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Che cosa stanno studiando Di Maio e Salvini sulla fattura elettronica

Tutti i dubbi dei vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini sulla bontà della fatturazione elettronica e come si sta muovendo il governo. Fatti, parole e approfondimenti

A partire dal 1° gennaio 2019 sarà obbligatoria la fatturazione elettronica fra privati, ossia la produzione, trasmissione e conservazione delle fatture attraverso un sistema digitale.

COSA CAMBIA CON LA FATTURAZIONE ELETTRONICA

Partiamo dall’inizio. Dal 1 gennaio 2019 tutte le partite Iva, fatta eccezione per chi opera in regime di vantaggio e chi applica il regime forfettario, dovranno emettere fattura digitale.

In pratica, chi emette fattura dovrà farlo in Xml (Extensible markup language), inviando il documento sempre in tale formato al sistema di interscambio nazionale (Sdi), già in uso da qualche anno per le fatture della pubblica amministrazione.

Le fatture dovranno essere conservate digitalmente a norma per 10 anni.

VANTAGGI E CRITICHE

Se è vero che le aziende dovranno investire per adeguarsi alla digitalizzazione, è anche vero che tutto questo porterà importanti vantaggi, secondo alcuni esperti: completa automazione e integrazione dei processi, riduzione di costi e tempi, addio ad archivi cartacei. Mentre commercialisti e molti analisti criticano impianto e obiettivi dell’e-fattura (qui gli approfondimenti di Start Magazine)

AZIENDE IN RITARDO

Il 1 gennaio 2019, però, sta per arrivare e numerose aziende ancora non si sono adeguate alla normativa che segna il passaggio dalla fatturazione tradizionale a quella elettronica.

DI MAIO: NESSUNA SANZIONE A CHI E’ IN RITARDO

A tranquillizzare chi è in ritardo è stato oggi il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio che al tavolo con le imprese avrebbe: sull’obbligo di fatturazione, il Governo starebbe “vedendo di attenuare gli effetti, non ci saranno sanzioni finché non sarà chiaro il da farsi”.

SALVINI: ELIMINARE OBBLIGO COSTEREBBE 2 MILIARDI

L’obbligo di fatturazione sembra non piacere nemmeno a Matteo Salvini, vice-premier e ministro dell’Interno, che ha espresso il suo disappunto su Twitter, ma ammettendo, allo stesso tempo che sarebbe difficile, ad oggi, revocare l’obbligatorietà: “La fatturazione elettronica è una “genialata” messa da chi ci ha preceduto, rimuoverla ci costerebbe 2 miliardi”, ha scritto Salvini sul social criticando indirettamente i governi precedenti che hanno previsto l’obbligo.

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