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Leonardo

Cosa servirà alle reti con il Cronavirus. I report di Vodafone e WindTre

Che cos'hanno detto in commissione Trasporti e Comunicazioni della Camera i rappresentanti di Vodafone Italia e di WindTre sull'emergenza coronavirus e sull'uso della rete

Le reti di telecomunicazione si stanno dimostrando un’infrastruttura critica e strategica per la resilienza e il progresso dell’Italia in questa fase di emergenza ma bisogna agire per rafforzarle e per superare il digital divide. A dirlo in audizione in commissione Trasporti e Comunicazioni della Camera Aldo Bisio, ceo di Vodafone Italia, e Roberto Basso, direttore External Affairs and Sustainability WindTre.

La connettività digitale, che ora consente di restare a casa e di lavorare da remoto o di partecipare alla didattica a distanza, peraltro, “costituisce un bene comune essenziale anche per la coesione sociale” per questo, hanno rilevato Bisio e Basso, “abbiamo una grande opportunità di costruire una società più digitale e quindi più resiliente”. 

LE RICHIESTE DI VODAFONE AL PARLAMENTO

Durante l’audizione  l’amministratore delegato di Vodafone Italia ha colto l’occasione anche per evidenziare “alcune esigenze concrete di un’azienda impegnata nella gestione e nel potenziamento di un’infrastruttura quanto mai critica per il Paese”. Come risulta evidente dall’articolo 82 del decreto-legge “Cura Italia”, ha spiegato, il governo riconosce il “ruolo strategico” delle infrastrutture e dei servizi di comunicazione elettronica nella gestione dell’emergenza e ne chiede un potenziamento. “Per fare questo in tempi brevi sarebbero necessari interventi urgenti di adeguamento dell’ordinamento esistente. È necessario – ha aggiunto Bisio – un immediato adeguamento dei limiti di campo elettro-magnetico al livello degli altri principali Paesi europei (in Italia abbiamo i limiti più restrittivi dell’intera Unione Europea) e sono necessarie misure di semplificazione, avvalendosi degli istituti già noti al nostro ordinamento dell’auto-certificazione e del silenzio-assenso”. Secondo Vodafone, dunque, per arrivare a rafforzare ulteriormente le reti e a renderle “pronte a sostenere un traffico in potenza ancora maggiore in futuro” è necessario rivedere “al più presto” il contesto normativo in cui si opera.

E I CONSIGLI PER IL FUTURO

Per Bisio, comunque, l’emergenza coronavirus va affrontata “in una prospettiva che vada al di là dell’emergenza e che offra anche una opportunità per il futuro”. Occorre ragionare lungo tre diversi assi: la progressività della ripartenza, il ruolo della tecnologia per aiutare a compensare il distanziamento sociale e la ridefinizione dei comportamenti sociali. In tutti questi tre ambiti le reti di telecomunicazione avranno un ruolo sempre più rilevante e dunque questa fase si presenta anche come “una grande accelerazione alla digitalizzazione del Paese” che porterà a cambiamenti duraturi nei “meccanismi di funzionamento della nostra e di tutte le aziende”. Per far questo, però, serviranno molti investimenti, non solo in infrastrutture, in software e architetture digitali ma pure per rendere i sistemi sanitari più flessibili, digitali e in grado di operare da remoto con benefici evidenti, dalla sanità alla filiera logistica, ai servizi, alla produzione. Il 5G renderà molte di queste cose possibili e tutto l’ecosistema potrà beneficiarne.

LA TECNOLOGIA PER BATTERE IL COVID-19

In collaborazione con università e centri di ricerca Vodafone in queste settimane ha sviluppato una app basata sulle tecnologie GPS e Bluetooth per tracciare soggetti potenzialmente entrati in contatto con il virus ma occorre “una nuova governance pubblica e la definizione di principi condivisi che regolino l’applicazione di queste nuove tecnologie” che devono basarsi su quattro principi condivisi: devono essere controllate dalle autorità nazionali; i dati devono essere limitati alle informazioni strettamente necessarie, trattati solo per la durata dell’emergenza e residenti sui device; devono basarsi sul consenso esplicito da parte degli utilizzatori mentre le istituzioni nazionali sono chiamate a giustificarne l’esigenza ai cittadini e a confermarne la compatibilità con l’ordinamento vigente.

WIND: COME MIGLIORARE L’AFFIDABILITÀ DELLE INFRASTRUTTURE E L’ACCESSO DEI CITTADINI?

A detta di Basso si può “riporre ampia fiducia nell’affidabilità delle infrastrutture di telecomunicazione se i comportamenti di tutti sono orientati a un corretto utilizzo della Rete, che tenga conto delle priorità del momento” e tenendo in considerazione il digital divide che ancora caratterizza alcune zone del Paese. Per incentivare l’uso del web, ha detto il manager di WindTre, “il governo potrebbe assegnare voucher direttamente ai consumatori selezionati secondo criteri geografici e/o di reddito grazie al fondo da 1,3 miliardi di euro conferito al Ministero dello Sviluppo Economico dalla delibera CIPE 7 agosto 2017, n. 71, pubblicata in G.U. Serie Generale n. 265 del 13 novembre 2017, in attuazione del punto 4.3 della delibera CIPE n. 65/2015”. Wind Tre si propone in tal senso come supporto delle istituzioni “anche adeguando i propri sistemi – con gli opportuni tempi tecnici – a strumenti di integrazione del reddito quali possono essere la Carta reddito di cittadinanza, la 18app, la Carta del docente o un sistema di voucher”.

L’operatore in audizione ha ricordato di essersi reso disponibile “a colmare il gap di copertura territoriale della rete mobile, che riguarda un segmento ampiamente minoritario della popolazione pari a circa lo 0,5%, con un intervento nelle aree più periferiche anche in coordinamento con gli altri operatori”.

Tra le segnalazioni fornite alla commissione Trasporti e Comunicazioni per “adeguare in tempi brevi la capacità delle infrastrutture di reggere adeguatamente al livello di stress determinato dall’uso intensivo di queste settimane” si potrebbero prevedere alcune semplificazioni per lo sviluppo delle infrastrutture di rete e un’armonizzazione dei limiti di esposizione alla normativa europea ed avocazione a livello nazionale delle disposizioni sui campi elettromagnetici. WindTre inoltre consiglia di educare i cittadini e i content provider all’uso efficiente delle reti e, per evitare situazioni di congestione, effettuare il cosiddetto “traffic management”, in automatico e senza necessità di autorizzazione.

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