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Cybertruck Richiamo

Cybertruck torna ancora ai box: nuovo (duplice) richiamo per il futuristico pick-up Tesla

Per Cybertruck si tratta del quarto richiamo in sette mesi. Ulteriore riprova, malignano già i detrattori, del fatto che il mezzo annunciato quattro anni fa e giunto sul mercato con ventiquattro mesi di ritardo non era in realtà ancora pronto per il debutto

Il sogno giocattoloso di Elon Musk, quel costosissimo pick-up che pare uscito dai film di Robocop, continua a dare grattacapi. Non bastassero i timori sul fatto che, così com’è, il Cybertruck rischi di non ottenere l’omologazione per la vendita in Europa, questo mezzo dall’aspetto futuristico e dal costo di 60mila dollari è alle prese con l’ennesimo richiamo. Un duplice richiamo, a voler sottilizzare.

NUOVO RICHIAMO PER CYBERTRUCK

Per Cybertruck si tratta del quarto richiamo in sette mesi. Ulteriore riprova, malignano già i detrattori, del fatto che il mezzo annunciato quattro anni fa e giunto sul mercato con ventiquattro mesi di ritardo rispetto alle promesse fatte da Musk non fosse in verità ancora pronto per il debutto.

L’ultimo intervento si era verificato ad aprile ed era stato causato da un difetto al pedale dell’acceleratore che rischiava di bloccarsi. Ora l’ente Usa preposto alla sicurezza stradale, ovvero la National Highway Traffic Safety Administration, ha annunciato un doppio richiamo per il Cybertruck: sotto la lente ci sono finiti possibili problemi collegati ai tergicristalli e a parti del bagagliaio.

Si tratta in entrambi i casi di interventi legati a elementi fisici del pick-up, pertanto la riparazione dovrà essere effettuata nelle officine autorizzat dalla Casa texana e non potrà avvenire tramite aggiornamenti “over-the-air” del firmware di bordo, come già avvenuto in passato per altri modelli della Casa automobilistica di Elon Musk.

IL TERGICRISTALLI PUO’ BLOCCARSI?

Il primo richiamo disposto dall’ente federale statunitense riguarda 11.688 esemplari prodotti dal 13 novembre 2023 al 6 giugno 2024 e dovrà verificare che il sistema di controllo della spazzola non smetta di funzionare a causa di possibili sovraccarichi di tensione a uno dei componenti di azionamento, determinando una riduzione della visibilità in specifiche condizioni atmosferiche avverse, aumentando i rischi di collisione. In ogni caso, l’agenzia stima che solo il 2% dei veicoli oggetto del richiamo presenti effettivamente il difetto segnalato al motorino dei tergicristalli.

L’altro richiamo interessa qualche Cybertruck in meno, ovvero 11.383 pick-up elettrici assemblati tra il 13 novembre 2023 e il 26 maggio 2024. In questo caso, il problema riguarda il rivestimento del pianale del bagagliaio: fissato con un adesivo, questo elemento potrebbe allentarsi se non staccarsi del tutto, creando così un possibile pericolo per altri veicoli. Il vizio in questo caso potrebbe in realtà interessare solo l’1% dei veicoli richiamati.

PER TESLA OLTRE AL DANNO LA BEFFA?

Ci sono due aspetti della vicenda che rischiano di creare un danno d’immagine all’azienda. Anzitutto la natura dei vizi paventati dall’ente statunitense pare confermare le critiche di chi sosteneva che i materiali con cui è realizzato il Cybertruck non siano all’altezza del costo necessario per l’acquisto del mezzo.

Ma, soprattutto, questo nuovo richiamo, oltre a instillare il dubbio, già fatto emergere da una pluralità di osservatori, che l’auto avesse bisogno di qualche mese in più prima di debuttare,  di fatto svela il numero di Cybertruck prodotti e in circolazione su cui Tesla aveva invece voluto mantenere il più assoluto riserbo: circa 12mila esemplari in sette mesi. Una cifra parecchio lontana, per il momento, dal target dei 125mila pick-up all’anno che Musk intende raggiungere a regime. Si spiega perché per il momento Tesla non avesse veicolato alcun numero.

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