizioni. Gli adolescenti potranno infatti essere contattati solamente da persone che seguono o con cui sono già collegate. Ugualmente potranno essere taggati o menzionati solo dalle persone che seguono.
Verrà inoltre attivata automaticamente la versione più restrittiva della funzione anti-bullismo, nota come Hidden Words, in modo che le parole e le frasi offensive vengano filtrate dai commenti e dalle richieste di DM degli adolescenti.
RENDERE MENO VISIBILI I CONTENUTI SENSIBILI
Un’attenzione particolare verrà riservata ai contenuti sensibili, con i minori che saranno automaticamente inseriti nell’impostazione più restrittiva della piattaforma, che limita per esempio contenuti su Explore e Reels in cui vengono mostrate persone che combattono o che promuovono procedure cosmetiche.
LIMITI DI TEMPO E ORARIO
Non solo protezione dalle minacce online e tutela della salute mentale, perché anche il fisico necessita di ristoro. E vista e sonno risultano tra i più compromessi a causa dell’utilizzo di smartphone e social media. Instagram quindi, nei suoi nuovi account pensati per i minori, ha previsto delle notifiche che li inviteranno a lasciare l’app dopo 60 minuti al giorno. Inoltre, verrà attivata la modalità Sleep tra le 22 e le 7 del mattino per disattivare le notifiche durante la notte e inviare risposte automatiche ai DM.
NUOVI POTERI AI GENITORI
Insieme agli adolescenti ci sono i genitori al centro della rivoluzione di Instagram. Per rendere meno severe le restrizioni attivate automaticamente, i minori di 16 anni dovranno infatti rivolgersi a loro – attraverso una funzione di “supervisione” -per modificare le impostazioni.
Nella pratica, i genitori, pur non potendo leggere i messaggi dei figli, potranno vedere con chi hanno messaggiato negli ultimi 7 giorni; potranno impostare limiti di tempo giornalieri per l’utilizzo di Instagram e, una volta raggiunti, i figli non potranno più accedere all’app, o addirittura scegliere di bloccare gli adolescenti dall’uso di Instagram durante la notte o in periodi specifici, con un semplice pulsante.
Inoltre, avranno la possibilità di vedere gli argomenti che i figli stanno guardando.
QUANDO E DOVE VERRANNO ATTIVATI GLI ACCOUNT PER I TEENAGER
I primi a sperimentare entro 60 giorni le novità, fa sapere Meta, saranno Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Australia. In Europa accadrà nel corso dell’anno e gli adolescenti di tutto il mondo saranno inseriti nei Teen Accounts dal prossimo gennaio.
Nel 2025, inoltre, la modifica interesserà anche altre piattaforme della società, che possiede Facebook e WhatsApp.
A TUTELA DEL BENESSERE MENTALE E FISICO
L’introduzione di restrizioni per i minori di 16 anni sono sempre state necessarie ma un crescente numero di studi che collega l’uso dei social media a elevati livelli di depressione, ansia e disturbi dell’apprendimento soprattutto nei giovani utenti ne dimostrano ormai l’urgenza. Senza dimenticare poi i casi di bullismo, sextorsion, pedofilia, autolesionismo e suicidio collegati all’uso dei social network.
Solo lo scorso gennaio, il senatore repubblicano Lindsey Graham ha affermato che le principali piattaforme social hanno “le mani sporche di sangue”. L’occasione era l’udienza della commissione Giustizia del Senato sulla sicurezza dei minori negli Stati Uniti, che ha visto alla sbarra Zuckerberg (Meta), Linda Yaccarino (X), Evan Spiegel (Snapchat), Jason Citron (Discord) e Shou Chew (TikTok). Assenti invece i leader di YouTube, di proprietà di Alphabet, società madre di Google.
SOCIAL MEDIA SOTTO ATTACCO
Meta, TikTok di ByteDance e YouTube sono infatti sotto tiro e devono affrontare centinaia di cause intentate per conto di bambini e distretti scolastici sulla natura di dipendenza dei social media. L’anno scorso, per esempio, 33 Stati americani, tra cui la California e New York, hanno citato in giudizio l’azienda di Zuckerberg per aver ingannato il pubblico sui pericoli delle sue piattaforme.
A maggio il dottor Vivek Murthy, il massimo funzionario federale a occuparsi di questioni di salute pubblica, ha chiesto di apporre sui social media etichette simili a quelle delle sigarette per avvertire dei potenziali rischi per la salute mentale.
E il mese seguente, il Senato degli Stati Uniti ha presentato due proposte di legge sulla sicurezza online – il Kids Online Safety Act e il Children and Teens’ Online Privacy Protection Act – che obbligherebbero le aziende di social media ad assumersi la responsabilità di come le loro piattaforme influenzano bambini e adolescenti.